Tarantino: «Mi aiuterà un regista di kung fu»
Vincerà il più amato, il migliore. Amare il cinema significa avere pulsioni sessuali. Mi onora guidare la giuria, dieci anni dopo la mia Palma d’oro conquistata con Pulp Fiction». Il presidente Quentin Tarantino quando aveva pochi soldi andava sulla Croisette in sacco a pelo per incontrare il prediletto Godard. Fautore dell’asse Francia-Usa da sempre, in barba a qualsiasi dissidio politico o accusa di cinecolonizzazione Usa dei francesi integralisti, presiederà da dopodomani un Festival con una ricchissima e varia presenza Usa nelle diverse sezioni.
Quentin sembra un orso buono: ha 41 anni, un sorriso ironico, una gentilezza sorprendente e indossa, agli Oscar o in cerca di vecchi libri a Hollywood, pantaloni troppo grandi, che paiono sempre in procinto di cadere.
Prima regola per i suoi futuri compagni di proiezioni?
«Parlare di tutti i registi e i film a lungo tra noi. In giuria a Taormina nel 1994, passavo la notte con Kiarostami, stupito perché sostenevo un film del Kazakistan. La selezione di Cannes è ricchissima: seguirò la mia estetica, gli altri membri la loro e parleremo».
E’ vero che ha fatto il nome di un regista orientale in giuria?
«Non ho fatto nomi, ho suggerito soltanto di avere con me un autore asiatico. Sono felice che tra di noi ci sia un grande padrino del cinema e del kung fu di Hong Kong, Tsui Hark».
Lei ama artigiani e generi
« Sono filmdipendente, non faccio distinzioni».
I film del suo cuore?
«Vedo film anche di notte, scrivo di notte e dormo poco. Vivo a Hollywood come se vivessi in un vecchio quartiere di Parigi e facessi l’animatore di un cineclub. E’ impossibile per me fare elenchi, sarebbero sterminati, da Rio Bravo di John Ford a Used Cars di Zemeckis a quel capolavoro che è The Passion of the Christ di Gibson ... Non sono snob né quando amo i film di Godard né quando scelgo quelli del mio amico Paul Thomas Anderson o cito gli italiani, da Duccio Tessari a Lucio Fulci a Giuliano Gemma».
Anche per questo antisnobismo ha sempre difeso i talenti della produzione di serie B?
«Non esiste un cinema di serie A o Z, per me non esistono assolutamente bandiere e nazionalismi nel cinema, sono fautore di ogni commistione, a cominciare da quella futura che mi auguro EuroAmericanPanasiatica con aromi australiani, africani»».
Anche Godard, uno dei suoi idoli, sarà a Cannes ma non in concorso ...
«La mia società di cinema A Band Apart si chiama così in omaggio al titolo del suo film Bande à part. Mai dimenticherò l’emozione che mi procurò il vedere Breathless (Fino all’ultimo respiro)» .
la verità ti rende libero
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