Omero, Iliade - Alessandro Baricco

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°°Jen Lindley°°
00giovedì 12 luglio 2007 14:06



Baricco rilegge (e riscrive) l'Iliade per portarla sulla scena teatrale. L'autore, mantenendo il testo originale sulla base della traduzione di Maria Grazia Ciani, semplifica la prosa e riorganizza il testo in ventuno monologhi, corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e ad un aedo che racconta, in chiusura, l'assedio e la caduta di Troia. Al contempo, esclude dal racconto gli dei perché lontani dalla sensibilità moderna e si concentra sulla rappresentazione degli eroi nella loro umanità e grandezza. Figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della città assediata, intorno alle navi nere; campioni nel combattere che, stremati da dieci anni di guerra, trasmettono, sorprendente a dirsi, un amore ostinato per la pace. Questa è la chiave di lettura di Baricco: la scoperta, nell'Iliade, che è poema di guerra, di un'umanità in cerca di tregua come traspare dalle assemblee dei Greci in cui i principi parlano di strategie e, parlando, rimandano il combattimento. Gli stessi guerrieri che uccidono, spietati, sul campo di battaglia, affamati di morte e di vittoria, desiderano in cuor loro di fare ritornare a casa, piangere i propri morti, ritrovare le proprie spose protagoniste, anch'esse, per quanto minori, del poema. Ed è proprio la voce femminile, secondo Baricco, che, sfumata, incarna l'ipotesi di una civiltà alternativa, libera dal dovere della guerra. Ed anche lo stesso Achille, il più forte e più feroce degli Achei, incarnazione sovrumana della guerra, pronuncia, davanti all'ambasceria mandatagli da Agamennone, un violento grido di pace:"Niente, per me, vale la vita: non i tesori che la città di Ilio fiorente possedeva prima, in tempo di pace, prima che giungessero i figli dei Danai; non le ricchezze che, dietro la soglia di pietra, racchiude il tempio di Apollo signore dei dardi, a Pito rocciosa; si possono rubare buoi, e pecore pingui, si possono acquistare tripodi e cavalli dalle fulve criniere; ma la vita dell'uomo non ritorna indietro, non si può rapire o riprendere, quando ha passato la barriera dei denti". L'adattamento di Baricco avvicina i versi immortali di Omero al lettore moderno, grazie al riuscitissimo espediente del racconto soggettivo che nulla toglie all'originale, ma permette una maggiore immedesimazione ed un forte coinvolgimento emotivo.



L'ho iniziato ieri, è piccolissimo, appena 160 pagine o poco più.. ma è veramente emozionante!!
Lo consiglio vivamente a chiunque voglia provare a vedere con occhio diverso un poema scritto tra il IX e l'VIII secolo a.C.!

[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
JainaSolo
00sabato 14 luglio 2007 15:08
I poemi omerici mi sono bastati nella versione originale, grazie [SM=g27828]
°°Jen Lindley°°
00sabato 14 luglio 2007 19:39

Eh ma non immagini quanto sia bello questo libro!
Innanzi tutto è in prosa, e poi è scritto con lo stile di Baricco!
Non ha nulla a che vedere con gli originali! (A parte la bellezza pur essendo di generi diversi!)
[SM=g27811] [SM=g27811]
JainaSolo
00domenica 15 luglio 2007 15:11
Se tu avessi passato due anni delle superiori a studiare i poemi omerici e tradurli dal greco ( [SM=g27825] ) forse anche tu avresti qualche pregiudizio [SM=g27828]
°°Jen Lindley°°
00lunedì 16 luglio 2007 19:38

Forse si... ma alla fine amo troppo i libri e quindi non mi fermo davanti a un pregiudizio..
Poi vabbè ci sono libri che non piacciono e altri che piacciono, ma lo si può dire con certezza solo dopo averli letti! [SM=g27811] [SM=g27811]
JainaSolo
00martedì 17 luglio 2007 18:52
dal momento che non si può divorare tutta la letteratura mondiale è necessario però fare delle scelte.E sulla base della mia esperienza scolastica tra le mie scelte di sicuro non rientra l'epica, indipendentemente da tutto.
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