Si sa, starsene da soli, chiusi in casa, non fa bene a nessuno. È scientificamente dimostrato, almeno per gli scimpanzé. Lo ha provato un gruppo di ricercatori dell'Università della California studiando il comportamento sociale (anzi, asociale) di alcuni primati nati e cresciuti in cattività. Non è tanto l'aggressività il tratto caratteristico di un animale costretto dietro le gabbie da quando è piccolo. È piuttosto una sorta di incapacità a provare empatia nei confronti dei propri simili la caratteristica ricorrente in quei soggetti cresciuti in condizioni innaturali.
Egoisti sotto chiave. La cattività rende insensibili e trasforma gli animali in esseri totalmente egoisti. Nel corso dello studio comportamentale i ricercatori guidati da Joan Silk hanno notato come gli scimpanzé nati in gabbia non aiutino praticamente mai i loro simili, perfino quando un gesto di solidarietà non costerebbe nulla. In pratica il gruppo di ricerca ha predisposto una serie di test per i quali era previsto un premio sotto forma di cibo. Gli scimpanzé però avevano la possibilità di scegliere: la ricompensa poteva andare solo a loro o, in alternativa, a loro e ad un altro membro del gruppo. Se in casi normali gli animali tendono a scegliere la seconda possibilità, gli scimpanzé cresciuti in gabbia optano - almeno una volta su due - per la prima.
Altruismo per imitazione. Secondo gli scienziati, gli animali - e anche l'uomo - sono altruisti perché questo comportamento aumenta la probabilità di essere aiutati quando si trovano in difficoltà. Gli animali in cattività, non avendo mai sperimentato alcuna forma di vita sociale, agirebbero invece secondo istinti puramente biologici, immediati e dunque egoistici.
Certe condizioni “innaturali” imposte dalla cultura, dunque, sarebbero in grado di impoverire il senso del vivere sociale. Un discorso che può essere esteso anche agli uomini.
http://www.focus.it/notizie/21294_28_10_103.asp