Vucinic gela l'Inter al 92'
Orgoglio Roma coi campioni: 1-0
Gara equilibrata, nervosa e brutta nella ripresa: nel recupero il neoentrato montenegrino va in tuffo su un cross di De Rossi e sblocca il risultato. I giallorossi trovano la prima vittoria stagionale, per l'Inter prima sconfitta in campionato
ROMA, 25 settembre 2010 - Quando tutto sembra finito e lo 0-0 sembra stampato, questa sfida - diventata la più spettacolare dell’ultimo lustro - regala le emozioni maggiori in coda. Quella frustata che confeziona la prima sconfitta nel campionato italiano per Rafa Benitez e rilancia anche la Roma che trova il primo successo, cercato e trovato nel momento in cui all’Olimpico in pochi ci credevano. Sì perché Mirko Vucinic, subentrato a un Totti deludente, aveva fatto imprecare la curva sud per un paio di giocate approssimative. E invece proprio il montenegrino si fa trovare pronto sull’ultimo cross di De Rossi (anche lui senza lampi per 90’), anticipando il colpevole Lucio. Questo in un finale nel quale la Roma cala fisicamente e regge solo col carattere, l’Inter non trova il colpo del k.o. con Eto’o e paga oltremodo una prestazione forse troppo guardinga. I tentativi di fuga per il momento sono rimandati. E il Milan incalza a 2 punti.
DIFESE BLOCCATE — L’inizio è decisamente di studio. Roma coperta nel suo 4-4-2 con Menez e Perrotta esterni abbastanza attenti a non perdere le distanze con i mediani De Rossi e Pizarro. All’inizio c’è solo un lampo di Sneijder, con un cross pericoloso da destra, a parte Stankovic che comincerà il suo personale tiro al bersaglio dalla grande distanza. Poi grandi applausi per un bel recupero in velocità di Juan su Milito. E un bel taglio ancora dell’olandese su cross basso di Maicon.
QUELLI COL CASCO — A infiammare la sfida ci pensano gli uomini col casco, visto che entrambi i terzini mancini usano la protezione al capo. E se Chivu (beccato dal primo minuto dopo i gestacci al pubblico romano nella finale di Coppa Italia) si arrangia come può ed è l’unico nervoso e ammonito del primo tempo, Riise diventa il grande protagonista: con lui la Roma ha ben altra forza offensiva. Il norvegese, davanti al suo ex tecnico del Liverpool Benitez, sfodera una prestazione di grande intensità, costringendo spesso Maicon sulla difensiva e superandolo un paio di volte. Dai suoi cross i giallorossi costruiscono le occasioni migliori. Al primo lancio di sinistro, con la difesa dell’Inter piazzata non benissimo, Totti riesce con un assist sporco a trovare Perrotta solo davanti al portiere e Julio Cesar si salva respingendo col corpo. Allo scadere del tempo ancora Riise pesca solo in area Totti, il cui controllo approssimativo mette dubbi sull’identità a pochi passi dalla porta.
STANKOVIC IL CECCHINO — Se nella mediana romanista Pizarro detta i tempi e De Rossi annaspa, in quella interista brilla uno Stankovic ispirato. Un suo assist libera Eto’o sulcui tiro Burdisso si oppone col corpo. Ma soprattutto il serbo prova più volte il tiro dalla distanza, confidando in un Lobont respingente, nel senso che il portiere romeno non blocca mai il pallone. Due tiri nello specchio sul quale la riserva di Julio Sergio si arrangia con stile non impeccabile e poi una traversa verso la fine del tempo.
INIZIO RIPRESA SPETTACOLARE — Un Cambiasso come al solito poco appariscente, trova l’inserimento giusto a inizio ripresa, Sneijder lo pesca a centro area smarcato, ma l’argentino – fantasma per Maradona – non riesce a deviare di testa come vorrebbe. Le squadre si allungano e la partita diventa spettacolare. Menez, un po’ molle nel primo tempo, si rende conto che può puntare e scavalcare Chivu: ci riesce e sul cross in scivolata – con Julio Cesar fuori causa - da un metro Borriello manca l’occasione più clamorosa. Poco dopo Eto’o, con un tiro a girare costringe Lobont all’ennesima respinta.
LA PAPERA DI JULIO CESAR — Già la stagione scorsa una sua incertezza aveva agevolato un gol di De Rossi, stavolta il portiere brasiliano la fa grossa: deve rimettere dal fondo, ma mette il pallone per terra nella propria area piccola lo tocca col piede e lo riprende in mano: l’attento Morganti fischia la punizione a due, ma la conclusione di Totti non è degna del suo nome e l’Inter (e soprattutto il suo numero 1) tira un sospiro di sollievo.
INTER A SPECCHIO — Benitez si rende conto che la sua squadra soffre un po’ e sostituisce uno stanco Milito con Muntari che si piazza a sinistra sulla mediana, così i nerazzurri passano al 4-4-1-1. Con Eto’o nella sua posizione preferita. Ma stavolta il camerunese non è micidiale, perché quando poco dopo la mezz’ora Juan commette uno dei pochi errori e Sneijder verticalizza: Samuel sparacchia fuori da buona posizione. Cerca di rifarsi poco dopo, ma sulla sua frustata di destro, Lobont compie il suo intervento migliore. Poi il Vucinic che non ti aspetti e la Roma che vince ancora con i campioni d’Italia all’Olimpico, come nel marzo scorso: 2-1 alla squadra di Mourinho.
BRAVO MORGANTI — Con le premesse di una settimana carica di polemiche e tensioni, un applauso va all’arbitro marchigiano che sa leggere i momenti della partita senza farsi condizionare. Un solo cartellino nel primo tempo corretto – dove decide di non fischiare per una gamba troppo alta di Lucio in area (sarebbe punizione a due) - poi comincia a sventolare gialli quando il nervosismo sale. E se grazia Chivu da una possibile espulsione per doppia ammonizione, è indulgente anche con Menez per un intervento da dietro su Sneijder che potrebbe essere da rosso.
Maurizio Nicita
Fonte:
gazzetta