Retromarcia alla Camera
torna il pedaggio sul Gra
Accolto emendamento Pd, ma due ore dopo il centrodestra cambia parere.
La maggioranza disponibile ad appoggiare una risoluzione per un rinvio al 2012
Nuova bagarre sui pedaggi. L'ennesima. E solo pochi giorni dopo la sentenza del Tar che ha definitivamente bocciato il primo tentativo del governo, avviato l'estate scorsa, di far pagare il passaggio delle automobili sul Grande raccordo anulare.
Stavolta, all'origine del caso, c'è l'ordine del giorno presentato ieri mattina da Michele Meta, capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, durante la votazione del decreto Milleproroghe, per escludere lo snodo romano dall'elenco delle tratte a pagamento e per rinviare al primo gennaio 2012 l'introduzione dei pedaggi su tutti i nuovi tratti autostradali gestiti dall'Anas.
Ordine del giorno che, secondo Meta, è stato inizialmente accolto con favore dal governo, ma "solo due ore dopo l'esecutivo ha cambiato parere". Una mossa inspiegabile per il deputato Pd, che ipotizza: "Forse l'arrivo alla Camera del ministro Altero Matteoli deve aver indotto palazzo Chigi - che, per bocca del sottosegretario Giorgetti, aveva espresso parere favorevole al nostro ordine del giorno - a cambiare idea". Ma il ministro Matteoli ha immediatamente replicato: "Meta avrebbe fatto bene, prima di dar vita a polemiche infondate, ad aspettare l'esito del voto sull'ordine del giorno sui pedaggi, che è stato respinto dalla Camera dopo il parere contrario del governo". Il Milleproroghe rilancia così il pagamento del Raccordo dal primo maggio.
Al di là delle frecciate a distanza tra maggioranza e opposizione, sulla vicenda alla fine i parlamentari eletti nel Lazio hanno trovato una strada comune e con molta probabilità appoggeranno tutti, martedì prossimo, una risoluzione - un atto d'indirizzo - che verrà presentata in commissione Trasporti alla Camera sempre da Meta. Risoluzione nella quale chiederanno, all'unisono e per l'ennesima volta, il rinvio al primo gennaio 2012 dei pedaggi sui 1.200 nuovi chilometri individuati dal governo e l'esclusione del raccordo romano dalla lista delle strade a pagamento. Un nuovo tentativo, quindi, di bloccare le tasse sulle arterie italiane.
Tentativo che deve compiersi in tempi strettissimi: è già partito il conto alla rovescia per conoscere i dettagli dell'operazione nuovi pedaggi, contenuti in un apposito decreto della presidenza del Consiglio dei ministri che dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni. E, anche se alcuni giorni fa il ministro Matteoli aveva dichiarato che la tassa non colpirà in alcun modo i pendolari, gli amministratori locali erano comunque insorti puntando i piedi e annunciando nuovi ricorsi.
Fonte:
Repubblica[Modificato da binariomorto 26/02/2011 23:27]