Delle tre isole maggiori dell'arcipelago toscano è quella più remota, tanto da essere più vicina alla Corsica che al Golfo di Baratti e con i suoi 19 chilometri quadrati di superficie non arriva ad essere un terzo dell'Isola d'Elba. Perciò Capraia tra le isole toscane mi è sempre sembrata un piccolo gioiello a sé che ha poco, se non nulla, da spartire con le sue sorelle.
Sperduto vulcano spento, è una perla scura incastonata nell'azzurro del Canale di Corsica. Arrivando in barca nel porticciolo dell'isola, sempre affollato nella bella stagione, ad accogliervi troverete le imponenti strutture difensive dell'isola costruite dai dogi genovesi e la fortezza di S. Giorgio, che domina la baia. Oggi Capraia, che è stata anche sede di una colonia penale fino a una ventina di anni fa, non è altro che una ridente località turistica, particolarmente apprezzata anche dai vip, specie se appassionati di immersioni.
Sulla banchina del porticciolo si aprono negozietti e piccoli locali che spuntano da una lunga serie di casettine basse e colorate tipicamente mediterranee. I posti barca non sono molti e vi consiglio di prenotare con largo anticipo o almeno di sincerarvi della disponibilità di ormeggi prima di puntare la prua verso la Capraia.
Dal porto al paese si svolge un chilometro di strada in salita verso il forte ai cui piedi sorge il centro abitato. Un pulmino fa la spola tra la banchina e il paese con buona frequenza soprattutto in alta stagione. Una volta giunti in "cima" ci si ritrova nella piazzetta della chiesa di San Nicola da cui partono sia i sentieri verso l'interno, sia i carruggi che tagliano come cicatrici l'abitato.
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