È vero che tutti i cani sono aggressivi?” In attesa di vedere quali sviluppi avrà nei prossimi giorni questa notizia, e quindi discuterne in modo razionale e senza creare falsi allarmismi, vi propongo alcune riflessioni, ed ancor prima, informazioni, sull’argomento.
Secondo la normative vigente in Italia (Legge 281 del 14/08/91) i cani vaganti ritrovati, catturati o comunque ricoverati presso i canili rifugio non possono essere sottoposti ad eutanasia, ma devono essere gestiti in strutture idonee fino all’adozione; possono infatti essere “uccisi” (perdonatemi la brutalità, ma così è…) in modo tale da non causare sofferenza soltanto se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità (fisica e/o mentale, n.d.a).
Nell’Ordinanza 12 dicembre 2006, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 10 del 13 gennaio 2007, il ministro della Salute “ordina” espressamente nell’articolo 5, comma 3, che: “L’autorità sanitaria competente, in collaborazione con la Azienda Sanitaria Locale stabilisce” i criteri per la classificazione del rischio di cani di proprietà con aggressività non controllata con i relativi parametri per la rilevazione; i percorsi di controllo e rieducazione per la prevenzione delle morsicature; ulteriori prescrizioni e misure atte a controllare o limitare il rischio di morsicature.
Inoltre, nel “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in città” della Città di Torino, approvato l’11 aprile 2006, l’articolo 26 bis è interamente dedicato alla disamina di interventi e studi volti a monitorare e prevenire comportamenti aggressivi da parte dei cani.
Sotto il profilo strettamente comportamentale, La finalità dell’intero progetto è di comprendere il grado di pericolosità dei cani considerati, di attuare idonei provvedimenti cautelari durante il loro permanere nella struttura rifugio e di considerare la reale possibilità di adozione di tali soggetti, oltre all’intervento sul territorio offrendo la possibilità di accogliere il sempre maggior numero di cani “pericolosi” e di avviare percorsi di prevenzione oltre che di recupero dei cani aggressivi.
Sintetizzando, quindi, i punti chiave paiono essere:
1. I cani devono essere valutati dal punto di vista etologico, attraverso fasi di osservazione diretta, monitoraggio comportamentale, esecuzione di test specifici e raccolta di elementi utili forniti dai proprietari e/o dal personale operante nei canili.
2. Occorre predisporre idonei programmi di riabilitazione, da svolgere secondo fasi operative opportunamente predisposte e con verifiche periodiche. L’obiettivo di è ottenere cani “garantiti” nel caso in cui vengano adottati, pur con limiti gestionali, che riducano il rischio di gestione dei cani stessi.
3. Si deve fornire un livello di sicurezza accettabile per gli operatori ed i volontari operanti nei canili sanitario e rifugio, nel pieno rispetto ed anzi miglioramento del benessere psico-fisico dei cani nella fase di permanenza presso i canili, agendo sia attraverso corsi di formazione sia attraverso la verifica dei requisiti strutturali dei canili stessi.
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