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Olimpiadi ciao, da Torino a Vancouver
Domenica 26.02.06
Torino – Giorgio di Centa sul gradino più alto dell’ultimo podio, l’omaggio a Federico Fellini, il carnevale italiano e le reazioni miste alla prima visita del premier Silvio Berlusconi ai Giochi. Ma, anche e soprattutto, le prime falle nel sistema di sicurezza. Passate in mondovisione. E’ calato così, in tono agrodolce, il sipario sulle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, definite “magnifiche” dal Presidente del Cio, Jacques Rogge, nella parte finale del coloratissimo spettacolo che ha salutato gli sport della neve e del ghiaccio passando il testimone a Vancouver 2010.
Il momento più toccante, ovviamente, è stato quello della premiazione di Di Centa, vincitore al mattino della 50 km di fondo. Un trionfo a sorpresa, quello dell’azzurro, che ha permesso di suonare per la quinta volta l’Inno di Mameli nella suggestiva cornice dello Stadio Olimpico torinese. E in cambio, Di Centa, ha avuto una gradita sorpresa, perché a consegnargli la medaglia d’oro è stata la sorella Emanuela, membro del Cio e vincitrice dell’argento nella 30 km femminile a Salt Lake City 2002. Un passaggio importante per lo sport italiano, servito a ricucire, forse del tutto, lo strappo della delusione per la debacle di Giorgio Rocca nello slalom speciale.
Diverso il fuori programma riservato a Berlusconi, che all’inizio della serata, presentato dallo speaker dello stadio, ha ricevuto qualche fischio. Poi, poco dopo le 21, l’ingresso di una contestatrice isolata: una pornostar della scuderia di Riccardo Schicchi, che nuda, esponendo uno striscione con su scritto “mi consenta”, è stata bloccata dagli addetti alla sicurezza nei pressi del braciere olimpico, non prima di finire nel mirino delle centinaia di operatori. Venti minuti dopo, in una Torino trasformata in ‘no fly zone’ con tanto di pattuglie di Awacs ed elicotteri militari, il secondo strappo. Un giovane è riuscito a farsi strada verso il palco, interrompendo il discorso del presidente del Toroc, Valentino Castellani, urlando lo slogan delle Olimpiadi: “Passion lives here”, ovvero “la passione vive qui”. Troppa passione, per un finale olimpico, è proprio il caso di dirlo, all’italiana.
(Spr/Adnkronos) |