Nel nuovo album, registrato a Abbey Road, Cesare racconta la solitudine di un'età.
A quasi tre anni da Bagus , il 10 giugno esce Maggese, terzo lavoro di Cesare Cremonini, il secondo a suo nome dopo la fine dei Lunapop. Registrato a Londra nei prestigiosi Abbey Road Studios (quelli dei Beatles, per intenderci) l'album è un tributo ai Fab Four e un viaggio nell'universo di un 25enne alle prese con la crescita e la maturazione. Una fase turbolenta della vita che Cremonini traduce in canzoni. Con lui, oltre al fido Ballo (presente anche all'incontro con la stampa), musicisti inglesi e una vera orchestra, anch'essa d'Oltremanica.
Cesare, che effetto le ha fatto registrare negli studi dei Beatles?
E' un sogno incredibile, di cui però ho poco da vantarmi perché non sono né il primo né l'ultimo ad averlo realizzato. Dal punto di vista professionale è sicuramente una bella esperienza. Siamo andati lì con l'obiettivo di fare un passo avanti, di trovare ulteriori stimoli com'è giusto che sia. Un luogo affascinante che ci ha fatti partire con un grande entusiasmo permettendoci di fare qualcosa di superiore a Bagus. Rispetto agli italiani, gli inglesi in studio hanno un approccio più professionale che ti consente di ottimizzare ogni momento della giornata. Mi è mancata però la creatività tipica di casa nostra. Il prossimo album mi piacerebbe farlo sfruttando la loro professionalità, mantenendo la creatività e la genuinità italiana. Lavorare in Inghilterra ti stimola a fare qualcosa di perfetto, ma si perde il calore. Però ho provato una grande emozione: ho registrato sullo stesso pianoforte suonato da Freddy Mercury nel 1975.
In questo disco le parole hanno un ruolo preponderante...
La comunicazione è importante. In passato ho scritto per me, per superare i miei problemi, una sorta di terapia. Trovata la canzone per il mio stato d'animo ero convinto che anche sul pubblico facesse lo stesso effetto. I brani di Squerez non erano scritti con l'intenzione di finire su un disco ma, al limite, alla mia compagna di banco. Ora invece ho più consapevolezza, il filo che unisce queste canzoni non è solo adolescenziale o sentimentale, è più lungo. E' un tentativo di superare la grande sofferenza della solitudine. Durante l'adolescenza cercavo di vincere la paura legandomi a qualcuno, ora sto imparando a convivere con la solitudine e cerco di combatterla aprendomi agli altri. Ogni canzone parte con un problema e si chiude con la risoluzione dello stesso. Questo rende il disco ottimista, anche se in una condizione di solitudine che forse è propria dei miei 25 anni.
In 'Momento silenzioso' parla anche di morte. Un po' strano per un 25enne...
No, è una "morte" da intendersi in senso lato (ride, ndi). Sono cresciuto in un ambiente molto protetto e protettivo che mi ha permesso di sviluppare le mie capacità. Nel momento in cui mi sono trovato la vita nelle mie mani ho avuto il timore di perdere le capacità, il mio talento. Quando parlo di morte parlo di questo, di perdere l'ispirazione che mi permette di essere così fortunato. Suicidio è una parola che io rifiuto!
Cosa le hanno portato i suoi 25 anni? Li vive bene o male?
Crescendo si acquista lucidità, consapevolezza e un po' di razionalità. Se sia bene o male non lo so, però vivo un momento di pausa in una tempesta, vedo un po' di sole. Vivere bene, vivere male... Non ho risposte a questa domanda, non sono queste le risposte che cerco. E' inevitabile stare male così com'è inevitabile cercare di stare bene. Sono molto onesto nei miei 25 anni, non ho intenzione d'insegnare a vivere, ma nel mio album c'è la sincerità degli ultimi tre anni della vita di uno che è arrivato a 25 anni.
Maggese...
Mettere un capo a "maggese" significa lasciarlo riposare in attesa della semina successiva. Permettergli di riprendere sostanze nutritive. E' un periodo in cui io ho preso coscienza di me, ho acquisito tante conoscenze e tanta consapevolezza. Non è un periodo inutile, tutt'altro.
Perché ha registrato il disco due volte?
Quando sono andato a Londra avevo in testa un disco acustico. Alla fine mi sono accorto che in quel modo non lo sentivo completo, avevo bisogno di qualcosa di più accattivante. Per reagire e trovare soluzioni ho iniziato ad ascoltare i Beatles. Così, siamo rientrati in studio, registrato altre sette canzoni e tra le 19 totali abbiamo scelto. Così ho materiale già pronto per il prossimo album.
I Lunapop sono definitivamente finiti?
In questo momento sto portando avanti il mio nome e non c'è spazio per i Lunapop, anche se essere solista mi pesa di più, è sicuramente più faticoso e l'atmosfera della band è eccitante.
Quando partirà il tour?
Il tour vero e proprio partirà l'anno prossimo. In ottobre però ci sarà un'anteprima nei teatri, location sinora lontana. Lo faremo perché ci sarà la possibilità di suonare con l'orchestra che mi ha accompagnato nel disco: 40 musicisti inglesi, diretti da un maestro inglese, che suoneranno insieme al mio gruppo italiano. Un'esperienza irripetibile. Passeremo l'estate a provare.
Anteprima tour Maggese:
9/10 Roma Auditorium Conciliazione
10/10 Bari Teatro Team
12/10 Napoli Teatro Augusteo
13/10 Firenze Sashall
15/10 Torino Teatro Colosseo
17/10 Trieste Teatro Rossetti
18/10 Milano Teatro Smeraldo
20/10 Bergamo Palacrederg
21/10 Bologna Teatro Medica
kataweb.it