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Basket: Playoff Nba, Vittorie Di Los Angeles e Orlando
New York, 8 mag. - (Adnkronos) - Los Angeles batte Utah 120-110 e si porta 2-0 nella serie valida per la semifinale della Western Conference del campionato NBA. I Lakers si sono imposti grazie anche a una maiuscola prova di Kobe Bryant, che ha messo a referto 34 punti, 8 rimbalzi e 6 assist. Nella semifinale della Eastern Conference fra Orlando e Detroit, vittoria di Orlando con il punteggio di 111-86. I Pistons di Detroit conducono ancora la serie per 2-1.

eurosport


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Basket: Nba, Coach d'Antoni Al Centro Di Duello Bulls-Knicks
New York, 8 mag. - (Adnkronos) - Mike D'Antoni oggetto del desiderio di Chicago Bulls e New York Knicks. Il coach dei Phoenix Suns, destinato a lasciare la franchigia dell'Arizona, secondo il network Espn rischia di scatenare un'asta. I contatti tra i Bulls e l'allenatore non hanno ancora portato alla formulazione di un'offerta definita. D'Antoni considera Chicago la miglior destinazione viste le caratteristiche della squadra. I Knicks, pero', sono pronti ad offrire un ingaggio piu' ricco e puntano sul fattore economico per convincere l'allenatore a sbarcare nella Grande Mela. New York, in ogni caso, avrebbe pronte anche altre soluzioni per la panchina: gli altri potenziali candidati sono Mark Jackson e Avery Johnson, appena silurato dai Dallas Mavericks.

eurosport


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NBA - Lakers, serata da Most Valuable Team
Con un copione che assomiglia molto a quello di gara 1, i Lakers spazzano via le velleità degli Utah Jazz (120-110) e si portano in scioltezza sul 2-0 nella semifinale di Conference. E" stata la serata di Kobe Bryant (34 punti, 8 rimbalzi e 6 assist alla fine, con solo 18 tiri) che ha ricevuto da David Stern il Maurice Podoloff Trophy davanti ai suoi tifosi legittimando finalmente i ridondanti cori "M-V-P" dell"intera stagione. Eloquenti le parole del Commissioner per presentarlo: "Ci può essere solo un MVP e questo è Kobe Bryant".

I Lakers nel primo tempo hanno messo la museruola a due giocatori pivotali dei Jazz quali Boozer (tenuto a zero) e Williams (un solo canestro nei primi 24 minuti, 25 punti alla fine). I mormoni sono subito sotto di 15 a fine primo quarto, di 14 all'intervallo e quando riescono negli ultimi minuti ad issarsi fino al -5, la banda Kobe ha sempre la soluzione per smorzare ogni bagliore di entusiasmo.

La fotografia dei playoff gialloviola rimane così ignara del significato della parola sconfitta suffragando l'ipotesi di una squadra capace di agognare l'anello. Grande serata per Lamar Odom che alla fine dice 19 punti e 16 rimbalzi mentre Derek Fisher manda una cartolina da ex con 22 francobolli nella retina con 7/10 al tiro.

Anche la statistica ora è dalla parte dei Lakers: nella storia NBA, chi perde le prime due gare di una serie ha solo il 6,2% di possibilità di ribaltarla e Phil Jackson non ha mai perso dopo essere stato sopra due a zero. Attenzione però al fattore Salt Lake: i Jazz in regular season hanno perso solo 4 partite in casa.

Ad Orlando invece c'è una squadra che crede alla possibile riapertura del discorso finale di Conference. I Magic, dati quasi per spacciati dopo le prime due partite, vincono 111-86 alla Amway Arena con un grande ultimo quarto contro i Pistons che devono fare i conti con l'infortunio del loro capitano Chauncey Billups . Il quarter back di Detroit (come lo ha definito coach Saunders) dopo 4 minuti di partita ha subito uno stiramento alla gamba destra e dovrebbe saltare almeno la prossima partita che si giocherà sempre in Florida sabato notte.

