Si è parlato tante volte della scoperta di un possibile alter-ego del pianeta terra, in qualche parte dell'Universo. Ma stavolta la notizia sembra davvero succosa, e proviene oltretutto da una fonte autorevolissima.
Sono i ricercatori dell'Università di San Francisco e di Berkeley ad aver identificato il quinto pianeta del sistema solare che verte intorno a Cancri 55, una nana gialla nella costellazione del Cancro, a 41 anni luce di distanza da noi (quindi nemmeno troppo lontana in termini astronomici).
Una splendida ricostruzione virtuale per arrivarci è stata realizzata dalla nasa, ed è visibile al sito www.corriere.it cliccando qui.
Secondo le prime rilevazioni, Cancri55f, il nuovo pianeta scoperto potrebbe ospitare acqua, sulla sua superficie, anche se gli eventuali parametri vitali sarebbero completamente diversi da quelli esistenti sul nostro pianeta.
In questo articolo Giovanni Caprara, del Corriere della Sera, spiega i tre motivi per cui questa scoperta è sensazionale:
Il primo perché dimostra che attorno all'astro distante 41 anni luce c'è un vero sistema solare molto simile al nostro. Finora si erano rilevati al massimo quattro pianeti compagni di altre stelle della galassia, qui ce n'è uno in più consolidando l'immagine di un vero sistema e arricchendo e precisando meglio il disegno di formazione di questi corpi. Il confronto tra questi mondi remoti e il nostro è prezioso per decifrare come tutto è accaduto.
Il secondo motivo di importanza è che il quinto pianeta trovato è ad una distanza quasi uguale a quella della Terra dal Sole e quindi si trova nella cosiddetta "zona abitabile" perché riceve una giusta quantità di energia dalla stella-madre. Ciò significa che a seconda delle caratteristiche del corpo potrebbe esserci acqua come è già stato rilevato su un altro pianeta extrasolare. Ci avviciniamo dunque sempre di più alla possibile scoperta di un gemello della Terra che è il vero obiettivo di questa affascinante ricerca nell'idea che naturalmente si possa poi trovare qualche altra forma di vita al di fuori del nostro pianeta azzurro.
Il terzo motivo che sostiene l'importanza della scoperta è che la nuova presenza certifica che non solo i pianeti extrasolari sono frequenti (finora ne sono stati scoperti circa 250) e costituiscono una realtà normale e non eccezionale nel processo di formazione ed evoluzione degli astri a partire dalle nebulose planetarie; ma che anche i sistemi solari analoghi al nostro sono altrettanto frequenti nei meccanismi di formazione planetaria. Ancora gli astronomi non sono riusciti a costruire telescopi in grado mostrarci il volto di questi mondi alieni ma non dovremo aspettare molto: entro cinque-dieci anni, dicono. Ma la tecnologia corre e forse il "gemello della Terra" potrebbe anche essere una sorpresa più vicina
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