Il giocatore diffida «Punto e a Capo», ma il filmato in cui viene sottoposto a una flebo viene trasmesso: «E' diritto di cronaca».
ROMA - Non è servita una diffida del legale di Fabio Cannavaro per bloccare il filmato che lo riprende mentre si inietta una sostanza non dopante. Il video è andato in onda su «Punto e a capo», programma su Raidue di Giovannni Masotti. Le immagini amatoriali risalgono al 1999 e mostrano il giocatore della Juventus, allora in forza al Parma, mentre viene sottoposto a una flebo di Neoton, un medicinale non proibito e che quindi non rientra nella lista delle sostanze vietate dalle regole dell'antidoping.
Il filmato girato dallo stesso Fabio Cannavaro - che ha voluto il suo avvocato, Paolo Triofino, in studio - è stato realizzato nella «camera di massaggio» dell’Hotel di Mosca che ospitava il Parma prima della Finale di Coppa Uefa contro l’Olympique Marsiglia nel maggio del 1999. Al momento del suo ingresso nella stanza i compagni lo chiamano per nome. C’è un’atmosfera ilare. Il massaggiatore gli dice di non riprendere. Cannavaro inquadra le due flebo di Neoton sul lettino ed esclama: «Questa è la prova che noi... facciamo schifo». Ancora una voce che dice «Fabio non riprendere». Il difensore ribatte scherzosamente: «La cassetta è mia. Se questa me la rivendo sai quanto becco».
Si sente una voce di uno dei tre compagni presenti nella stanza che dice: «Posso bucarlo io?». «Sai chi puoi bucare tu?» replica il bianconero. «Ti riprendi mentre ti buchi, questa è roba da depravati», esclama il medico che dopo aver applicato il laccio emostatico procede nell’inserire l’ago della flebo. «Prima della finale di Coppa Uefa, come eravamo ridotti. Come siamo ridotti - dice Cannavaro sorridendo mentre si riprende con la telecamera - io ho 25 anni, mi stanno ammazzando».
Il clima appare goliardico e Cannavaro sembra volutamente «forzare» i toni nelle riprese. Scherza anche sul braccio che si gonfia prima dell’iniezione e simula piacere quando il liquido della flebo comincia a fluire in vena. Sette minuti la durata complessiva delle immagini (ed è evidente che Cannavaro si interroga su come la cassetta sia sparita da casa sua e sia arrivata alla Rai), poco più di quattro quelli trasmessi.
È stato lo stesso Masotti, conduttore della trasmissione «Punto e a capo» ad annunciare che il difensore della Juventus e della Nazionale aveva inviato tramite fax una diffida. «È un suo diritto, ma conferma indirettamente la veridicità del filmato». Cannavaro si è detto tranquillo e all'invito a partecipare al programma ha risposto così: «Se davvero lei avesse desiderato un dialogo e un confronto con me, altre avrebbero dovute essere le modalità e le tempistiche».
Intanto però la trasmissione del video ha sollevato un vespaio di polemiche. «È un ricostituente del muscolo, un rigeneratore, è lecito farlo - ha detto il legale di Cannavaro, Paolo Trofino nella trasmissione di Rai2 «Punto a Capo» -. E poi da anni i medici delle squadre lo danno ai loro atleti». Quanto alla diffida, Trofino ha detto che «era un filmato di tanti anni fa. Si trattava di uno scherzo, e Cannavaro faceva anche delle battute». Sul farmaco è intervenuto il noto farmacologo Silvio Garattini, di opinione assai diversa: «Tutti i farmaci provocano danni, e questo è stato dato in dosi consistenti, 5 grammi. Il Neoton è in fase di ritiro dal mercato perché era un farmaco che non aveva indicazioni per evidenze di efficacia in qualche caso, e io dubito dei benefici: sono sorpreso che i medici lo abbiano prescritto. Soprattutto non conosciamo gli effetti sui soggetti sani di somministrazione di determinati farmaci». «Tra i farmaci vietati il Neoton non esiste», ha ribadito in studio l'avvocato della Juventus Luigi Chiappero.
In difesa di Cannavaro è intervenuto fra gli altri anche Lilian Thuram suo compagno sia ai tempi del Parma sia oggi in maglia Juve. «Sono rimasto molto sorpreso quando ho saputo di tutta la questione del video. Fabio ovviamente è amareggiato, ne abbiamo parlato. Mi dispiace che venga sporcata l’immagine di un giocatore che è sempre stato un modello per tutti e che merita di esserlo», ha detto il difensore francese. Che ha espresso critiche circa la spettacolarizzazione di certi episodi: «Per fare audience a volte si fanno cose cattive. Quello che succede negli spogliatoi - ha concluso Thuram - e in ritiro è un qualcosa che sanno solo le persone che lo vivono direttamente».
Fonte Corriere.it