Siamo arrivati a quattro.

Quando Sid Meier apparve nel lontano 1989 con il suo figlio prediletto, il mondo degli strategici a turni era appena agli albori. Da allora Civilization rappresentò per un'intera generazione di maniaci guerrafondai la maniera più genuina per esprimere tutte le proprie teorie sul dominio territoriale, la diplomazia e la supremazia tecnologica. Difficile manifestare in altro modo la possibilità di prendere per mano una civiltà agli albori per farla diventare una vera supremazia nel corso dei secoli, passando tra scoperte tecnologiche, l'edificazione di maestose città e la costruzione delle meraviglie dell'umanità. Ma probabilmente è l'immensa libertà alla base di ogni partita e la consapevolezza di poter cambiare le sorti dell'umanità a rivestire un incredibile fascino su qualsiasi videogiocatore abbastanza tenace e paziente da digerire la complessità del titolo di Sid.

Certo, bisogna ammettere con un certo rammarico che nel corso degli anni le novità introdotte ai vari capitoli della serie si sono limitate ad un maggior numero di variabili (civiltà, edifici, unità) e a piccole migliorie di contorno che però non mai portato ad una vera evoluzione del titolo specie nel piano dei rapporti diplomatici con le altre civiltà. Civilizaton però, con ogni nuova versione, ha portato dei miglioramenti che sebbene non originali e imperdibili, hanno comunque oliato gli ingranaggi di questo strategico. D'altra parte, lo stesso Sid Meier in una lontana intervista ammise che l'aver partorito Civilization portò ad esaurire la propria vena creativa e dopo quasi un ventennio e un quarto capitolo, bisogna ammettere che le novità introdotte, ad un concept comunque sempre valido, sono puramente cosmetiche per i bisogni materiali di uno stratega da sempre abituato alla sostanza.

E invece la rivoluzione di questo Civilization è da ricercarsi nell'abito, ovvero nella nuova veste tridimensionale con cui poter ammirare i dettagli delle unità attraverso un graduale livello di zoom. Il motore 3D risulta funzionale, dettagliato facendo assomigliare Civilization, nella forma, ad un moderno strategico real time, per quanto lo schema di gioco rimanga saldamente incollato al sistema a turni. La ciliegina sulla torta è poi data dalle animazioni delle unità e da un arricchimento del dettaglio generale che seppur non eccellente risulta alquanto gradevole, con unità che si fronteggiano in battaglie animate, o città che si evolvono con il trascorrere delle ere storiche. Il rovescio della medaglia è un maggior dispendio di risorse hardware che, vista la mole di calcoli per la gestione delle civiltà avversarie si traduce in tempi di attesa più lunghi di quelli digeriti in Civilization 3.

Non siamo di fronte solo a meri orpelli perché le novità introdotte sono differenti a partire da un'interfaccia più efficace con cui avere sotto controllo più facilmente i beni prodotti dai diversi terreni. La sensazione generale però, è che gli sviluppatori abbiano voluto semplificare la natura stessa del gioco, eliminando per esempio il doppio valore (forza d'attacco e difesa) di ogni unità e riunendolo in un solo parametro che esprime la sua forza complessiva. Altra novità è data dall'evoluzione delle unità che, in pieno stile rpg, dopo una battaglia vittoriosa, potranno ricevere un bonus come una maggiore forza, una migliore difesa su particolari terreni, più ragguardevoli probabilità di ritirata, ecc. Molto interessante è l'attenzione riposta nella cura dell'aspetto religioso visto che ora le varie città, entrando in contatto con le civiltà vicine, potranno subire l'influenza delle religioni induiste, buddiste, o islamiche per esempio. Ovviamente ergendo i dovuti templi sarà naturale conseguenza raccogliere i diversi bonus in morale e produzione.
La longevità del prodotto è garantita da partite sempre differenti, altamente configurabili e influenzate da variabili sempre differenti (forma del continente, civiltà, tipo di terreno) che renderanno l’esperienza ludica semplicemente imprevedibile e decisamente stimolante. Oltre al livello di difficoltà ampiamente configurabile, il gioco mette a disposizione un potente editor e il supporto per il multiplayer LAN, Internet, Play By Email e Persistent Turn-Based Server (PTBS), basato sul server centralizzato di Firaxis.

Non vogliamo assolutamente soffermarci sull'elenco di tutti i più piccoli cambiamenti apportati alla struttura, aspetto che risulterebbe noioso anche per l'appassionato più sincero del buon Sid, ma volendo riassumere, è innegabile che questo quarto capitolo appaia come l'opera più “gradevole”, sia da un punto di vista puramente tecnico che per l'interfaccia più fruibile. L’opera di rinnovamento nelle dinamiche strategiche è indubbio e sempre gradito, e seppure questo sia il miglior Civilization della storia, siamo di fronte ad un titolo che segue la strada tracciata dai suoi predecessori senza tentare alcuna coraggiosa innovazione. E’ un peccato che da troppo tempo non si tentino delle strade che possano potenziare le scelte strategiche senza stravolgere il sempre valido concept originale, ma anche così Civilization 4 rimane uno degli strategici più validi presenti sul mercato e le oltre 6 milioni di copie vendute sino ad oggi ne sono un fulgido esempio.