Rashard Lewis, che aveva litigato con il canestro nelle prime due partite (37%), vive una serata di gloria purissima chiudendo con 11/15 dal campo e 5/6 dall'arco. Sono proprio le sue triple e quelle di Turkoglu che matano la partita che a 11 minuti dalla fine era ancora sui binari dell'equilibrio. I Pistons erano riusciti a recuperare da un deficit di 18 punti fino al -4 nonostante i problemi di falli di Wallace ma il parziale di 11-0 in apertura di ultimo quarto ha disciolto tutte le residue speranze di colpo esterno. Richard Hamilton ha guidato I Pistons con 24 punti e il rookie Rodney Stuckey ha sopperito all'assenza di Billups con una buona prova chiusa a quota 19. Fondamentale nella vittoria dei Magic (che hanno chiuso a 9 la striscia negativa di sconfitte nei playoff contro Detroit) il solito Dwight Howard autore di 20 punti, 12 rimbalzi ma soprattutto 6 stoppate.

Michele Gazzetti / Eurosport


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NBA - Ben è l'orgoglio Cavs, Detroit Principesca
"Non è ancora finita". E' questo il messaggio stentoreo che i Cavs hano fatto risuonare nella Quicken Loans Arena rimandando al mittente le velleità di sweep dei Celtics. Cleveland domina gara 3 108-84 e si porta sull"1-2 nella serie dimostrando di aver le qualità per tentare il clamoroso upset. E" stata una grande vittoria di squadra che ha reso indolore il persistente litigio con il canestro di un James comunque in ripresa. Lebron, che fin qui nella serie aveva tirato con il 19%, chiude con 5/16 dal campo e 21 punti ma il cast di supporto ha brillato chiudendo con un complessivo 32/53 (60,4%).

L'inizio di Cleveland ha stordito letteralmente il match: ottima circolazione del pallone, contropiede e penetrazioni portano i padroni di casa sul 27-8. Protagonista assoluto di questo sprint che si rivelerà decisivo è Ben Wallace che solo fino a quel momento viaggiava con 3-3 al tiro, 6 punti, 2 rimbalzi, un assist, una stoppata ed una rubata. Alla fine sarà l'MVP con nove punti e nove rimbalzi rendendo assolutamente impermeabile l'area pitturata. E pensare che era in dubbio alla vigilia per problemi di allergia e un'infezione all'orecchio che l'aveva presto estromesso da gara 2.

Due fotografie rimangono impresse nella memoria di questo match: il fallo terminale di Posey che per fermare James tenta di "strappargli" il collo (sanzionato in maniera bonaria con un Flagrant 1) e una stoppata impressionante uncinando il pallone di LeBron sulla penetrazione di Rondo. Il play dei Celtics chiude con 0 assist e 3-10 al tiro ma anche Allen ha avuto una serata di abulia con 4/12 e 0/5 nelle triple.

Chi sembra aver chiuso il conto è invece Detroit che, pur senza Billups, è passata al fotofinish (89-90) sul campo di Orlando, dopo aver rincorso per buona parte del match. Decide un arcobaleno di sinistro di Tayshaun Prince a 8.9 secondi dalla fine mentre l'ultimo tentativo di Turkoglu in layup non è baciato dalla fortuna. I Pistons non trovano fluidità offensiva nel primo tempo e segnano solo 44 punti chiudendo a -11 all'intervallo lungo. Hamilton suona la carica (alla fine saranno 32 per lui con 12/24 al tiro) e arriva un parzialone di 15-0 che porta le due squadre in parità all'alba dell'ultimo quarto. Gli extra possessi dei Pistons fanno la differenza (18 punti a 5) ma i Magic rimangono comunque incollati fino all'epilogo che rischia di dirimere definitivamente la serie. Dietro la lavagna l'uomo franchigia, Dwight Howard, che nella serata più importante della stagione è un ectoplasma e costringe Orlando ad affidarsi solo ed esclusivamente al gioco degli esterni. Per il centro un eloquente 3/12 al tiro e una timidezza inconsueta nei momenti chiave del match: sull'errore di Turkoglu nel finale, il miglior Howard avrebbe inchiodato il tap-in della vittoria.

Michele Gazzetti / Eurosport


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NBA - D'Antoni nella Grande Mela. Con Gallinari?
Ora è ufficiale, Mike D'Antoni sarà il coach della ricostruzione in casa Knicks. New York ha vinto il ballottaggio con Chicago: l"ex playmaker dell"Olimpia Milano percepirà in tutto 24 milioni di dollari, al cambio attuale 15,55 milioni di euro, per i prossimi 4 anni. L"allenatore ha iniziato la sua avventura con Phoenix nel dicembre del 2003 e da allora vanta un'impressionante 65% di vittorie con 253 W su 389 partite ma il saldo nei playoff è solo 26-25.

