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Un viaggio alle radici del blues. Il chitarrista incontra i superstiti di una musica antica e incide con loro. Su cd + dvd
Il quinto album di Kenny Wayne Shepherd è probabilmente il lavoro in grado di conferirgli il definitivo pass per la maturità, per quel sound lungamente ricercato che il giovane chitarrista della Louisiana sta inseguendo fin dal primo disco, Ledbetter Heights, già in grado di meravigliare critica e pubblico per la sua forza e autenticità.
Normale che un giovane bluesman bianco cerchi la consacrazione da parte di chi il blues l'ha inventato vivendolo sulla sua pelle, da parte dei vecchi musicisti del Sud, quelli mitici che, per intenderci, hanno conosciuto e magari suonato insieme a personaggi come Robert Johnson o Charley Patton, gente come Honeyboy Edwards (90 anni) e Henry Townsend (96), piuttosto che Etta Baker (93) o B.B. King (82) che di blues si sono nutriti per tutta la vita contribuendo a renderlo speciale e in alcuni casi addirittura unico. Convocarli in uno studio di registrazione sarebbe senz'altro stato un evento eccitante, ma non avrebbe regalato l'emozione della ricerca, di quella specie di viaggio iniziatico che Shepherd si sentiva finalmente in grado di compiere.
L'idea concepita è semplice e straordinaria: Kenny Wayne mette a punto un viaggio di dieci giorni attraverso le strade "blue" del Sud con una troupe attrezzata a registrare e riprendere tutto quello che può accadere di interessante, e naturalmente l'interessante è incontrare i vecchi bluesmen di quelle parti ancora in circolazione, e suonare con loro nelle case, nei cortili o dove capita. Assieme a Shepherd viaggia come house band nientemeno che la Double Trouble, vale a dire Tommy Shannon (basso) e Chris Layton (batteria), i ragazzi orfani di Stevie Ray Vaughan che gli garantiscono una ritmica eccellente, e il produttore Jerry Harrison.
Questa sorta di strada del blues, percorsa rigorosamente in pullman, è stata tracciata risalendo la foce del Mississippi fino a Shreveport per poi puntare verso l'Alabama, attraversare Nord e Sud Carolina e ritornare infine a ovest verso Salina, Kansas. L'intero viaggio è stato ripreso in un documentario che si può trovare nella stessa confezione del cd.
I bluesmen incontrati e i relativi duetti hanno permesso la nascita di questo lavoro, in gran parte acustico e assolutamente privo di effetti successivi aggiunti in studio. Si parte con Prison Blues suonato insieme a Cootie Stark e Neal Pattman, vecchi musicisti del Piedmont, sfortunatamente deceduti poco dopo la registrazione, e si termina con Grindin' Man realizzato con quel che resta dell'ultima mitica Muddy Waters Band, ovvero musicisti come Willie "Big Eyes" Smith alla batteria e Bob Margolin alla chitarra a cui si aggiunge per l'occasione lo straordinario Pinetop Perkins al piano. Tra questi estremi il segmento sonoro si snoda con altri tredici brani a cui partecipano artisti del calibro di B.B. King (The Thrill Is Gone), Clarence "Gatemouth" Brown (Born In Louisiana), The Howlin' Wolf Band, ovvero Hubert Sumlin, Henry Gray, Calvin Jones e Wild Child Butler (Red Rooster, Sittin' On The Top Of The World e Spoonful), Buddy Flett (Honky Tonk), Jerry "Boogie" McCain (Potato Patch), Bryan Lee (Tina Marie), John Dee Holeman (Chapel Hill Boogie) e poi i già citati Etta Baker (Knoxville Rag), Henry Townsend e Honeyboy Edwards (Tears Come Rollin' Down).
I generi ricalcati da Shepherd sono molteplici, esattamente quanti quelli peculiari dei suoi ospiti. Il giovane chitarrista se la cava egregiamente e dimostra che il maniacale studio giovanile sul ventaglio stilistico blues gli è servito.
"Non si tratta semplicemente di capire quando è meglio suonare in versione elettrica o acustica" dice Kenny Wayne. "In queste occasioni è utile sapere quando è meglio farsi da parte e non rubare la luce dei riflettori".
Prison Blues
Potato Patch
Honky Tonk
The Thrill Is Gone
Tina Marie
Born In Louisiana
Chapel Hill Boogie
Tears Come Rollin' Down
Knoxville Rag
Big Daddy Boogie
U-Haul
Red Rooster
Sittin' On Top Of The World
Spoonful George
Grindin' Man
Prodotto da Kenny Wayne Shepherd con Jerry Harrison
Film diretto da Noble Jones
di Roberto Caselli
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