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Le reazioni alla presentazione del testo unificato di riforma della legge elettorale
da parte del presidente Enzo Bianco. Ora traballa l'asse originario Pd-Fi
Legge elettorale, appello di Veltroni
L'ok di Cossutta: "Votare il testo"
L'apertura di Fini: "Importanti modifiche. Prima fra tutte la possibilità
di allearsi prima del voto". Berlusconi: "Così non la votiamo"
ROMA - Nonostante gli sforzi di tecnici e costituzionalisti della Commissione Affari costituzionali per trovare un giusto equilibrio tra proporzionale e bipolarismo, il testo unificato della bozza Bianco acquista consensi nell'Unione ma ne perde di importanti nell'opposizione. E alla fine per accontentare il fronte proporzionalista Udc-Rc-Sd rischia di traballare l'asse originario Pd-Fi. Restano incerte, nonostante i maggiori consensi, le possibilità di successo del testo che sarà votato in Commissione, e quindi adottato oppure no, martedì prossimo.
Appelli a votare il nuovo testo modificato arrivano dal segretario del pd Walter Veltroni ma anche da uno dei leader storici del comunismo italiano, dal senatore del Pdci Armando Cossutta che chiede alle sinistre di "appoggiare la bozza Bianco". Aperture importanti, dopo iniziali reazioni funeste, arrivano anche dal leader di An Gianfranco Fini: "Ci sono novità importanti". Frena, invece, Forza Italia a cui non piacciono affatto le novità introdotte nel sistema di voto dei senatori. Berlusconi è categorico: "Così non la votiamo. O si cambia oppure niente". Anche la Lega si mette di traverso.
Veltroni scandisce alcuni passaggi fondamentali. Il primo è che "legge elettorale e sopravvivenza del governo non sono in conflitto", attenzione massima quindi a tenere separati i due livelli oggi più che mai visto i piccini dell'Unione, condannati a morte per legge visto lo sbarramento al 5 per cento, minacciano crisi di governo. Veltroni insiste poi sulla "piena disponibilità a discutere ancora nel merito, a partire dalla bozza Bianco, ma salvaguardando l'obiettivo di ridurre la frammentazione e un bipolarismo non coatto ma programmatico". Infine un appello alla responsabilità dei "piccoli" dell'Unione. Il segretario parla chiaro: "Se si spreca l'occasione per impedire di arrivare in Parlamento con il 2 per cento dei voti, cosa che non succede in nessun altro paese, ci si assume tutte le responsabilità del caso. Veramente vogliamo 24 partiti? Io dico che chi lo chiede è in distonia con tutto il Paese".
La vera novità sono le parole di Cossutta. Il senatore del Pdci invita tutte le sinistra a votare la bozza Bianco. E' una rivoluzione, inimmaginabile fino a stamani a mezzogiorno quando per i corridoi del Senato Manuela Palermi accusava il Pd e più di tutte Rifondazione di "alto tradimento". Quella di Cossutta infatti è la prima voce del Pdci che si alza in favore della bozza Bianco. "Ho ascoltato il presidente Bianco e ho letto attentamente il testo che egli propone per la nuova legge elettorale. Condivido la sua proposta e ritengo che sia urgente sottoporla all'esame e al voto della Commissione Affari Costituzionali e al più presto all'aula di Palazzo Madama". A Cossutta piace il testo perchè è "sostanzialmente proporzionale" e "garantisce politicamente il mantenimento del sistema bipolare". Poi, proprio dalla bocca di Cossutta, il via libera al nuovo e unico soggetto a sinistra del Pd: "Le forze della sinistra devono tutte sostenere questo testo, compresa la necessaria scelta di una soglia di sbarramento di almeno il 5%, che rappresenta uno stimolo efficace alla costruzione di quel soggetto unitario di tutta la sinistra così solennemente annunciato lo scorso dicembre".
Tra le file dell'Unione resta ancora incerto, ma non più castrofico, il giudizio dell'Udeur. Nell'opposizione invece si registra lo stop di Forza Italia. Silvio Berlusconi è categorico: "Così non la votimao. O si cambia oppure niente". I motivi li chiariscono il senatore azzurro Gaetano Quagliariello e il capogruppo Renato Schifani. "Oltre al voto unico e al collegio unico nazionale per la ripartizione dei seggi, è previsto un sistema diverso per l'elezione al Senato". Questa "per noi è stata una sorpresa perché mentre per la Camera si prevede un sistema che è stato il frutto del confronto in commissione, per il Senato c'è il ritorno al sistema del '93".
Dopo un primo no a caldo di An, arriva invece un mezzo via libera di Gianfranco Fini per cui il testo unificato contiene importanti novità: "E' indubbio - dice il presidente - che nella nuova bozza Bianco ci siano miglioramenti oggettivi rispetto alla prima stesura. In particolare, mi riferisco all'obbligo politico e non più la facoltà dei partiti di dichiarare prima del voto la coalizione, i programmi e il candidato premier". Resta una settimana - il testo sarà votato il 22 - per convincere scettici e contrari.
(15 gennaio 2008)
Repubblica.it |