L'architetto del gioco più offensivo dell'NBA deve risanare un ambiente che negli ultimi anni è caduto in disgrazia. Alcuni maligni sostengono che sia l'uomo giusto nel posto sbagliato: "Il problema dei Knicks è che non si allenano bene e che non difendono. D'Antoni come può risolverlo?". Si preannuncia anche una rivoluzione tecnica, potrebbero esserci molte partenze ma l'ostacolo principale per Mike è che non ci sarà spazio nel salary cap dei Knicks prima del 2011. Attualmente il roster vanta giocatori con pochissima energia nelle gambe ma soprattutto penuria di intelligenza cestistica. Insomma, serve davvero un capolavoro anche nel convincere il presidente Walsh a prendergli i giocatori giusti.

Il primo acquisto potrebbe essere un nome molto familiare e ricco di suggestioni. Trattasi di Danilo Gallinari, MVP del campionato italiano prossimo a volare nell'NBA. New York avrà una delle prime scelte al prossimo Draft e D'Antoni potrebbe spingere per il talento italiano consigliato dai suoi molteplici amici di Milano.

Gli amanti della numerologia impazzirebbero per questa vicenda. Mike d'Antoni, leader delle scarpette rosse con la maglia numero 8, potrebbe allenare il fenomeno dell'Olimpia Milano di oggi che veste quel magico numero. Senza contare che Danilo, nelle innumerevoli interviste post dichiarazione di eleggibilità, ha sempre affermato che New York è in testa alla lista dei suoi desiderata. Insomma una favola ricca di corsi e ricorsi, di suggestioni e dejà-vu : ne sapremo qualcosa di più il 26 giugno.

Michele Gazzetti / Eurosport


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Serie A - Roma e Avellino, vince il fattore campo
Nel match giocato ad Avellino si è visto uno spettacolo irripetibile. Partono meglio i siciliani che si portano sul 15 a 2 con un ispiratissimo Gianmarco Pozzecco che dispensa assist pregevoli. Sul 22 a 11 per gli ospiti Avellino comincia la lenta rimonta con un Alex Rigetti sugli scudi. Alla fine del primo quarto l'Air si porta a -2, sul 26 a 28.

L'inizio del secondo quarto vede i padroni di casa sciogliersi ed iniziare a giocare meglio. Si gioca punto a punto in questa fase ma si ha l'impressione che gli irpini abbiano qualcosa in più. Avellino con Rigetti si porta anche sul + 6 ma prontamente la Pierrel rientra nel match con due giocate di Pozzecco. Il primo tempo si chiude proprio con un canestro del triestino sulla sirena, 51-50.

Gara d'attacco per i due quintetti che sono andati al tiro rispettivamente 31 volte Avellino e 30 Capo d'Orlando. Tegola sulla squadra campana che deve rinunciare a Rigetti infortunatosi al bicipite femorale alla fine del secondo quarto. L'italiano aveva realizzato 10 punti in 17 minuti lasciando il segno in questo confronto, non farà più parte della partita.

Si riprende a giocare nel secondo tempo con le due squadre leggermente stanche ma che continuano ad offrire un grande spettacolo chiudendo il penultimo quarto in parità sul 73-73.

All'ininzio dell'ultimo quarto Avellino tenta la fuga con una tripla di Green, gli ospiti non riescono a reagire e Cavaliero con un'altra "bomba" porta Avellino sull'82 a 73 spezzando le gambe ai siciliani che con grande orgoglio e con un Pozzecco mai domo si riportano sul -3 ma vengono ricacciati indietro definitivamente. Finisce 103 a 92 un match semplicemente da rivedere.

Nell'altra partita giocata al Palalottomatica, Roma non ha avuto molti problemi ad avere la meglio della Tisettanta Cantù per 85 a 59. Buona la prova di Ukic che ha chiuso con 16 punti, 5 su 7 da due, 1 tripla e 4 rimbalzi.Bene anche Lorbek e Fucka che finiscono il match con un bottino di 15 e 14 punti. Per gli avversari sono pesate le 20 palle perse e la scarsa percentuale al tiro.

