Addio a Nicolini, ideò l'Estate romana
E' stato ex assessore alla Cultura del Campidoglio, dal 1976 al 1985, sotto giunte di centrosinistra
Il nome di Renato Nicolini è indissolubilmente legato all'Estate Romana, quando da assessore alla cultura riportò la gente in piazza mescolando cultura alta e cultura popolare e inventando quello che fu definito, l'Effimero. Un'eresia, per quel tempo, che scatenò un incessante dibattito durato per tutti gli anni della sua fortuna, ma anche uno stimolo per un paese attanagliato dalla morsa grigia degli Anni di Piombo - quando la gente scendeva in strada solo perché costretta dall'austerity - una morsa che segnava anche il mondo intellettuale e che, nel bene e nel male, Nicolini contribuì a superare.
La ricetta innovativa fu di mescolare avanguardia e pop, di trasformare in palcoscenico qualunque luogo della città compresa la periferia, di sfondare la dimensione del tempo con maratone - di cinema, teatro, danza, poesia - che duravano anche giorni, in una assoluta invasione della notte.
Del resto Renato Nicolini, scomparso oggi a poco più di 70 anni - era nato a Roma il primo marzo del 1942 -, era prima di tutto un intellettuale. Di quel rango cresciuto all'ombra del '68, persone capaci di stringere in un nodo indissolubile pensare e agire. Lui era cosi', era una piccola rivoluzione, profondo e leggero nello stesso tempo e la generazione del Pci, tra le cui file era cresciuto, quella leggerezza che anticipava i tempi, non gliela perdonò mai. Sinceramente commosso però oggi l'addio bipartisan che gli ha tributato la politica italiana, a partire dal messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla famiglia di Nicolini: "che seppe esprimere la sua vocazione culturale e passione politica - strettamente e originalmente unendole - prima nell'attività di brillante assessore al Comune di Roma, e poi nell'intensa attività parlamentare" scrive il presidente, "nel ricordo delle tante occasioni di incontro e di comune impegno".
Omaggio anche dal segretario del Pd Pierluigi Bersani che saluta l'uomo che "ci ha insegnato che la buona politica si fa perseguendo un'idea di servizio alla comunità". Commozione anche da Fabrizio Cicchitto. Per il capogruppo Pdl alla Camera Nicolini a Roma "ha rappresentato un'epoca".
Laureato in architettura fu proprio con un grande studioso di storia dell'arte, Giulio Carlo Argan - primo sindaco non democristiano della capitale -, che nel 1976 divenne assessore alla cultura del comune di Roma, ruolo che continuò a ricoprire fino al 1985 anche con i sindaci successivi, in amministrazioni sempre di centrosinistra, Luigi Petroselli ed Ugo Vetere. In quel decennio Roma diventa d'estate quello che non era mai stata prima, una città attraversata dal cinema, che invade la basilica di Massenzio, dalla poesia che da Castelporziano arriva fino al Parco dei Daini di Villa Borghese, con spettacoli di teatro in strada e persino proiezioni di immagini in movimento che cambiano il volto alle facciate di storici palazzi e della periferia.
"La prima fase, Castelporziano, la basilica di Massenzio, il teatro all' aperto nelle vie del quartiere Prati con Peter Brook e Memé Perlini, il successo nel 1981 con il film Napoleon di Abel Gance": sono i momenti più importanti quella stagione messi in fila dallo stesso Nicolini in una intervista di qualche anno fa. Castelporziano, prima di tutto, dove notte e giorno su una spiaggia che era allora inaccessibile ed è diventata poi la più popolare del litorale romano, si susseguirono grandi poeti internazionali - Allen Ginsberg, William Bourroghs, Gregory Corso, Serghej Evtuschenko - per tre giorni di fine giugno, che si conclusero con la spiaggia invasa da trentamila persone - che mangiavano, dormivano, si spogliavano - e il crollo del palco dei molti partecipanti che si sentivano poeti e finirono coperti di sabbia. Gli intellettuali, anche quelli di sinistra, criticarono quello che fu senza dubbio un grande evento, una piccola Woodstock italiana. Destino che accompagnò la carriera di Nicolini, senza dubbio un provocatore e a volte anche solo per il gusto di travolgere i suoi interlocutori, ma anche in questo assolutamente anticipò i tempi.
L'Estate romana si accese il 25 agosto del 1977 con la proiezione a Massenzio di Senso di Luchino Visconti, per chiudersi a metà anni '80 quando le pubbliche amministrazioni decisero che non era piu' il caso di spendere tanto per la cultura. Ma molto è rimasto, e molto ha inventato, come le notti bianche che ciclicamente continuano. L'Italia stava cambiando e Nicolini non riuscì a portare avanti il suo progetto politico e culturale insieme, spostato in un primo momento anche nell'affascinante castello di Giove e nella zona di Amelia. Dal 1983, per tre legislature fu Deputato al Parlamento italiano prima nelle file del Partito Comunista e poi nel 1992 come esponente del Pd. Nel 1993 si candidò come sindaco di Roma per la coalizione formata dal Prc e dalla lista Liberare Roma ottenendo oltre l'8% dei consensi. Nel 1994 si concluse la sua esperienza parlamentare, ma non certo quella culturale e inizio a pubblicare allora alcune opere teatrali.
