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Prodi: "L'emergenza è finita"
E su Dini: "Pensi al dopo..."
ROMA - Nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, Romano Prodi non si limita a essere ottimista sul 2007 che sta per finire ("l'Italia si è rimessa in cammino"), e pieno di promesse per il 2008 alle porte (a partire da un "grande patto" per il recupero del potere d'acquisto dei salari). L'occasione infatti serve al premier anche per inviare segnali politici forti. A Lamberto Dini, che dà il governo per spacciato, manda a dire che non è detto che un altro esecutivo otterrebbe alla Camera, dove lui ha una larga maggioranza, la necessaria fiducia. E a Walter Veltroni, principale sostenitore dell'accordo bipartisan sulla legge elettorale, ricorda - pur senza mai citarlo - che i partiti minori non vanno tagliati fuori, che l'accordo parlamentare deve "essere amplissimo", e che sono necessarie anche altre riforme istituzionali.
Insomma un presidente del Consiglio deciso a enfatizzare i passi avanti compiuti. Che dedica poche parole al tema della sicurezza ("c'è un clima di insicurezza diffuso", ammette). E che sul suo governo ha le idee chiare: "Quella di gennaio non è una verifica - dichiara - e il programma non cambierà".
Il bilancio economico del 2007. Secondo Prodi, nell'anno in corso l'Italia ''si è rimessa a camminare, ed è uscita dall'emergenza''. Questo perché ''la crescita del pil si attesta a circa il 2% da due anni, abbiamo ripristinato l'avanzo primario e il debito sta calando, a fine legislatura arriverà sotto il 100% del pil''. In più il rapporto deficit/pil a fine anno si attesterà intorno al 2%. E il tasso di disoccupazione è il più basso degli ultimi 25 anni.
Gli altri successi e le emergenze del 2007. Secondo il premier, "il 2007 è stato l'anno della rimonta contro la mafia". Adesso però "è importante non abbassare la guardia". Il presidente del Consiglio ricorda poi "il cambiamento di clima" che si registra "soprattutto in Sicilia", dove "i cittadini hanno trovato la forza di alzare la testa: ma battaglia dello Stato non si fermerà fino a quando questo cancro non sarà definitivamente estirpato". Per il resto Prodi cita, come grandi emergenze dell'anno che sta per finire, quelle ambientali (incendi e rifiuti) e gli incidenti sul lavoro. E ammette che il 2007 è stato "l'anno dell'antipolitica".
Gli obiettivi 2008. "Il 2008 - assicura - sarà l'anno in cui il governo proporrà alle imprese e ai lavoratori un grande, comune, obiettivo: un grande patto per maggiori salari, maggiore produttività e una sostanziale diminuzione del peso delle imposte gravanti su lavoratori che percepiscono salari medio bassi".
Le altre promesse. Prodi sostiene che il prossimo sarà l'anno in cui "l'Italia entrerà nel futuro". Il premier si impegna a ridurre i tempi della giustizia, a varare misure per l'ambiente (ad esempio i pannelli solari negli edifici pubblici), a riformare gli enti previdenziali, a varare un piano straordinario contro la fuga di cervelli e per dotare le scuole di laboratori. E a riprovare a far passare una legge sul conflitto di interessi: "Finora non ci sono riuscito", spiega.
La replica a Dini. Al leader dei liberaldemocratici, Prodi risponde così: "Un governo si abbatte con un voto di sfiducia, non ci sono interviste, dichiarazioni che tengano. E anche se non c'è l'istituto della sfiducia costruttiva, bisogna pensare a quel che viene dopo e immagino che tutti, a cominciare dal senatore Dini, facciano queste riflessioni". Il premier prosegue sostenendo di "non capire" Dini, visto che il governo ha ottenuto "risultati ben migliori di ogni previsione" sul fronte dei conti pubblici. Segue un messaggio chiaro a chi punta a un nuovo governo: "Vorrei solo ricordare un elemento a mio avviso non trascurabile: è vero che abbiamo la maggioranza al Senato, ma anche che abbiamo una cospicua maggioranza alla Camera. E che qualsiasi altro governo dovrà avere la fiducia anche dalla Camera, cosa che vedo è dimenticata dal dibattito politico e che pregherei di riprendere in esame".
La controreplica di Dini. Nel discorso di fine anno Prodi esprime "parole di ottimismo", ma contano i fatti e "vedremo quali saranno le proposte in Parlamento": questa la prima reazione del leader dei liberaldemocratici. "Ha annunciato una serie di provvedimenti tutti costosi, senza dire dove troverà le risorse", aggiunge. Senza sbilanciarsi su se concederà la fiducia.
La legge elettorale. Per Prodi "è importantissima, ma il governo non c'entra; è un tema riservato al Parlamento che deve provvedere con amplissima maggioranza. L'inizio del dialogo è stato ottimo, ma siamo agli inizi e non va dimenticato che ci vogliono altre riforme istituzionali: riduzione del numero dei parlamentari, monocameralismo e riforma dei regolamenti parlamentari''. Poi l'augurio che la riforma non spazzi via i partiti minori.
Le reazioni. Ecco il commento di Silvio Berlusconi: "Dispiace aver ascoltato un bilancio dell'attività del governo totalmente privo della coscienza delle gravi difficoltà in cui vive il nostro Paese e al tempo stesso permeato da un malcelato spirito di rivalsa, perfino nei confronti della maggioranza che lo ha fin qui sostenuto".
(27 dicembre 2007)
Repubblica.it |