Tra due giorni si replica a campi invertiti.

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Serie A - Roma e Avellino, vince il fattore campo
Nel match giocato ad Avellino si è visto uno spettacolo irripetibile. Partono meglio i siciliani che si portano sul 15 a 2 con un ispiratissimo Gianmarco Pozzecco che dispensa assist pregevoli. Sul 22 a 11 per gli ospiti Avellino comincia la lenta rimonta con un Alex Rigetti sugli scudi. Alla fine del primo quarto l'Air si porta a -2, sul 26 a 28.

L'inizio del secondo quarto vede i padroni di casa sciogliersi ed iniziare a giocare meglio. Si gioca punto a punto in questa fase ma si ha l'impressione che gli irpini abbiano qualcosa in più. Avellino con Rigetti si porta anche sul + 6 ma prontamente la Pierrel rientra nel match con due giocate di Pozzecco. Il primo tempo si chiude proprio con un canestro del triestino sulla sirena, 51-50.

Gara d'attacco per i due quintetti che sono andati al tiro rispettivamente 31 volte Avellino e 30 Capo d'Orlando. Tegola sulla squadra campana che deve rinunciare a Rigetti infortunatosi al bicipite femorale alla fine del secondo quarto. L'italiano aveva realizzato 10 punti in 17 minuti lasciando il segno in questo confronto, non farà più parte della partita.

Si riprende a giocare nel secondo tempo con le due squadre leggermente stanche ma che continuano ad offrire un grande spettacolo chiudendo il penultimo quarto in parità sul 73-73.

All'ininzio dell'ultimo quarto Avellino tenta la fuga con una tripla di Green, gli ospiti non riescono a reagire e Cavaliero con un'altra "bomba" porta Avellino sull'82 a 73 spezzando le gambe ai siciliani che con grande orgoglio e con un Pozzecco mai domo si riportano sul -3 ma vengono ricacciati indietro definitivamente. Finisce 103 a 92 un match semplicemente da rivedere.

Nell'altra partita giocata al Palalottomatica, Roma non ha avuto molti problemi ad avere la meglio della Tisettanta Cantù per 85 a 59. Buona la prova di Ukic che ha chiuso con 16 punti, 5 su 7 da due, 1 tripla e 4 rimbalzi.Bene anche Lorbek e Fucka che finiscono il match con un bottino di 15 e 14 punti. Per gli avversari sono pesate le 20 palle perse e la scarsa percentuale al tiro.

Tra due giorni si replica a campi invertiti.

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Cantu`: Dalmonte `Qui serve un`altra partita`
Luca Dalmonte, coach della Tisettanta Cantu`, esamina la prima gara dei quarti di finale playoff , persa con la Lottomatica. “Abbiamo giocato i primi 20’ piu` o meno come volevamo – dice Dalmonte - cercando di essere il piu` collassati possibile dentro l’area cercando di togliere a Roma i punti di riferimento dentro l’area avendo quella decorosa pazienza in attacco per non far correre il contropiede a Roma anche se alla fine dei primi 20’ sia la produzione di Roma dentro l’area che in contropiede aveva prodotto il 70% dei 42 punti segnati da loro. Nella ripresa Roma ha alzato la difesa come intensita`. Noi abbiamo giocato troppo lontano dal ferro, siamo stati poco aggressivi sia nell’esecuzione che nella voglia di attaccare e questo ha fatto si che Roma riuscisse sempre a creare grandissima pressione su tutte le nostre situazioni offensive” .

Dalmonte quindi cerca di evidenziare la chiave della gara: `Al primo vero allungo di Roma siamo andati fuori controllo, abbiamo fatto palle perse e non abbiamo piu` avuto serenita`, lucidita` e anche l’energia per rientrare in partita. Per una squadra come la nostra e` importante prendere quello che deve essere fatto meglio, cercare di comprendere il perche` su alcune situazioni e dobbiamo immediatamente cancellare questa partita perche` vale un punto cosi` come sarebbe valso un punto se avessimo perso. 1-0 per Roma, adesso tocca a noi capire il perche` e proporre un’altra partita a Cantu` dopo avere imparato quello che ci serve per essere diversi e per giocare in modo diverso” .

