La Pasqua in Italia
La Pasqua cristiana, come viene festeggiata in Italia, è preceduta da un periodo di penitenza. Questo spazio di tempo, detto Quaresima, della durata di quaranta giorni, va dalle Ceneri (il mercoledì delle Ceneri, è il giorno in cui il sacerdote pone la cenere sulla testa dei fedeli, in ricordo dei residui dell'ulivo benedetto arso) al Sabato Santo (sabato prima di Pasqua), prevede moderazione alimentare. La penitenza è interrotta solo per la mezza Quaresima, ossia il giovedì della settimana centrale della Quaresima, in cui si sospende l'astinenza e si ritorna per un giorno all'atmosfera del carnevale.
Negli ultimi giorni prima della domenica di Pasqua, in Italia, come in molti Paesi cattolici, si svolgono diversi riti che rievocano la Passione di Cristo. In questa occasione, hanno luogo molte cerimonie folcloristiche in cui vengono rappresentati alcuni episodi della Passione, si benedicono le case, si consuma l'agnello pasquale, e si distribuiscono uova e dolci a forma di colomba.
L'uso di regalare uova è collegato al fatto che la Pasqua coincide con l'inizio della primavera, che anticamente era celebrata con riti per la fecondità ed il rinnovamento della natura. L'uovo simboleggia, infatti, la vita che si rinnova.
Dopo la lunga preparazione alla Quaresima, il ritmo dei riti evocativi della Passione si intensifica e raggiunge il vertice il Venerdì Santo. Con la Pasqua la comunità dei fedeli vive un giorno di lutto universale, espresso attraverso diverse forme di partecipazione popolare.
Gesù sulla via del Calvario, in un santino dei primi del '900
In molte regioni italiane, all'alba del Venerdì Santo, le donne vanno in chiesa e, a ginocchia nude sul pavimento, recitano una breve preghiera. Molte delle preghiere di oggi sono molto antiche, alcune risalgono anche al Quattrocento. In molte regioni italiane, all'alba del Venerdì Santo, le donne vanno in chiesa e, a ginocchia nude sul pavimento, recitano una breve preghiera. Molte delle preghiere di oggi sono molto antiche, alcune risalgono anche al Quattrocento. Oltre alla preghiera, la riproduzione degli eventi, che accompagnarono la morte e la resurrezione di Cristo, è il modo più diretto che la gente ha per partecipare al dolore della perdita. Così, nelle regioni d'Italia vengono messe in atto molte recite in cui, fin dal Medioevo, viene rievocata la morte di Gesù.