Jordan: "La mia pallacanestro"
Il grande Michael si racconta in esclusiva per Gazzetta.it a una settimana dalla sua visita italiana di Milano. Intervista in due parti: oggi racconta il suo amore per il gioco
MILANO, 16 ottobre 2006 - Chiamatelo come volete: M.J., Air Jordan, His Airness. Oppure semplicemente Michael Jordan, comunque sia si tratta sempre del più grande giocatore di basket ad avere mai calcato i parquet del pianeta. Anche se da qualche anno ha appeso le scarpe al chiodo, diventando di recente socio di minoranza dei Charlotte Bobcats, la stella dei Bulls è rimasta una delle icone sportive più celebri al mondo: i titoli vinti con Chicago, le imprese del Dream Team 1992 e le schiacciate spettacolari ne hanno fatto un idolo senza tempo. In campo e fuori perché, grazie a un carisma fuori dall'ordinario, Jordan è stato un re Mida anche a livello pubblicitario. Nike, Gatorade e tante altre aziende che hanno versato nelle sue tasche decine di milioni di dollari hanno ricavato soldi a palate.
Adesso la Nike ha deciso di esportare la marca Jordan anche in Europa. Da qui la scelta di M.J. di fare un tour europeo (Parigi, Londra, Amburgo, Berlino, Barcellona e Milano) per una serie di clinic dedicati ai più giovani da unire a una fitta rete di appuntamenti promozionali. In attesa del suo sbarco in Italia (24 e 25 ottobre) Michael Jordan ha rilasciato un'intervista esclusiva a Gazzetta.it che vi proponiamo in due parti. Nella prima ha parlato del suo amore per il basket, del suo approccio verso lo sport e dei suoi obiettivi per il prossimo Tour europeo. Nella seconda si concenterà sul basket internazionale, sulla crescita della pallacanestro europea e sui problemi del basket statunitense.
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