Milano, è morta Giuni Russo
Malata da tempo, aveva 53 anni
E' morta la scorsa notte a Milano, nella sua abitazione, la cantante Giuni Russo. L'interprete palermitana, il cui vero nome è Giusi Romeo, divenne celebre nel 1982 con il brano "Un'estate al mare". Giuni aveva da poco compiuto 53 anni ed era malata da tempo di tumore. I funerali si terranno domani a Milano al Monastero delle Carmelitane Scalze di via Marcantonio Colonna.
Nata a Palermo, Giuni Russo aveva iniziato giovanissima a coltivare il canto e a studiare composizione, raffinando precocemente il suo grande talento naturale. Dotata di una voce potente, duttile e di grandi possibilità espressive, aveva iniziato il proprio itinerario professionale nel 1967 vincendo il Festival di Castrocaro. Agli esordi prettamente "leggeri" seguirono, alcuni anni più tardi (nel 1975) un primo - oggi rarissimo, e assai ricercato dai collezionisti - album per la BASF intitolato "Love is a woman"; nel 1981, uno strepitoso "secondo debutto" con un album raffinatissimo intitolato "Energie" - ancora oggi, inspiegabilmente e colpevolmente, non disponibile in compact disc - e poi il grande successo popolare con "Un'estate al mare" (1982).
Da "Energie" era intanto iniziato per Giuni Russo un cammino di studio e di ricerca verso una musica meno convenzionale e vocalmente sempre più impegnativa. Le successive incisioni - "Vox" (1983), "Mediterranea" (1984), "Giuni" (1986) e "Album" (1987) - rivelano un'artista in continuo divenire, capace di fondere la cantabilità dei suoi numerosi hit ("Good good bye", "Sere d'agosto", "Limonata cha cha", "Mediterranea", "Alghero", "Adrenalina") con uno sperimentalismo vocale e strumentale del tutto anomalo nel panorama della nostra musica "leggera". Una nuova svolta, originale e sorprendente, arriva nel 1988 con l'album "A casa di Ida Rubinstein", nel quale Giuni Russo esegue, con piglio sperimentale, arie e romanze liriche di Bellini, Donizetti e Verdi, confermando la propria naturale vocazione alle contaminazioni musicali d'avanguardia.
Negli anni seguenti l'artista sperimenta altre sonorità ed esplora altri territori: dalla world music arabeggiante di "Amala" (1992) al cabaret petroliniano di "Se fossi più simpatica sarei meno antipatica" (1994). Negli anni seguenti, Giuni amplia ulteriormente la propria gamma di esperienze, collabora con scrittori e poeti, studia antichi testi sacri, tiene numerosi concerti, compone nuove canzoni, canta versi di Borges a fianco di Giorgio Albertazzi nello spettacolo di musica e poesia contemporanea "Verba Tango" (1997), e pubblica i live "Voce prigioniera" (1998) e "Signorina Romeo" (2002). Nel 2003, Giuni Russo partecipò al Festival di Sanremo con "Morirò d'amore", il brano che intitola anche il suo ultimo album.
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