Aumenta la popolazione italiana: l'ultima rilevazione Istat al 1° gennaio 2006 calcola 58.751.711 persone residenti nel nostro Paese, mentre alla stessa data dell'anno precedente il dato era di 58.462.375 persone. Divisi per sesso, i residenti maschi sono 28.526.888, quelli di sesso femminile 30.224.823. L'incremento della popolazione è stato dunque dello 0,5% medio annuo. La popolazione risiede per il 26,5% nel Nord-ovest, per il 18,9% nel Nord-est, per il 19,3% nel Centro, per il 24% nel Sud e per il restante 11,4% nelle Isole, senza significative variazioni rispetto all'anno precedente.
La crescita della popolazione è stata particolarmente forte nel Centro-nord del Paese, con un incremento medio annuo dello 0,8% nel Nord-est e dello 0,7% nel Nord-ovest e nel Centro. Nel Sud la crescita della popolazione e' risultata pari a zero, mentre nelle Isole e' stata appena dello 0,1%. Il quadro tracciato dalla rilevazione dell'Istituto di Statistica conferma il dato ben noto della preponderanza femminile della popolazione. Al nord-ovest risiedono 7.555.383 maschi e 7.995.664 persone di sesso femminile per un totale di 15.551.047 residenti.
Nel nord-est 5.426.521 maschi, 5.692.755 femmine per un totale di 11.119.276. Al centro risiedono 5.453.165 persone di sesso maschile e 5.868.172 di sesso femminile per un totale di 11.321.337. I dati del sud: 6.853.364 maschi, 7.233.798 femmine per un totale di 14.087.162 residenti. Nelle isole risiedono 3.238.455 maschi, 3.434.434 femmine per un totale 6.672.889 persone. La crescita della popolazione e' stata favorita prevalentemente dal saldo positivo delle migrazioni con l'estero (+260.644), ma anche dal saldo positivo tra recuperi e regolarizzazioni post-censuari (+41.974), saldi positivi soltanto di poco controbilanciati dal saldo negativo della dinamica naturale (-13.282).
Nel panorama internazionale l'Italia continua ad essere uno dei Paesi con la popolazione più anziana, che anzi prosegue nella sua costante crescita: al 1° gennaio 2006 la popolazione di 65 anni e più ammonta al 19,7% - dunque quasi un residente su cinque - contro il 18,7% del 1° gennaio 2002. Il medesimo indicatore era pari al 13,1% all'inizio degli anni Ottanta. Aumenta, analogamente, la percentuale di popolazione con 80 anni e più, che al 1° gennaio 2006 incide per il 5,1% del totale, ossia un residente su 20.
Lo squilibrio della popolazione in favore delle età più elevate è ancora più rilevante, considerando che la riduzione dei livelli di fecondita' negli ultimi venticinque anni ha comportato una riduzione costante della popolazione dei giovani fino a 14 anni, scesa nel 2006 a rappresentare il 14,1% del totale, contro il 22,6% del 1980. Conseguentemente il rapporto tra anziani e giovani ha mostrato anch'esso un costante aumento negli anni, dal 58% del 1980 al 140% del 2006. Nel medesimo periodo la popolazione in eta' attiva, tra i 15 ed i 64 anni, si e' mantenuta pressoche' stabile, passando dal 64% al 66%, ma si sta avviando verso un progressivo declino - rappresentava il 68,5% nel 1990 - conseguente all'invecchiamento della generazioni nate nell'immediato dopoguerra e all'ingresso nella popolazione in eta' attiva delle giovani generazioni degli anni Ottanta.
http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/italiapopolazione3004.html