Paul Newman
Poche parole per annunciare la scomparsa a 83 anni di uno dei più straordinari attori di Hollywood: “Stamani alle 7,30 ho ricevuto una mail dall’America che mi ha fatto sapere che Paul Newman non è più tra noi” ha detto Vincenzo Manes, presidente della fondazione Dynamo Camp di Limestre, un gruppo che fa parte dell’organizzazione internazionale di solidarietà fondata da Newman. È scattato, fra i presenti, un applauso durato alcuni minuti. La notizia è stata confermata da una portavoce di famiglia. Era malato di cancro ai polmoni.
Quella di Newman è una carriera che ha attraversato 60 film e due premi Oscar. Occhi azzurri, fascino da vendere e tanta autoironia, l’attore è nato il 26 gennaio del 1925 a Shaker Heights (Ohio) da una famiglia di americani di seconda generazione. Nel 1943 ha già fatto qualche esperienza di recitazione in alcune compagnie teatrali dell’Illinois e Wisconsin. Non manca all’appuntamento con la seconda Guerra Mondiale decidendo di arruolarsi in Marina. Ma per lui nessuna prima linea a causa del suo daltonismo.
Comincia ad aggiudicarsi alcuni ruoli sia in tv che in teatro, dove conosce quella che diventerà la sua seconda moglie: l’attrice Joanne Woodward che sposerà nel 1958, dalla quale avrà tre figli e con la quale ha vissuto fino all’ultimo. Allo stesso tempo, per perfezionare la sua recitazione, si iscrive all'’Actor Studio’. Il vero battesimo da attore arriva con la versione teatrale del film Picnic. Proprio per questo ruolo viene notato dalla Warner Bros che lo mette sotto contratto. Arriva così il suo primo film, Il calice d’argento: un discutibile kolossal epico-religioso che fu letteralmente stroncato dalla critica. Andrà molto meglio con il secondo, Lassù qualcuno mi ama (1956), dove interpreta il pugile Rocky Graziano.
Dopo sette nominations, nel 1986 vince un Oscar onorario e l’anno successivo quello come miglior attore per Il colore dei soldi di Martin Scorsese. Tra i suoi capolavori, La gatta sul tetto che scotta di Richard Brooks, con Elizabeth Taylor, e un film di culto come La stangata, in accoppiata con Robert Redford.
Per molti la vera anima di Newman è in un lavoro del 1961 come Lo spaccone, nel personaggio di un giocatore di biliardo rampante quanto cinico e indifeso. Un ruolo che gli sarebbe stato proposto 25 anni dopo da Martin Scorsese ne Il colore dei soldi, dove torna a fare un Eddie Falson invecchiato, ma ancora più disincantato, e maestro di biliardo e di vita di un impacciato Tom Cruise.
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[Modificato da neve67 27/09/2008 21:40]