~-~-~ 04 maggio 2004 ~-~-~
Come resistere al disgusto
Per le torture e le donne in gravidanza assassinate con le loro
figlie e altre frattaglie di quotidiano orrore
di Jacopo Fo
Quella a cui stiamo assistendo e' la resa dei conti dell'orrore.
I belligeranti, tutti, hanno perso ogni possibilita' di mostrarsi al
mondo come difensori di una qualsiasi idea. Sono solo pazzi
criminali.
Pazzi criminali i guerriglieri palestinesi che uccidono una
donna ebrea in gravidanza e le sue quattro bambine. Pazzi
criminali i militari della coalizione che bombardano la
popolazione civile e torturano, pazzi i guerriglieri iracheni che
fanno a pezzi i corpi degli americani uccisi cantando e
ballando.
L'orrore che prova la gente che ha il senso dell'umanita' e'
totale.
Ma esercitando il nostro vizio di voler a tutti i costi vedere i
segni del miglioramento del mondo dobbiamo dire che in tutto
questo orrore si scorge una novita' assoluta: finalmente questa
violenza cieca ha commesso un passo falso ed e' sotto gli
occhi del mondo, un mondo che non puo' piu' far finta di
niente.
E in particolare per la prima volta nella storia del mondo i
torturatori sono allo scoperto, nessuno puo' piu' negare, tutti
sono costretti a condannare. Ci sono le foto, ci sono i video, ci
sono militari Usa e inglesi che hanno rotto il muro del silenzio,
e ora salta fuori anche che gia' a febbraio, il generale
statunitense Antonio Taguba, ha consegnato un rapporto
ufficiale seguito a un'indagine ordinata dal Pentagono stesso.
Nel rapporto si documentava, con altre foto e altri video, la
tortura sistematica praticata dai corpi speciali nelle carceri
irachene.
Di fronte a questo scandalo l'atteggiamento dei massimi
comandi angloamericani e' stato vergognoso. Quando mesi fa
uscirono le prime foto su torture inflitte da soldati inglesi in
Iraq fu messo tutto a tacere. Un soldato aveva portato a
sviluppare alcune foto in un negozio, la commessa, una
pacifista, aveva visto quelle immagini ed era corsa alla polizia.
Ma prima aveva fatto delle copie che sono finite su internet.
Quindi si sapeva gia' da mesi in modo incontrovertibile come
stessero le cose. Ma tv e grande stampa tennero la bocca ben
chiusa. E deve esserci stata una grossa mobilitazione
all'interno dell'esercito Usa se alla fine il generale Taguba e'
stato incaricato di fare un'inchiesta, e' riuscito effettivamente a
farla ed e' riuscito a certificare le colpe dei militari Usa.
Quindi Bush sapeva fin da febbraio che alcuni suoi soldati,
sotto ordini espliciti di Cia e Intelligence Militare, torturavano
sistematicamente i prigionieri. Ma l'inchiesta Taguba,
pubblicata ieri dal New Yorker, resto' lettera morta e si
continuo' a seviziare e stuprare e uccidere con le percosse.
Ma poi e' scoppiato il caso di sei prigioniere irachene stuprate
sistematicamente in carcere e ci sono stati i primi arresti di
militari.
Contemporaneamente un soldato Usa, rischiando la pelle, ha
rubato un video ricordo, girato dai torturatori, e lo ha
consegnato alla tv Gbs. Il Pentagono ha cercato di fermarne la
diffusione, ma alla fine e' andato in onda ed e' scoppiato lo
scandalo. Visto che una tv Usa era partita all'attacco, anche il
Daily Mirror ha mostrato in prima pagina le foto consegnate
da due militari inglesi pentiti. Il comando inglese sta cercando
di negare che si tratti di militari in Iraq, attaccandosi alle
tipologie delle divise e alla forma dei copertoni dei mezzi che
si intravedono nelle foto. Ma il Daily Mirror sostiene di aver
fatto tutti i controlli possibili e di avere le dichiarazioni degli
autori stessi delle foto.
L'atteggiamento delle autorita' militari e patetico e
doppiamente vergognoso.