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Serie A - Con Poz si ritira la fantasia nel basket
La fantasia nel basket è morta al minuto 36'14'' di gara 3 tra Avellino e Capo d'Orlando. Meo Sacchetti, coach dei siciliani, chiama il cambio e se per Fabi è solo un ingresso in campo, per Pozzecco è la fine di una carriera, il passo d"addio del talento più anarchico ed esteticamente trascinante del basket italiano. Gianmarco si toglie la canotta blu svelando una maglietta artigianale che è una sorta di testamento cestistico scritto con il pennarello nero su tessuto bianco. Tra le scapole non ci sono le otto lettere del suo cognome ma solo la scritta Chicco , dedicata al suo ex compagno e amico Ravaglia scomparso in un incidente stradale nel 1999.

E poi una serie infinita di ringraziamenti: "Grazie per avermi sopportato. Grazie di tutto. Grazie Enzo". La dedica per il presidente che l'ha voluto e coccolato e che non era presente al palazzetto perché agli arresti domiciliari.

Il basket si sente già orfano del personaggio più picaresco e istrionico che abbia mai calcato i parquet italiani, uno di quelli che o si odia o si ama alla follia. Come testimoniano d'altra parte le sue parole a caldo, intriso in un oceano di lacrime e sudore: "Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno cercato di capire in questi 30 anni, forse nessuno ci è riuscito. Chiedo scusa se ho sbagliato, l'ho fatto solo perchè avevo un amore spasmodico per questo sport".

Per i profani della palla arancione, è come se si fosse ritirato il Roberto Baggio del basket. Due personaggi diametralmente opposti ma uniti da un grandissimo feeling con la poesia applicata allo sport.

Pozzecco, triestino classe 1972, aveva iniziato a predicare basket in serie A nella stagione 90/91 con la Rex Udine. Da lì una sfolgorante carriera con due perle indimenticabili: nel 1999 lo scudetto vinto con la "sua" Varese e nel 2004 la medaglia d'argento leadereggiando l'Italia alle Olimpiadi. Nel 2002, proprio contro Avellino, il record di punti in serie A, 42. Dopo l'esperienza in Russia, questa sua ultima stagione trionfale in cui è stato osannato in tutti i palazzetti italiani, anche da chi l'aveva insultato per anni.

Finisce la favola della Mosca Atomica, l'uomo che più di ogni altro ha saputo essere uno spot vivente per la pallacanestro. Uno dei pochi per cui vale la pena domandarsi che basket sarebbe stato senza lui in campo. Ci mancherai tantissimo Poz.

Michele Gazzetti / Eurosport


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Basket: Playoff Nba, San Antonio Pareggia i Conti Con New Orleans
New York, 16 mag. - (Adnkronos) - San Antonio batte New Orleans 99-80 in gara-6 e pareggia i conti nella semifinale di Western Conference dei playoff NBA. Spurs e Hornets sono ora sul 3 pari nella serie, la partita che decidera' la finalista di Conference e' in programma lunedi' prossimo.
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Serie A - Roma è implacabile, semifinale raggiunta
Alla fine è andata secondo i pronostici ma, a serie conclusa sul 3-1 per la Lottomatica, è apparso evidente che i romani hanno dovuto faticare molto più di quanto avevano previsto per eliminare la Tisettanta Cantù.

Anche questa sera i capitolini hanno sofferto almeno per tre quarti (al 29' il punteggio era di 45-44 per Roma) prima di poter finalmente riuscire a mettere sotto i brianzoli e raggiungere Avellino nella semifinale. Per la Tisettanta, all'inizio del campionato pronosticata come fra le candidate alla retrocessione, la stagione si è conclusa fra gli applausi di un caldissimo pubblico che ha riconosciuto alla squadra un impegno mai mancato durante l'anno e che ha permesso di raggiungere, oltre che una tranquilla salvezza, anche il traguardo dei play off.

