SU E GIÙ TRA RAI E MEDIASET
Ma continuiamo nel lungo viaggio nel pianeta televisione da parte del cosmonauta Bonolis da Roma. Conduce I cervelloni, programma dedicato agli aspiranti inventori (che è poi un allargamento di una sezione di Portobello, madre di tutte o quasi le trasmissioni tv). Fatto. Fa il padrone di casa in Fantastica italiana, concorso di bellezza riservato solo a donne tra i 30 e i 40. Fatto. Va avanti e indietro tra Rai e Mediaset e nel 1996 firma un contratto miliardario con Canale 5 per condurre il preserale Tira e molla e il varietà estivo Beato tra le donne. Fatto. Conduce Un disco per l’estate, inventa Ciao Darwin, un’escursione nel futuro per capire come saranno gli uomini e le donne di domani, poi arriva Chi ha incastrato Peter Pan, spettacolo serale ma con concorrenti bambini svegli e simpatici. Fatto. E finalmente arriva la conduzione con Luca Laurenti di Striscia la notizia. Nel 2001 il varietà Italiani, l’unico sospeso per mancanza di ascolti dopo poche puntate. Fatto, dunque, anche il fiasco.
Come potete notare: quiz, varietà, gare di bellezza, gare musicali (minori), game show e il Tg satirico più popolare d’Italia, Bonolis li ha messi alle spalle. Gli mancavano un reality show e Sanremo. Stando alle anticipazioni, ha tutta l’aria di averlo trasformato con una contaminazione (le citazioni piacciono molto a Paolo, l’unico a definire le lire "il vecchio conio") in una specie di reality Festival con tutte le caratteristiche del reality: il voto che ti dice "sei stato eliminato", gli opinionisti (aborriti da cantanti e discografici) sul palcoscenico pronti a recitare il ruolo loro assegnato (uno buono e l’altro cattivo, come i poliziotti nei film americani). Poi c’è il Question time, cioè una conferenza stampa all’americana, trasmessa in diretta tv, dove però le domande sono presentate prima, proprio come in certe conferenze stampa degli uomini politici. Una domanda sulle tue compagne di viaggio: Antonella Clerici e Federica Felini. Una morbidosa e burrosa, e una quasi sconosciuta ventitreenne di Paullo (Milano): «Sono così diverse da risultare antinomiche. Ma tengo a precisare che la musica recupererà la sua tradizionale centralità».
Caro Paolo, permettimi di tenermi i miei dubbi, pronto a fare ammenda: le canzoni rischiano di essere spazzate via da un Barnum di opinionisti, rappresentanti del nazionalprovinciale, ospiti d’onore di gran nome (Richard Gere, Will Smith, Jennifer Lopez), se saranno confermati (ricordiamoci di Tony Renis). Di comici italiani come Ale e Franz che hanno già accettato e Giorgio Panariello che ha già rifiutato. Gli scrittori Baricco e Faletti, invisi ai discografici. E poi c’è il gioco pronostici pronto nelle ricevitorie per indovinare chi saranno i sei vincitori del Festival. Solo alla fine potrai dire "fatto" anche questo. Intanto ti sei lasciato scappare – a volte sei umano – il nome di un cantante in gara che ti piace molto. Si tratta di Francesco Renga. Sono d’accordo. Un po’ meno d’accordo sono sulle prospettive future dei giovani, che in questa edizione mi sembrano mandati allo sbaraglio (nonostante la tappa obbligata al Cet) dalle case discografiche che rigorosamente si attengono al "o la va o la spacca". E se la scappa, oblio o rottamazione. Ma questo vale anche per certi big. Una nuova vetrina o il silenzio, se si spegneranno le luci.