E patetici i TG italiani che ancora sabato primo maggio
parlavano di "brutalita'" e solo domenica si sono arresi e
hanno iniziato a parlare di torture.
Bush ha finalmente dichiarato che si sente disgustato per il
comportamento dei torturatori, ammettendo cosi' che le
immagini non sono dei falsi. E che le cose stanno proprio
cosi'. Ha sostituito la generalessa del carcere di Baghdad con il
comandante del campo di prigionia di Guantanamo, famoso
per l'uso creativo del trapano dentistico e della sodomia.
Ma ormai la diga e' crollata. Si scopre che anche gli inglesi,
forse, stavano indagando sulle sevizie e vengono fuori i nomi
di almeno sei iracheni uccisi dalle truppe di sua Maesta', sotto
tortura.
Alcuni accusati americani hanno iniziato a parlare descrivendo
l'organizzazione sistematica del supplizio quotidiano. E
confermando che erano gli agenti della Cia e dell'Intelligence
Militare a dirigere le operazioni (come e' ovvio) e non
semplici soldati. Ed e' anche ovvio che per torturare e stuprare
in modo cosi' plateale e' necessario avere la copertura di
almeno una parte dell'esercito. Devi essere convinto della tua
impunibilita' se oltre a versare acido solforico sui genitali dei
prigionieri ti fai fare una bella foto mentre esegui il tuo
numero di bastonate e pisciate in faccia.
Ma la cosa incredibile non e' la tortura, che esiste da
cinquemila anni, ma il fatto che per la prima volta, all'interno
stesso dell'esercito torturatore, sia nata un'opposizione, tanto
forte e coraggiosa da portare il sistema sul banco degli
imputati.
Per resistere al disgusto e' necessario capire che tutto questo
orrore non e' una novita'. E' la norma di tutti gli eserciti da
secoli. Una prima grande novita' fu quando si passo' dall'uso
ufficiale della tortura, che addirittura era un vanto, al suo
utilizzo clandestino. Fu la rivoluzione industriale a regalarci il
beneficio rivoluzionario di considerare la tortura un atto
contrario al senso del bene e della giustizia. La Convenzione di
Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra segna il primo
passo compiuto dall'Umanita' fuori dalle barbarie. Ma tra la
proclamazione di un principio e il suo diventare patrimonio
della maggioranza dell'umanita' corre un periodo di digestione
morale. E oggi vediamo che finalmente gran parte
dell'umanita' non puo' piu' tollerare l'idea stessa della tortura.
La novita' e' che ora nessuno potra' piu' negare che la tortura
esiste ancora ed e' praticata sistematicamente.
E nessun torturatore potra' piu' illudersi sulla propria
impunita': nella societa' civile come nell'esercito e' ormai
talmente forte il rifiuto della tortura che i torturatori si
troveranno davanti altri militari provvisti di senso dell'onore e
del coraggio di denunciarli.
Resta il fatto che in Israele la tortura e' legale e che in Italia si
vuole legalizzarla "quando e' episodica e non ripetuta" (grazie
Lega, speriamo che appena Bossi si riprende espella
l'imbecille che ha fatto questa proposta).
E' chiaro che c'e' ancora molto da fare.
Ed e' chiaro che questo senso di civilta' non ha ancora
raggiunto la sua maturazione tra i militari russi, cinesi, sauditi,
congolesi, sudanesi o birmani che ancora torturano bellamente
senza che mai li abbia colpiti un'inchiesta. Ma a ben guardare
qualche cosa si sta muovendo anche la' visto che c'e' stato
recentemente il caso di un generale russo arrestato per crimini
contro la popolazione cecena (che per altro stanno
letteralmente sterminando.).
Ovunque si sta ponendo un limite all'orrore.
La capacita' di vedere un movimento storico in cio' che sta
accadendo e' l'unica possibilita' per alleviare la disperazione e
lo sconforto che ci assale ogni volta che ci rendiamo
nuovamente conto dello stato di pazzia e sadismo che devasta
buona parte degli esseri umani. Ma venti secoli fa la tortura era
uno spettacolo popolare quanto oggi lo e' il calcio e al
Colosseo ci si divertiva a veder uccidere fino a mille
prigionieri di guerra al giorno. Per settimane.
