Nell'omelia il Papa ha anche fatto appello perché tutta la vita sia rispettata "dal concepimento sino alla sua fine naturale. La vita è un dono sacro, di cui nessuno può farsi padrone". Il "male e la morte", ha continuato Giovanni Paolo II, non vinceranno, "non avranno l'ultima parola", ma per questo bisogna seguire il messaggio della Vergine di Lourdes: "siate donne e uomini liberi".
Ma attenzione, ha detto l'anziano pontefice: mentre "il bene" che si fa "non fa rumore", l'umanità "porta in sè la ferita del peccato, le cui conseguenze continuano a farsi sentire anche nei redenti". L'unica strada per essere liberi, quindi, è seguire il Cristo, che è il "liberatore" dell'umanità.
Il Papa ha anche ricordato nell'omelia la festa dell'Assunzione di Maria, un dogma "intimamente legato" a quello dell'immacolata concezione, di cui qui si festeggiano i 150 anni della proclamazione da parte di Pio IX.
Ad assistere all'omelia nel santuario, migliaia di pellegrini, molti giovani che hanno dormito direttamente nei prati che si stendono attorno al santuario, con tende e camper. Anche se non sono state fatte delle stime ufficiali, si calcolano circa 300 mila persone presenti a Lourdes: la spianata, che già dalle 8 era praticamente piena, può contenere 150 mila persone, alle quali si aggiungono quelle che sono lungo i viali del santuario e davanti ai maxischermi posti davanti alla chiesa principale. Presenti anche numerosi vescovi e cardinali. Tra loro il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Camillo Ruini.
Al termine della messa è prevista la preghiera dell'Angelus, poi il pranzo con i cardinali e i vescovi francesi. Prima di ripartire nel pomeriggio per il Vaticano, Giovanni Paolo II si fermerà per una preghiera solitaria davanti alla grotta della Madonna.
(15 agosto 2004)
La sofferenza del pontefice: "Ho raggiunto la mia meta"
Momenti di tensione nello staff del pontefice apparso particolarmente emozionato e provato dallo sforzo del viaggio
Lourdes, il Papa sofferente
"Ho raggiunto la mia meta"
dal nostro inviato MARCO POLITI
Giovanni Paolo II a Lourdes
LOURDES - Papa Wojtyla arriva alla grotta della Vergine e crolla sull'inginocchiatoio, carico dei dolori del mondo e della sua personale fragilità. Dagli schermi televisivi di tutta la Francia si rifrange l'immagine del vecchio pontefice esausto, il capo poggiato sul ripiano, le braccia che si aggrappano al legno come il naufrago alla roccia che gli promette salvezza. "Sento con emozione - dice - di aver raggiunto la meta del mio pellegrinaggio".
Da Lourdes Giovanni Paolo II invoca la Madonna perché gli stia accanto e stia vicino a tutti gli uomini e le donne del mondo presso le innumerevoli croci "sulle quali tuo Figlio è ancora crocifisso". Più di vent'anni fa, proprio presso la grotta della Madonna, qui nell'agosto del 1983, Wojtyla denunciò l'oppressione dei cristiani sotto la cappa dei regimi totalitari dell'Est. Allora c'era lo spettro della dittatura del socialismo reale, ora non c'è più. Ma adesso un nuovo incubo incombe sul mondo, lo spettro di uno scatenarsi infinito di odi, orrori e fanatismi, e il papa stanco e provato invoca una tregua universale. "Si depongano le armi e nei cuori si spengano l'odio e la violenza - è il suo messaggio dal santuario di Lourdes nel momento culminante della serale processione delle fiaccole - e ogni uomo veda nell'altro non un nemico da combattere, ma un fratello da accogliere ed amare, per costruire insieme un mondo migliore". Rischiava di cadere dall'inginocchiatoio il vecchio pontefice, ieri mattina appena arrivato nella grotta dinanzi alla statua bianca e azzurra.
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Il suo ginocchio sinistro stava per cedere, quando sono intervenuti prontamente il segretario mons. Dziwisz e l'organizzatore dei viaggi papali mons. Boccardo che lo hanno sollevato di peso e rimesso sul tronetto a rotelle. Poi, lentamente, Wojtyla ha bevuto da un calice di vetro l'acqua della fonte che Bernadette Soubirous fece sgorgare - come vuole la tradizione - su indicazione della Vergine. Ma le forze non gli sono tornate.
I suoi collaboratori hanno fatto dire che il piede gli si era impigliato nella veste, però Giovanni Paolo II non è riuscito a leggere il saluto che aveva intenzione di rivolgere ai malati. Per qualche secondo si è prodotta nel suo seguito la tensione, che l'anno scorso durante il semestre di presidenza italiana della Ue segnò un incontro del pontefice con i ministri degli Interni dell'Europa comunitaria giungi in Vaticano. "Fu un attimo di panico - ricorda uno dei partecipanti - perché improvvisamente ci si accorse che il papa non riusciva a parlare".
Qui a Lourdes le cose si sono svolte più rapidamente e senza fare capire nulla alla platea. Appena i collaboratori hanno capito che Giovanni Paolo II dopo le prime parole di preghiera non era in grado di andare avanti, il cardinale Etchegaray ha letto lui il saluto papale. È stato dal suo francese sonoro che i pellegrini hanno appreso commossi il pensiero di Wojtyla: "Condivido con voi un tempo della vita segnato dalla sofferenza fisica, ma non per questo meno fecondo nel disegno mirabile di Dio... Ho sempre avuto grande fiducia nell'offerta, nella preghiera e nel sacrificio di quanti sono nella sofferenza... Vi domando di unirvi a me".
D'altronde già durante l'incontro all'aeroporto con Chirac, Wojtyla piuttosto pallido ha portato a malapena a termine il suo breve discorso. Mentre parlava il presidente, Giovanni Paolo II apriva di tanto in tanto visibilmente la bocca per catturare aria. La brutta novità - da qualche tempo - sembra essere che il pontefice ha difficoltà di respirazione. Comunque, tra il 26 e il 27 luglio a Castelgandolfo è stato colto da un malore - non reso pubblico - che ha suscitato vive preoccupazioni in Vaticano.
È stato duro il primo pomeriggio di Giovanni Paolo II a Lourdes. Spinto sul trono mobile, il pontefice ha accompagnato le cinque stazioni della processione del rosario, pronunciando con estrema difficoltà i suoi discorsi. Con parole mormorate a voce arrochita ha chiesto più vocazioni e di "costruire il mondo nella profondità del silenzio e dell'orazione". L'amen finale della preghiera gli è costato una fatica estrema, e quando ha finito ha alzato la testa con sollievo.
Poi il capo gli è ricaduto sul petto con un grosso sospiro ma alla fine l'esplosione di evviva partita dalla massa dei più giovani gli ha rianimato lo sguardo. C'era tra la folla una religiosa di 95 anni, "apostola" per molti decenni tra i diseredati della Città dei morti del Cairo. Indomita e sorridente, con il capo coperto da un fazzoletto contadino a quadretti blu, suor Emmanuelle guardava con affetto il papa rannicchiato nel suo seggio.
A sera, dal terrazzo della sua residenza Giovanni Paolo II ha rivolto a singhiozzo un altro saluto ai partecipanti alla processione delle fiaccole, invocando pace, solidarietà e riconciliazione. Troppo per il suo corpo debilitato.
la verità ti rende libero
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