L'Old Trafford a Manchester (Ap)
Cinque italiane nelle prime 20. Il Milan è terzo. Merchandising e stadi di proprietà la chiave di successo degli inglesi
L'Old Trafford a Manchester (Ap)
LONDRA - L'impero del pallone, finanziariamente parlando, ha sempre lo stesso indirizzo: Old Trafford, lo stadio- casa del Manchester United. Il club inglese, che mercoledì affronterà il Milan nel big match di Champions valevole per gli ottavi di finale, si conferma per l'ottavo anno di fila il club più ricco, con un fatturato che si aggira sui 250 milioni di euro. Emerge dalla speciale classifica presentata a Londra delle prime 20 squadre di calcio europee, in termini di ricavi, relativa alla stagione 2003/04.
LA CLASSIFICA - Lo studio è stato curato dalla società di consulting Deloitte e, Red Devils a parte, riserva belle sorprese anche ai nostri colori. Nella top 20 sono ben cinque i club italiani con un fatturato da record: solo la Gran Bretagna, che conta 10 club, può vantare una rappresentanza più numerosa. Il Milan (213 milioni di euro) scavalca la Juventus, che ha perso tre posizioni rispetto allo scorso anno e con 206 milioni di euro ora occupa la quinta posizione. In graduatoria anche l'Inter (ottava con 159 milioni di euro), la Roma (12/a con 104 milioni di euro) e la Lazio (15/a con 95 milioni di euro).
DOMINIO INGLESE - Le squadre inglesi sembrano però, in prospettiva, imbattibili; infatti oltre al Manchester, il cui destino è affidato anche alla riuscita del tentativo di acquisto da parte dell'uomo d'affari americano, Glazer, aspira al top della classifica il Chelsea di Abramovich (già passato dal decimo posto dello scorso anno al quarto attuale). I Blues infatti, con la eventuale vittoria in campionato, le performance in Champions League ed il nuovo accordo con Adidas, vedranno certamente aumentare i suoi ricavi. Anche l'Arsenal, grazie alla sponsorizzazione da parte di Emirates e al nuovo Emirates Stadium in costruzione, potrebbe subentrare su questo ideale podio.
LO STUDIO - Va infine precidato che lo studio della Deloitte non tiene conto dei costi per l'acquisto di giocatori, ma si limita a registrare le entrate dalla gestione quotidiana del club, come la vendita dei biglietti, il merchandising, i diritti televisivi, lo sfruttamento commerciale degli stadi. Mentre i club italiani e spagnoli (due soli in classifica, il Barcellona è settimo, il Real secondo) continuano ad ottenere i maggiori ricavi dalla cessione dei diritti televisivi, i club britannici possono contare su un surplus garantito dall'utilizzo sette giorni alla settimana degli impianti sportivi, di loro proprietà. Una curiosità: le prime dieci società in classifica sono ancora tutte in lizza per la vittoria finale in Champions, a conferma della tendenza che vede i club più ricchi riuniti in un'elite economica e di successo, destinata sempre più a dominare la scena calcistica europea.
Fonte Corriere.it