Stasera la partenza di Roma, molto precisa nel tiro da tre punti, è stata bruciante: 10-0 al 3'. La reazione canturina non si è fatta attendere e, dopo aver registrato meglio la difesa, é tornata sotto fino al -2 sul 24-22. Con un Wood (il miglior giocatore dell'anno di Cantù) in debito d'ossigeno, la Tisettanta ha avuto in Fitch, Ciukinas e Toure gli uomini che l'hanno tenuta in scia. La partita è stata combattuta punto a punto fino al 29', con Cantù capace di arrivare a meno uno (45-44). Il play romano Ukic a quel punto ha preso per mano la Lottomatica e, nell'ultimo quarto, ha portato in porto una vittoria meritata. Negli ultimi minuti la Tisettanta non è riuscita a opporre più resistenza e Roma ha controllato agevolmente, vincendo 66-53. Nell'ultimo time out, al 39' minuto, l'allenatore di Cantù, Luca Dalmonte, ha portato in campo l'intera squadra e con i giocatori ha applaudito e ringraziato il pubblico del palazzetto Pianella.

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NBA - Ginobili porta gli Spurs in finale
Mercoledì sera a Los Angeles ad affrontare i Lakers ci sarà San Antonio. Non ce l"hanno fatta gli Hornets ad avere la meglio della compagine del trio Duncan, Ginobili e Parker. David West ha guidato gli New Orleans con 20 punti mentre Jannero Pargo e Paul hanno portato a casa 18 centri.

Prova decisivamente positiva per Chandler, autore di 13 punti 15 rimbalzi. Per gli Spurs, Duncan ha raccolto 16 punti e 14 rimbalzi. Dopo un primo quarto equilibrato San Antonio da una accelerata al match infilando un parziale di 12-5 e guidati da Parker si portano avanti fino al 36-25. Arriva però la reazione di New Orleans con un 12-0 segnato da Stojakovic e Peterson. Gli Hornets ritornano a -1.

Ma è Ginobili a spostare gli equilibri della gara ricacciando indietro i padroni di casa a -11. Troppi errori dai liberi per gli Hornets, 4 su 9 e il primo tempo lo chiudono in vantaggio gli Spurs 51-42. Gli Hornets con un forcing finale recuperano quasi tutto lo svantaggio portandosi sotto fino al -3. Da li in poi un parziale di 6-0 ha condotto gli Spurs verso la finale.

Gli Hornets sotto di nove in apertura di ultimo quarto si sono fatti sotto con Pargo da tre che realizza il canestro numero 80. Decisivo Tony Parker che segna a 50 secondi dalla fine due punti mettendone 5 tra la sua squadra e gli Hornets. Il match si conclude praticamente qui con il finale che premia gli Spurs che vincono per 91-82.

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04/06/2008 22:03
 
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NBA - Celtics-Lakers, la storia a confronto
Lakers e Celtics, le due franchigie con la storia più ricca dell'Nba, si affrontano 21 anni dopo l'ultima finale. Ci si aspetta una serie record in quanto ad ascolti (dopo il picco negativo della passata stagione) al punto da impensierire le vette raggiunte nell'era Jordan. Una finale talmente "bella" e perfetta per il circo del basket professionistico americano da alimentare teorie di cospirazione con David Stern come burattinaio.

Nei playoff Los Angeles si è fatta ammirare più di Boston che è solo 2-7 nelle gare giocate in trasferta. 96 punti di media in casa per i Celtics contro solo 85 in trasferta nella post season. In stagione la squadra della Eastern Conference è in vantaggio 2-0 con 32 punti complessivi di scarto ma sono precedenti che fanno poco testo perchè appartenenti all'era pre-Gasol.

Nella serie sarà decisiva la percentuale da 3 dei Lakers: se i gialloviola sono pericolosi dall'arco possono aprire il campo e concedere spazio al gioco di Bryant. Boston (che nei playoff ha giocato 5 gare in più dei Lakers) ha il fattore campo a favore e dovrà cercare di abbassare il ritmo per contenere l'attacco ( 105.86 punti di media) di LA che è il più produttivo dell'NBA nei playoff. Viceversa i Celtics hanno la miglior difesa (87.25 punti subiti ) e dovranno trovare una chiave tecnica per fermare Odom che può svoltare l'inerzia con la sua costante propensione all'attacco al ferro nei coast to coast.

