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Prima il capo di Confindustria, poi mons. Betori. Anche per Sangalli serve confronto
E il terzetto Bossi-Fini-Berlusconi, che punta tutto sulle urne, rischia l'isolamento
Montezemolo, la Cei, Confcommercio
Si allarga il fronte del no alle elezioni
E per il leader del Pd che chiede riforme e meno tasse applausi dai commercianti
E diverse associazioni sottoscrivono un "manifesto per la governabilità"
ROMA - Luca Cordero di Montezemolo è stato il primo. Definendo addirittura "disperata" la sua richiesta di fare una nuova legge elettorale prima di tornare alle urne. Poi è arrivata la Chiesa, con le parole di monsignor Betori. E quindi la Confcommercio, con la presa di posizione del suo leader Sangalli. Nel Paese, sullo sfondo delle consultazioni al Quirinale, si allarga il fronte del 'no al voto'. E il terzetto dei pasdaran delle elezioni anticipate Bossi-Fini-Berlusconi, pur se fortissimo in termini di peso politico e numeri in Parlamento, rischia di restare isolato.
Tra i leader politici è Veltroni quello più impegnato nella ricerca di una strada che porti ad un governo per le Riforme. Che sia "minimo" (solo la legge elettorale e a voto a giugno) o "massimo" (un programma di riforme più vasto e alle urne nella primavera del 2009). Ma oltre alle alleanze trasversali in Parlamento (Casini e Bertinotti su tutti), su questo tema specifico il capo del Pd può contare sull'appoggio esplicito di pezzi da novanta come Vaticano, Confindustria, Confcommercio. Poteri che pesano in una partita delicata - e ancora apertissima - come quella che si va giocando in queste ore.
Segnali, e nemmeno di fumo, ne arrivano. Per esempio gli applausi ricevuti dallo stesso Veltroni dalla platea dei commercianti, soddisfatti della parola d'ordine sul fisco: "Presione eccessiva, pagare meno per pagare tutti".
Ma quello che più colpisce, nelle dichiarazioni delle ultime ore, è la nettezza delle posizioni. Nel caso della Cei è una vera e propria discesa in campo. Betori: "Vorrei esortare tutti i soggetti politici a mettere sempre davanti il bene comune rispetto agli interessi di parte. La soluzione alla crisi di governo dovrebbe nascere da un accordo fra le parti e deve avere come proprio orizzonte il rispetto dell'autentica democrazia".
Nel caso di Confcommercio è una decisa difesa della necessità di garantire governabilità. Il presidente Sangalli: "Pensiamo che la riforma della legge elettorale sia importante e che il confronto, se ci sono le condizioni politiche, debba arrivare a compimento".
Una posizione che, in serata, si cristallizza in un documento, un "manifesto per la governabilità" sottoscritto da diverse organizzazioni: Casartigiani, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, CNA e Lega delle Cooperative. Le associazioni imprenditoriali esprimono "forte preoccupazione" per il quadro economico internazionale in netto peggioramento: l'Italia insomma "rischia un 2008 vicino alla crescita zero". Per questo è necessario garantire una maggiore governabilità del paese. In questo senso, una riforma della legge elettorale rappresenta un "passaggio obbligato nell'interesse del paese e nell'interesse di chi sarà chiamato a governarlo".
Di Montezemolo, che anche oggi è tornato ad appellarsi alle "forze migliori del Paese", s'è detto. E volendo si possono mettere nel conto anche le parole pronunciate alcuni giorni fa dal commissario Ue Almunia ("Serve una prospettiva di stabilità"). Ce n'è abbastanza per poter dire che le elezioni anticipate hanno tanti nemici, troppi. Almeno abbastanza da poter dire che l'esito di questa crisi non è affatto scontato.
(29 gennaio 2008)
Repubblica.it |