Il leader del Carroccio al congresso: "Berlusconi lo ha promesso
non deciderà senza di noi. Le alleanze per ora non si toccano"
Patto di ferro Bossi-Berlusconi
"Legge elettorale, no al referendum"
E il Cavaliere conferma: "Nessun accordo senza la Lega"
Bossi: "Al congresso federale mi ricandido segretario"
MILANO - Patto di ferro tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi sulla legge elettorale che, dice il Cavaliere raccogliendo l'applauso del Senatur, "non verrà modificata con il referendum". Giornata di intesa a distanza quella tra i due leader della Cdl. Con Bossi che, al congresso padano, spiega: sulla legge elettorale "si gioca il futuro" della Lega Nord.
Il senatur, mentre si ricandida alla segreteria della Lega ("Ci sarà il congresso federale dove mi presenterò segretario", dice) ha ribadito di aver chiesto "a Berlusconi di non fare accordi senza noi perchè sulla nostra vita vogliamo essere noi a decidere. Non possiamo demandare a nessuno la trattativa sul nostro futuro". "E Berlusconi - ha aggiunto Bossi - ha giurato che non deciderà senza di noi".
"In questo momento non c'è nessun motivo per rompere con Silvio Berlusconi", insiste Bossi a Milano. "Le alleanze per ora sono ferme a quello che sono. Tutto è legato al federalismo". Bossi spiega che nei prossimi mesi si svolgerà anche il congresso federale. "Quello - dice - è il vero congresso in cui si decidono le alleanze".
Quanto a Prodi il leader del Carroccio non vede grandi mutamenti nel breve periodo: "Se ha fatto la Finanziaria è facile che il governo Prodi regga. Questo ora va avanti per cinque anni".
Bossi dunque può contare sul sostegno incondizionato, almeno per ora, del Cavaliere che oggi, in collegamento telefonico con Roccaraso dove si è svolta la festa di Forza Italia "Neveazzurra", spiegava: "I nostri alleati stiano tranquilli, perchè da parte nostra non c'è nessuna volontà di cambiare la legge elettorale con il referendum, la si vuole cambiare trovando accordi in parlamento per migliorarla". Forza Italia "non farà nulla senza l'accordo di Umberto Bossi e della Lega".
E l'abbandono della strategia referendaria trova ampi consensi in seno all'opposizione. In particolare Lorenzo Cesa, leader Udc, applaude all'annuncio di Silvio Berlusconi: "Prendiamo atto con soddisfazione che, per quanto riguarda i cambiamenti da apportare alla legge elettorale, a sostenere il referendum son rimasti in pochi. Anche Forza Italia riconosce la validità della posizione che noi abbiamo sostenuto sin dall'inizio: le riforme le fa il Parlamento". Aggiunge Cesa: "Il referendum è uno strumento straordinario che non può diventare una consuetudine o sostituire la legittimità del Parlamento a fare le cose per le quali gli elettori lo hanno votato".
Da Roccaraso Berlusconi ha attaccato anche il vertice dell'Unione a Caserta: "Sono emerse enormi contraddizioni nella maggioranza. Con Prodi anche i poveri piangono". Dal summit, dice il Cavaliere, "sono venute fuori tutte le contraddizioni" all'interno del centrosinistra, "nessuna riforma" ma "divisioni su tutto". "E' una maggioranza elettorale senza un programma condiviso", si tratta di un esecutivo che "galleggia", con il Prc vero "dominus" della scena. "Prodi - aggiunge il leader di Forza Italia - è ancora fulminato da ciò che Rifondazione comunista" combinò nel '97.
(14 gennaio 2007)
Repubblica.it