Nel medioevo la chiesa incentivava e regolamentava la tortura
e assolveva gli aguzzini premiandoli per il loro solerte offizio.
E ancora nel settecento impiccagioni e roghi erano attrazioni
turistiche domenicali per migliaia di popolani e nobili
sfaccendati.
Quindi se vogliamo salvare la nostra sanita' mentale davanti a
quest'aberrazione da girone infernale dobbiamo vedere le cose
in prospettiva.
La pratica della tortura e' via via diminuita nei secoli. E'
diventata infine illegale ed ora, finalmente, inizia a essere
realmente perseguitata e la sua natura aberrante e' mostrata
davanti agli occhi di tutti. E la coscienza diffusa di cio' che e'
bene e cio' che e' male e' cresciuta talmente che gli stessi
militari si ribellano e rompono il vincolo di omerta'.
Questo e' il fatto. Questa e' una buona notizia.
La tortura non e' piu' la solita storia scritta sui bollettini di
Amnesty International.
La tortura e' fotografata, filmata, certificata dagli alti gradi
dell'esercito, testimoniata da testimoni e confessata dai
colpevoli.
La coscienza umana e la giustizia avanzano lentamente ma il
loro movimento e' inarrestabile.
A noi l'arduo compito di resistere nella nostra umanita' e
insistere con le nostre denunce.
A Bruno Vespa e a Lutwack l'onere di dirci che solo Saddam
torturava e che loro proprio non lo conoscevano ai tempi nei
quali seviziava e sterminava i comunisti iracheni, i curdi e gli
iraniani.
Attenzione, la logica della violenza e della tortura va estirpata
ovunque, in primo luogo tra chi sfila di fianco a noi nei cortei.
Quanti compagni se si trovassero soli con Berlusconi legato e
incappucciato avrebbero la tentazione si mollargli un ceffone?
Essere contro la tortura e' uno stato della coscienza che non
permette distinzioni. Questo ci hanno insegnato i militari Usa,
magari di destra e guerrafondai, che hanno denunciato i loro
commilitoni perche' avevano torturato persone considerate
terroristi. Questi soldati conoscono l'onore e ci dicono: "Non
si tortura nessuno. Senza eccezioni. Neanche uno schiaffo.
Neanche a Bin laden! Neanche a Dell'Utri. Neanche a Previti.
Lo so che con Previti e' dura ma solo quando tutti saremo
convinti che non si tocca un capello neanche a Previti allora
avremo ottenuto di cancellare la tortura dal pianeta.
Dobbiamo capire che anche nelle file della sinistra la cultura
della tortura non e' morta. Cuore, il settimanale di resistenza
umana, solo pochi anni fa pubblicava una classifica sulle
"Cose per le quali vale la pena di vivere". In testa stava
"Sodomizzare Irene Pivetti". Tolsero questa oscenita' dopo
che scrivemmo una lettera di protesta. Ma vedete come e'
labile il confine nella mente persino di persone che si
considerano progressiste. Le grandi rivoluzioni partono nella
mente delle singole persone. E a un certo punto certi pensieri
non sono piu' pensabili.
Un male se ne va quando diventa universalmente intollerabile.
Nella civile Europa fino al 1800 si castravano centinaia di
bambini per farli cantare meglio. Era un'abitudine diffusa e
universalmente accettata, non c'era nessuno che si ponesse
neppure il problema dell'etica e neppure quello
dell'anestesia. Anche al Papa, che parlava direttamente con
Dio, sembrava carino tagliare via il superfluo ai bambini che
cantavano troppo bene. E a molte suore sembrava una
purificazione, un dono, liberare quei fanciulli dalla loro
virilita'. Ed erano tutte bravissime persone.
Oggi appare universalmente intollerabile che il nostro vicino
di casa ci dica: "Ho castrato mio figlio senti come canta bene!"
Questo e' un segno inequivocabile che possiamo sperare in un
domani senza tortura.
Ma non succedera' se resteremo con le mani in mano. Trova
un compagno pirla e spiegagli perche' in nessun caso deve
dare uno schiaffo a Previti.
la verità ti rende libero
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