La nonna: "La bambina aveva minacciato di uccidersi"
I genitori "adottivi" di Maria
E' terrorizzata, Maria.
Lo è al punto da esser disposta a togliersi la vita pur di non ritornare nell'Istituto che l'ha accolta prima di arrivare in italia. A parlare del dramma piscologico vissuto dalla bimba bielorussa, ritrovata in Val D'Aosta, è una delle nonne italiane che l'hanno tenuta nascosta per 18 giorni. "Maria ci ha detto che se l'avessero riportata nel suo paese - ha detto la donna intervendo telefonicamente al programma di Rai tre, Prima Pagina - lei avrebbe preso un coltello e si sarebbe suicidata". L'anziana, spende anche qualche parola a difesa dei due genitori affidatari, Alessandro Giusto e Chaira Bornacin. "Non è stato affatto un gesto di egoismo - dice riferendosi a loro - ma di infinito amore".
A sostegno della sua tesi, la nonna di Maria svela altri particolari sullo stato emotivo della bimba. "Maria - racconta - aveva persino disegnato una mappa dell'istituto dove era stata in Bielorussia, e ci aveva fatto vedere tutti i punti nei quali si sarebbe potuta nascondere, lei e noi". "Lì, in quell'istituto - ha proseguito - ha subito delle minacce e non siamo stati noi a dirlo, ma è quanto hanno accertato i medici che l'hanno visitata. Lei non vuole ritornare in quel posto...".
L'appello dei genitori - "Io vi prego abbiate pietà di lei, sta soffrendo da quando è nata". A poche ore dal ritrovamento della bimba, a parlare così è Alessandro Giusto che si rivolge a "chiunque - dice - avrà nelle sue mani" la vita della piccola Maria. "E' una bambina - spiega davanti alle telecamere che attendono lui e sua moglie sotto casa - che ha sofferto tutta la vita". L'uomo, profondamente scosso, non aggiunge altro. Iirrompe improvvisamente in un pianto, la madre affidataria, Chiara Bornacin.
Il ritrovamento - Maria è stata ritrovata mercoledì pomeriggio in Val D'Aosta insieme alle nonne "adottive", Maria Elena Dagnino e Maria Bordi, rispettivamente madri dei genitori affidatari, Maria Chiara Bornacina e Alessandro Giusto. La bimba è stata poi trasferita in una località segreta. Secondo quanto rivelano, i carabinieri di Genova avrebbe soggiornato a Saint Oyen, un piccolo comune e del Gran San Bernardo, due chilometri a valle dall'imbocco dell'autostrada che porta al traforo che collega la regione alla Svizzera.
Le testimonianze - La bimba sarebbe stata accolta a Chateau Verdun, una struttura gestita dai canonici Agostiniani della Congregazione Ospitaliera del Gran San Bernardo, a Flassyn, che in tempo di guerra era una sorta di "zona neutra" sulla quale sventolava la bandiera svizzera. I residenti del posto hanno confermato di aver visto "un movimento di carabinieri ed uno stano andirivieni ma - hanno aggiunto - non capivamo cosa stesse succedendo".
A raccontare qualche particolare in più sul soggiorno di Maria in Val D'Aosta è lo stesso canonico della casa ospitaliera Francis Darbellay dove la piccola era nascosta insieme alle nonne, identificate grazie alle foto diffuse dai giornali. "Abbiamo saputo quasi subito che si trattava della bambina di cui parlavano i giornali", ha spiegato l'uomo. "Ce lo hanno confessato le due anziane chiedendoci però la massima riservatezza. La bambina ha trascorso questi venti giorni giocando con le altre bambine del paese, passeggiando con le nonne lungo i sentieri del paese".
I giudici non decidono - Si riserva di decidere la Terza sezione civile della Corte d'Appello di Genova: Maria, si è appreso, resterà quindi, ancora per qualche tempo, in Italia. Il procedimento era stato richiesto dai coniugi affidatari Giusto-Bornacin contro il provvedimento del Tribunale per i minori che ordinava il ritorno in patria di Maria.
In aula, insieme alla famiglia Giusto, Alessandro e Maria Chiara, c'era anche l'ambasciatore bielorusso Aleksey Skripko: "Chiusa la vicenda giudiziaria - ha detto il diplomatico - pensiamo di rinsaldare il legame di Maria col fratello di 13 anni che l'aspetta in Bielorussia". Skripko, appena giunto in Italia, si è detto disposto ad un dialogo "con il governo italiano, appena la vicenda sarà conclusa, perché la tutela dei bambini è superioré". Skripko aveva poi rassicurato le famiglie che durante l'anno accolgono i bambini del suo paese ed hanno manifestato in questi giorni. "Sicuramente alcune cose vanno sistemate e cambiate - ha spiegato -. Saranno la Bielorussia e l' Italia a trovare la soluzione".
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