«Lasciare adesso l’Irak sarebbe come decidere di attraversare un fiume e poi fermarsi a metà. In questi 11 mesi il Paese ha fatto passi da gigante, la popolazione ha cominciato a capire che cosa vuol dire vivere liberi, con tutti i pro e i contro. Dobbiamo accompagnarli ancora verso la democrazia, che non è cosa che s’improvvisa, non è dietro l’angolo e ha bisogno di garanzie. »
Sulla manifestazione di Roma del 30 marzo: «Li avrei voluti vedere a Falluja e non a Piazza Venezia»
L'11-6-2004, risponde a Gino Strada, che aveva parlato di un riscatto per la liberazione delgi ostaggi italiani: "Nè il governo, nè i servizi segreti, nè l'ambasciata ha pagato alcun riscatto ... troppe persone, non appartenenti alle istituzioni e quindi non deputate a trattare, millantatori a vario titolo, si sono inseriti nei contatti, offrendo denaro, intorpidendo il clima e prolungando la prigionia dei nostri connazionali' ... La Croce Rossa esclude matematicamente che sia stato pagato alcun riscatto. Quale cognizione di causa possono avere i rappresentanti di Emergency che sono scappati al primo scoppio di mortaretti? Se ne sono stati comodamente allo Sheraton di Amman andandosene in giro a pontificare su una realtà nella quale noi, ogni giorno e ogni notte, andavamo rischiando la vita"
Scelli garantisce per il governo ed i servizi segreti. A che titolo? Non rappresenta la Croce Rossa? E fa dichiarazioni non veritiere per le quali è stato querelato da Gino Strada.
Per la cronaca, Emergency non è mai scappata dall'Iraq, dove gestisce più ospedali.
Sempre per la cronaca, dopo le dichiarazioni di Scelli, Vauro scrisse quanto segue:
«Vorrei vedere i pacifisti manifestare a Falluja» dichiara il commissario straordinario della Croce Rossa Italiana avvocato Scelli che, a quanto pare, non perde occasione di disprezzare i «vili» pacifisti quasi che invece di guidare una organizzazione umanitaria si trovasse a monovrare un carrarmato. Bene avvocato, io li ho visti i pacifisti manifestare a Falluja, nell'unico modo valido, praticando solidarietà. Il 7 maggio 2004 dieci camion di aiuti sanitari e alimentari raggiunsero il centro di Falluja con la delegazione di Emergency guidata da Gino Strada, e senza alcuna scorta militare (vedi il manifesto dell'8 maggio 2004, pag.2). Il 19 aprile 2003, in piena guerra (quando di «mortaretti» ne esplodevano parecchi e lei era ancora a casa sua), da uno dei due tir di aiuti medici che sempre una delegazione di Emergency, ancora guidata (ahimé) da Gino Strada aveva condotto in Iraq, venivano scaricati, nell'ospedale di Kerbala, medicinali e materiale chirurgico. Le autorità religiose che gestivano l'ospedale decisero di issare, a fianco di quella con la mezzaluna rossa, la bandiera arcobaleno della pace che Emergency aveva portato con sé. Una manifestazione pacifista in piena regola quindi (vedi il manifesto del 20 aprile 2003, pag. 3). Questi sono fatti, mi dispiace avvocato Scelli, ma probabilmente dispiace più a lei. "
la verità ti rende libero
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