Roma, 28 dic. (Adnkronos) - Una 'fiction western' ambientata sulle montagne dell'Aspromonte ma anche una favola realistica sulla riscoperta e la difesa delle radici culturali locali nell'Europa unita. Terence Hill torna su Raiuno con un un personaggio tutto nuovo nella miniserie 'L'uomo che sognava con le aquile', per la regia di Vittorio Sindoni, che Raiuno propone in due puntate lunedì 2 e martedì 3 gennaio in prima serata.
Hill (che sta girando nel frattempo la quinta serie di 'Don Matteo') questa volta è un pastore, Rocco Ventura. Un uomo duro e solitario, che vive col suo gregge di capre sulle montagne dell'Aspromonte. Rocco si trova a dover lottare per conservare la tradizione di un prelibato formaggio prodotto su quei monti da 400 anni, secondo un antico metodo tramandato dalla sua famiglia.
La sua battaglia 'di resistenza' è complicata dall'avidità di un gruppo di potenti che innescano una battaglia senza esclusione di colpi per impossessarsi dei suoi terreni. Ma Rocco vivrà una vicenda umana che lo porterà a riscoprire l'amore. Nella sua vita compaiono infatti Roberto (il piccolo attore Mattia Cicinelli), un bambino portato in montagna in convalescenza dopo un delicato intervento per l'asportazione di un tumore al cervello, e sua madre Giulia, interpretata da Michelle Bonev, ex modella bulgara alla sua terza fiction dopo la partecipazione al 'Dopofestival' di Sanremo del 2003.
Il pastore Rocco non si arrenderà, e alla fine riuscirà a vincere le sue battaglie in nome dell'amicizia e in difesa delle proprie origini e delle tradizioni calabresi, diventando una leggenda nel suo paese. Girato tutto in Aspromonte, 'L'uomo che sognava con le aquile' nasce da un'idea di Alessandro Jacchia ed è una produzione Albatross Amp in collaborazione con Rai Fiction.
Il direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, definisce 'L'uomo che sognava con le aquile' ''un film poetico e rivoluzionario, perché oggi la rivoluzione - dice - coinvolge il passato, le radici, la capacità di mediare tra tradizione e progresso''. Ma per Saccà questa è anche ''la prima fiction western, perché ormai in Italia il cinema di genere lo fa la tv'': ''Terence Hill mi aveva detto che gli sarebbe piaciuto tornare al western e, senza accorgersene, lo ha fatto con questa miniserie: Rocco è un eroe solitario, ha una ferita del passato che lo ha segnato profondamente e combatte da solo contro tutti: tutti ingredienti tipici del western''.
E l'attore, che per sembrare un vero pastore ha preso 'lezioni' a Catanzaro, ricambia l'entusiasmo: ''Per la prima volta, per questa fiction, ho detto sì appena me l'hanno proposta. L'idea nasceva da un fatto di cronaca realmente accaduto a un pastore irlandese e mi ha subito colpito''. Saccà confessa che ''Hill all'inizio era perplesso sull'ambientazione calabrese. Ma appena gli ho mostrato le foto delle montagne dell'Aspromonte, di cui ignorava la bellezza incontaminata, si è convinto'', aggiunge il direttore.
la guerra finisce solo per i milioni di caduti, per gli altri continua, continua,
continua... [