Baricco rilegge (e riscrive) l'Iliade per portarla sulla scena teatrale. L'autore, mantenendo il testo originale sulla base della traduzione di Maria Grazia Ciani, semplifica la prosa e riorganizza il testo in ventuno monologhi, corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e ad un aedo che racconta, in chiusura, l'assedio e la caduta di Troia. Al contempo, esclude dal racconto gli dei perché lontani dalla sensibilità moderna e si concentra sulla rappresentazione degli eroi nella loro umanità e grandezza. Figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della città assediata, intorno alle navi nere; campioni nel combattere che, stremati da dieci anni di guerra, trasmettono, sorprendente a dirsi, un amore ostinato per la pace. Questa è la chiave di lettura di Baricco: la scoperta, nell'Iliade, che è poema di guerra, di un'umanità in cerca di tregua come traspare dalle assemblee dei Greci in cui i principi parlano di strategie e, parlando, rimandano il combattimento. Gli stessi guerrieri che uccidono, spietati, sul campo di battaglia, affamati di morte e di vittoria, desiderano in cuor loro di fare ritornare a casa, piangere i propri morti, ritrovare le proprie spose protagoniste, anch'esse, per quanto minori, del poema. Ed è proprio la voce femminile, secondo Baricco, che, sfumata, incarna l'ipotesi di una civiltà alternativa, libera dal dovere della guerra. Ed anche lo stesso Achille, il più forte e più feroce degli Achei, incarnazione sovrumana della guerra, pronuncia, davanti all'ambasceria mandatagli da Agamennone, un violento grido di pace:"Niente, per me, vale la vita: non i tesori che la città di Ilio fiorente possedeva prima, in tempo di pace, prima che giungessero i figli dei Danai; non le ricchezze che, dietro la soglia di pietra, racchiude il tempio di Apollo signore dei dardi, a Pito rocciosa; si possono rubare buoi, e pecore pingui, si possono acquistare tripodi e cavalli dalle fulve criniere; ma la vita dell'uomo non ritorna indietro, non si può rapire o riprendere, quando ha passato la barriera dei denti". L'adattamento di Baricco avvicina i versi immortali di Omero al lettore moderno, grazie al riuscitissimo espediente del racconto soggettivo che nulla toglie all'originale, ma permette una maggiore immedesimazione ed un forte coinvolgimento emotivo.
L'ho iniziato ieri, è piccolissimo, appena 160 pagine o poco più.. ma è veramente emozionante!!
Lo consiglio vivamente a chiunque voglia provare a vedere con occhio diverso un poema scritto tra il IX e l'VIII secolo a.C.!