03/01/2008 22:42 |
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Il Cavaliere in collegamento telefonico col TG4 fa la prima esternazione del 2008
Detta tre priorità del suo programma: meno tasse, più case, basta intercettazioni
Berlusconi: "Prodi deve andare via
Pdl al 40%, ma alleati non temano"
Agli alleati: "Lavoriamo insieme, a parte il nome il nuovo soggetto è tutto da costruire"
ROMA - "Non lo dico io ma la grandissima maggioranza degli italiani: Prodi deve andare via". L'anno nuovo per il Berlusconi politico comincia in collegamento telefonico sugli schermi del TG4 che rilanciano il suo augurio. Sempre quello, quasi un mantra. "Prodi e il suo governo, secondo gli ultimi sondaggi - dice il Cavaliere - hanno la fiducia soltanto del 17% degli italiani: non si può portare avanti un governo contro la grandissima maggioranza dei cittadini".
Per Berlusconi l'Italia "nell'ultimo anno è arretrata su tutti i fronti" e la politica economica del governo "ha inciso negativamente sulle famiglie e sulle imprese".
Il Cavaliere ha bello che pronto il programma. "La prima cosa da fare è alleggerire la pressione fiscale". La seconda priorità è "un grande programma di edilizia popolare per dare casa di proprietà a quel 13% degli italiani che ancora non ha una casa". La terza priorità si muove tra privacy e giustizia: "La maggioranza degli italiani teme di non avere più privacy: se si alza il telefono e poi ci si ritrova quelle conversazioni pubblicate sui giornali. Questo è un qualcosa che non può succedere in un paese democratico e liberale". Così se torna al governo, "tra le priorità ci sarebbe senz'altro la riforma della giustizia, in particolare la separazione delle carriere dei magistrati che non siamo riusciti a fare per divisioni nella maggioranza".
Berlusconi non poteva dimenticare gli alleati. Così dopo aver spiegato come e perchè il Pdl "sia già al 40 per cento", aggiunge che gli alleati non devono aver timori perchè il progetto del Popolo della libertà "a parte il nome è ancora tutto da costruire ed è rivolto agli alleati". Se vorranno entrare "potranno partecipare alla sua costruzione, altrimenti resteremo comunque alleati".
(1 gennaio 2008)
Repubblica.it |
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