Rajon Rondo vs Derek Fisher

A sorpresa potrebbe essere uno dei matchup chiave della serie. Fisher ha esperienza e leadership, ha in canna il tiro decisivo e tende a sbagliare pochissimo nell'economia di una serie. Rondo è al primo anno da titolare e ha nelle percentuali al tiro il suo tallone d'Achille. Ha più talento puro e più atletismo del dirimpettaio, il suo obiettivo in fondo è segnare 8-10 punti e innescare il Big Three.

Ray Allen vs Kobe Bryant

Kobe è semplicemente inarrestabile, la vera differenza in questo scontro sarà nella produzione di Allen, che dovrà mantenersi sui 15 punti per rendere competitivi i Celtics. Tra i due è sempre intercorso odio profondo, non solo strettamente sportivo, e hanno sempre giocato molto bene l'uno contro l'altro.

Vladimir Radmanovic vs Paul Pierce

Pierce è cresciuto a pane e Lakers, e ora torna nella California del Sud come nemico pubblico numero uno. E' alla sua prima vera finale Nba e dovrà saper gestire le emozioni che di solito elude piazzando i canestri decisivi della stagione. Sulla carta è il mismatch qualitativo più evidente ma Radmanovic non ha mai giocato così bene come negli ultimi mesi (63.3% al tiro contro San Antonio). La chiave è stancare Pierce in difesa mentre a mettergli la museruola in attacco potrebbe pensarci la staffetta Walton-Odom-Bryant.

Kevin Garnett vs Lamar Odom

KG è l'uomo più affamato di anelli dell'intera serie finale. Incarna l'intensità allo stato puro sui due lati del campo e in post basso è un'arma devastante contro i Lakers (nei 2 precedenti stagionali 55% dal campo). Odom può metterlo in difficoltà accelerando in transizione e potrebbe trovare extra possessi nella lotta sotto i tabelloni. Sono due giocatori fisicamente simili ma diametralmente opposti a livello tecnico.

Kendrick Perkins vs Pau Gasol

Il centro di Boston è tosto e grezzo, lo spagnolo invece gioca di fioretto e sprizza classe ad ogni giocata. La capacità di Gasol di tirare lontano da canestro può fare la differenza creando più danni del triangolo offensivo gialloviola. Il tonnellaggio di Perkins può rivelarsi devastante in post basso ma potrebbe aver ben presto problemi di falli e nei 48 minuti ha spesso passaggi a vuoto a livello di concentrazione.

Panchine a confronto:

Doc Rivers ha a disposizione giocatori di ottima qualità quali PJ Brown, Sam Cassell, James Posey e Eddie House: stazza, tiro e rimbalzi sono i plus. Phil Jackson può contare su Sasha Vujacic, Luke Walton, Jordan Farmar, Ronny Turiaf e Trevor Ariza ma sembrano avere qualcosina meno in termini di talento.

Michele Gazzetti / Eurosport


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20/06/2008 22:33
 
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NBA - Bryant "Mi piacciono questi Lakers"
Non più di otto mesi fa Kobe Bryant era virtualmente un giocatore degli Chicago Bulls. "Voglio essere ceduto, sono arrivato a un punto in cui non credo ci sia più nessuna alternativa", aveva duramente affermato il figlio di Jelly Bean alla vigilia della stagione 2007-08, profondamente deluso dai mancati movimenti di mercato in offseason e dalla scarsa qualità, a suo avviso, del roster gialloviola, inadatto per puntare seriamente al titolo. "Non c'è niente che i Lakers possano fare per tenermi a Los Angeles", rispondeva Kobe agli scettici. Alla fine la trade non si fece, non per colpa di Bryant, ma dei Bulls, che si ritirarono all'ultimo momento quando ormai il mondo intero lo disegnava già con la maglia della Città del Vento.

Bryant criticò duramente la dirigenza losangelina, il gm Mitch Kupchak e il compagno Andrew Bynum, reputandolo non all'altezza di una squadra da titolo (se non da playoff), e venne pesantemente fischiato nella sua partita d'esordio. Da lì in poi le cose voltarono decisamente pagina: la crescita esponenziale di Bynum (35 partite chiuse con una doppia-doppia di media da 13.1 punti e 10.2 rimbalzi) e il "colpo gobbo" di Kupchak, che il 1° febbraio si liberò di Kwame Brown (un altro poco gradito a KB24) per portare a Los Angeles Pau Gasol, alimentarono una stagione gialloviola ben sopra le aspettative: i Lakers, trascinati dai big-three (Bryant, Odom e Gasol), approdarono alle Finals, e Kobe vinse per la prima volta in carriera il premio di MVP.

