Il leader dell'Unione Romano Prodi La legge sulla par condicio "è illiberale". Almeno secondo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che lo ha ribadito durante la trasmissione Omnibus su La7. Il premier ha poi spiegato che "nonostante la congiuntura economica internazionale negativa, si è rispettato il contratto con gli italiani". "Abbiamo creato più di un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro - ha continuato il cavaliere - e pensiamo di poterne promettere un altro milione".
Berlusconi ha parlato inoltre della possibilità, se vincerà le elezioni, di "aumentare le pensioni minime a 800 euro al mese" e, per quanto riguarda la sicurezza delle città, di "portare a 10.000 i poliziotti e carabinieri di quartiere". A proposito di Prodi poi ha dichiarato che il professore avrebbe paura di un confronto con lui.
La risposta di Prodi - Il leader dell'Unione ha risposto nel corso di un'intervista radiofonica rilasciata a CNR Radio Fm: ''Non ho paura del faccia a faccia con Berlusconi perchè nelle precedenti elezioni l'ho vinto''.
''Prima del confronto tv nel 1996 - ha proseguito Prodi - tutte le analisi del voto mi davano perdente e poi ho vinto. Ma voglio un faccia a faccia trasparente con pari dignità per i due protagonisti e senza un discorso allo specchio conclusivo di Berlusconi da solo''.
Grandi opere e presenza in tv - "Abbiamo aperto 60 cantieri e continueremo ad attivarne per creare sviluppo", ha detto Berlusconi sulle grandi opere. Sulla diminuzione della tassazione che avrebbe favorito i ricchi ha invece sostenuto che le tasse "sono state ridotte ai meno agiati".
Al direttore de La Stampa Giulio Anselmi che lo interrogava su Pier Ferdinando Casini, lamentatosi delle troppe presenze in tv, Berlusconi ha detto: "A Casini dovrei rispondere, è proporzionale, bellezza...".
"Ognuno - ha aggiunto - cerca di portare voti alla propria forza politica, ma io non ho mai fatto critiche a lui o agli altri alleati".
"Inoltre - ha detto ancora il premier - i nostri piccoli attriti sono nulla se paragonati alle fratture della sinistra". Al punto che si è preoccupato per l'avversario: "Il povero Prodi - ha detto - non vincerà ma se dovesse accadere si troverà con in mano una squadra che non lo ascolterà nemmeno". "L'assenza di Prodi in tv - ha continuato il cavaliere - significa che evidentemente la paura può far 90...".
Coop e magistrati - A proposito di Unipol il premier ha ribadito che "c'é del marcio nelle coop e nella magistratura". ''Il problema non sono io che attacco i pm ha continuato - ma la sinistra che prima si serve dei giudici e poi li candida in Italia e in Europa". Poi ha attaccato frontalmente anche Luciano Violante: "Il capo dei Ds a Montecitorio è stato un pm ideologizzato, ha ancora rapporti con le procure ed è il regista di operazioni in particolare in Sicilia. Anche D'Ambrosio, assieme a Borrelli, è il regista dell'eliminazione di 5 partiti democratici che pur avendo commesso errori hanno garantito al Paese la democrazia".
Inappellabilità e caso Sme - Il presidente del Consiglio, infine, rispondendo a una precisa domanda del direttore della Stampa, ha ammesso che le norme bocciate dal capo dello Stato sulla inappellabilità sono legate anche a un procedimento che lo riguarda in prima persona. "Sì, a Milano c'è un processo d'appello che tuttavia è chiarissimo. Ma sono stato assolto in primo grado per non aver commesso il fatto. E' tutto così chiaro che non c'è nessuna possibilità che il verdetto possa essere cambiato in appello".
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