Nel 1985 venne nominato dal ministro francese Jack Lang, Officer de l'Ordre des Arts et des Lettres de la Republique francaise. Dal 1988 fino al 1996 è stato vicepresidente della Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto. Dal 1994 al 1997 è stato assessore a Napoli, ma era ancora professore ordinario di Composizione Architettonica nella Facoltà di Architettura dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria. Malato da tempo ma non smetteva di intervenire nel dibattito pubblico, anche dal suo blog per combattere quello che definiva "un forte degrado". Per la sua Roma "svenduta al turismo di massa, i luoghi anche periferici che noi avevamo rivalutato sono stati abbandonati. E' chiaro che i giovani in mancanza di alternative hanno trasformato la città in un enorme pub".
D'ALEMA,CON LUI SALTO QUALITA' CULTURALE ROMA - "Sono molto dispiaciuto per la scomparsa di Renato Nicolini, mi sento vicino ai suoi familiari e ai suoi amici più cari". E' quanto dichiara il presidente della Fondazione Italianieuropei, Massimo D'Alema. "Con la sua passione politica e civile e con la sua creatività ha fatto fare alla città di Roma un salto di qualità dal punto di vista culturale. Quella dell'Estate Romana è stata una stagione straordinaria".
POLVERINI, ARTEFICE RIVOLUZIONE MONDO CULTURA - "Ai familiari di Renato Nicolini desidero esprimere il cordoglio mio personale e della Regione Lazio". E' quanto dichiara Renata Polverini, presidente della regione Lazio. "Con la sua felice intuizione dell'Estate Romana, avvicinando i cittadini alla cultura unita al divertimento - aggiunge la presidente Polverini - Nicolini è stato protagonista e artefice di una rivoluzione nel mondo culturale della nostra città che perdura ancora oggi".
RUTELLI, SUE INNOVAZIONI STRAPPO CULTURALE - Francesco Rutelli ha espresso "grande dolore per la morte di Renato Nicolini. Le sue innovazioni hanno segnato uno strappo culturale e civile nel sonno e negli incubi di fine anni 70. Un cambiamento di primaria importanza che ha accompagnato la mia generazione". Nicolini si candidò Sindaco nel 1993 per Rifondazione Comunista e Rutelli lo chiamò nel 1997 a guidare il Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale, dove rimase fino al 2001.
BERSANI, INDIMENTICATO ASSESSORE A CULTURA - "Apprendo con commozione la notizia della scomparsa di Renato Nicolini: uomo di cultura, eccellente amministratore. Nicolini fu l'indimenticato assessore alla cultura del Comune di Roma che, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, invento' l'estate romana". Lo afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. "Un'esperienza che arricchì la città e, in anni difficili, segnati dal terrorismo, aiutò i cittadini di Roma a riprendere spazi di libertà. Un esempio che si moltiplicò e che fu ripreso dalle amministrazioni di altre città. Uomo lieve ma forte, solido nei suoi convincimenti, Nicolini ci ha insegnato che la buona politica si fa perseguendo un'idea di servizio alla comunità. Esprimo ai familiari di Nicolini il cordoglio mio e del Partito democratico".
FASSINO, ERA UN UOMO GENIALE - "Con Renato Nicolini scompare un uomo geniale, creativo, appassionato che, prima di ogni altro, alla metà degli anni Settanta intuì e dimostrò quanto la cultura sia una leva strategica per la vita di una città": con queste parole il sindaco Piero Fassino esprime il cordoglio suo e di Torino per la scomparsa di Renato Nicolini. Secondo Fassino, Nicolini era "un uomo che, come assessore alla Cultura di Roma, fece scuola e diede impulso ad una stagione di investimento delle città nella cultura, esperienza che si è protratta sino ad oggi"
IDV, SCOMPARE UOMO GENIALE E CORAGGIOSO - "Con Renato Nicolini scompare non solo un amico, ma anche un uomo geniale e coraggioso al quale tutti noi, in particolare quelli tra noi che che amano la cultura, dobbiamo moltissimo. Renato tentò e vinse la sfida di portare nelle piazze i capolavori del cinema, del teatro e della letteratura, restituendo vita e coraggio a una Roma attaccata dal terrorismo e dalla violenza. Se c'é stato un testimone e un combattente a difesa della centralità e della modernità della cultura, questo è stato Renato Nicolini. Ci mancherà anche per questo, oltre che per la sua ironia, la sua intelligenza, la sua capacità eretica di essere sempre a sinistra, sempre con i deboli, con chi difende i beni comuni". Lo dichiara in una nota Giulia Rodano, consigliere regionale e responsabile nazionale Cultura di Italia dei Valori. "Ai suoi familiari, a quanti gli sono stati vicini, vanno i sentimenti della mia partecipazione e del mio cordoglio", conclude Rodano.
Fonte:
ANSA