Ora, a tre giorni da gara-6 e dalla definitiva resa losangelina a Boston, Bryant si ripresenta radicalmente mutato: "Sono contentissimo della squadra", spiega KB24. "Qualsiasi cosa Kupchak deciderà di fare in estate, sarà sicuramente una buona scelta. Sarà un'estate rilassante per me, perché so che anche l'anno prossimo avremo la possibilità di vincere il titolo. Quest'anno ci siamo andati molto vicini: sono eccitato dall'idea di poterci provare ancora e, con un po' di fortuna, il risultato finale potrà essere diverso. Boston si è presentata alle Finals con maggiore esperienza, e questa è stata l'arma in più che ha permesso loro di vincere, ma anche noi abbiamo appreso molto da questa post-season".

Nella prossima stagione, con Bynum rientrante dall'infortunio, i Lakers aggiungeranno un tassello importante al quintetto base: Gasol potrà essere traslato nella posizione di ala grande, a lui più consona, e Odom potrà giocare da ala piccola, in modo da sfruttare appieno il suo eclettismo su entrambi i lati del campo.

"Siamo una squadra giovane - prosegue Kobe - abbiamo grandi chance di crescita e di miglioramento: l'anno prossimo giocheremo sicuramente meglio, perché in questa stagione abbiamo tutti imparato tantissimo. Sarà divertente".

La prossima settimana Bryant si unirà alla rappresentativa statunitense al minicamp di Las Vegas: a ottobre potrebbe dare la rivincita ai Celtics con un oro olimpico al collo.

Daniele Fantini / Eurosport


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11/07/2008 16:50
 
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Colpo Milano, preso Jumaine Jones
(AGM-DS) - 11/07/2008 12.53.39 - (AGM-DS) - Milano, 11 luglio - Prosegue senza soste la campagna di rafforzamento del nuovo corso dell`Olimpia Milano targato Armani. E cosi` dopo i vari Rocca, Vitali, Mordente e Thomas, ecco il campione che puo` infiammare i tifosi del Forum. La societa` meneghina ha infatti comunicato di aver ingaggiato l`ala statunitense Jumaine Jones. Il giocatore, che indossera` la casacca con il numero 20, ha firmato un contratto di un anno con opzione per la seconda.

Jones, 29anni, cresciuto nel prestigioso ateneo di Georgia University, (in due anni diventa anche il primo sophomore della storia dal 1984 a vincere la classifica dei marcatori della Southeastern Conference NCAA), viene scelto con il numero 27 dagli Atlanta Hawks nel Draft del 1999, che lo scambiano pero` subito con Philadelphia. Nella sua seconda annata ai 76ers, l`ala contribusice dalla panchina in maniera significativa alla conquista della Finale NBA poi persa con i Los Angeles Lakers. Dopo altre due buonissime stagioni a Cleveland con i Cavs (10 punti e 5 rimbalzi di media in 27 minuti sul parquet nel 2002-2003), passa ai Boston Celtics dove un infortunio ne limita l`utilizzo. Ceduto ai Lakers nel 2004/2005, con i gialloviola scrive 7.6 punti e 5.2 rimbalzi a partita in 24 minuti con il 39% da tre punti.

L`anno dopo, con gli Charlotte Bobcats, mette a referto la sua migliore stagione NBA: oltre 10.5 punti e 5 rimbalzi di media. Dopo un anno a Phoenix con i Suns di D`Antoni, decide di provare l`avventura europea, firmando nell`ottobre 2007 per la Eldo Napoli di Piero. Le sue cifre in Campania sono da campione: 18 punti, 8.4 rimbalzi e 2 recuperi di media a partita in 36 minuti, tirando con il 48.6% da due punti, il 43.5% da tre e il 74% ai liberi. Insomma, l`uomo con i punti nelle mani che cercava Bucchi e tutta la dirigenza milanese.



(R. Datasport, DTS)







"Non ho idoli. Ammiro il duro lavoro, la dedizione e la competenza." (Ayrton Senna)

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