da una recente domanda fatta da choalia (che cos'è il kgb) mi è sorta una curiosità e ho cercato piu di una risposta a questa domanda...
Pubblicati documenti riservati
Il Kgb ammette l'esistenza
degli extraterrestri
Il cosmonauta Pavel Popovic li ha diffusi alla stampa
Documenti dei servizi segreti sovietici (Kgb), pubblicati dalla stampa, attestano ufficialmente avvistamenti di astronavi aliene in Russia per la prima volta dopo la caduta dell'Urss.
Il quotidiano 'Komsomolskaya Pravda'' ha iniziato la pubblicazione dei relativi archivi del Kgb, consegnati nel 1991 al cosmonauta Pavel Popovic presidente della Associazione Ufologica Panrussa che da tempo li aveva richiesti, e da questi confidati al giornale.
Il Kgb spiega che hannocontinuato per anni a raccogliere materiale e testimonianze in merito. Secondo il primo rapporto pubblicato dalla 'Komsomolskaya Pravda', nel giugno del 1989 tre astronavi aliene sorvolarono il poligono atomico di Kapustin Jar nella regione di Astrakhan, nella Russia meridionale.
Le astronavi, a forma di disco del diametro di 4-5 metri con una cupola luminosa - avvistate dai militari, tra cui ufficiali e sottufficiali che riferirono ad un agente del Kgb sul posto - si avvicinavano e allontavano e nel momento in cui erano piu' vicine si trovarono ad un'altezza da terra tra 20 e 60 metri.
A un certo punto, secondo le testimonianze dei militari che erano ad una distanza di circa 300 metri dagli Ufo, questi scattarono apparentemente delle 'foto' del poligono emettendo un forte raggio di luce. Il comando del poligono fece decollare un caccia per intercettare gli Ufo, ma senza però riuscirci in quanto le astronavi si allontavano rapidamente ad ogni tentativo di contatto.
Agli inizi di febbraio del 1994 i servizi di Intelligence sovietici avevano cominciato ad aprire i propri archivi e, con molto senso pratico, a venderne il materiale; in particolar modo alla Cia americana venivano svenduti i dossier sugli Ufo.
Si veniva così a sapere che nel 1965 ad Hanoi, per esempio, la contraerea sovietica aveva fatto fuoco contro un Ufo in piena guerra del Vietnam e che addirittura l'Ufo avrebbe risposto al cannoneggiamento con un raggio luminoso provocando duecento morti.
A parte ogni smentita, rapporti del genere sono stati sinora custoditi negli archivi dell'"Apparato", termine con il quale si indicano in gergo tutti i servizi segreti dell'ex Urss. L'Apparato ha sede in un enorme edificio di via Lubjanka a Mosca. Al quarto piano dello stabile c'è il quartier generale del vecchio Kgb.
Nel medesimo edificio si trova lo "Zapisky" (Informazioni), il repertorio centrale dell'Intelligence, un servizio di archivi unico al mondo. Là giacciono anche gli incartamenti sugli Ufo, inviati dalla direzione del GRU (Glavnoie Razvedyvatelnoie Upravlenye), una sezione speciale del Kgb il cui compito è quello di assicurare la protezione dei segreti militari.
I documenti Ufo raccolti pare si riferiscano a rapporti segretissimi sulla concreta possibilità dell'esistenza di una civiltà aliena interessata al pianeta Terra.
Già Stalin, avendo saputo del caso di Roswell nel 1947, aveva cominciato ad interessarsi all'argomento, commissionando un rapporto al responsabile dei primi programmi spaziali Serghiei Koroliev, al matematico Mytislav Keldish, al chimico Alexandr Topciep e a Igor Kurciatov, uno dei padri dell'atomica sovietica.
Quantunque Gromyko e Rogers si fossero segretamente accordati per passarsi nel 1971 tutte le informazioni sugli Ufo e sebbene nel 1955 agenti del KGB e della Cia, riuniti a Ginevra, già avessero concordato un piano analogo, per il regime gli Ufo non potevano esistere. O meglio, non dovevano esistere agli occhi della popolazione.
In realtà lo Zapisky continuava a ricevere dossier e in alcuni casi, come dopo l'avvistamento di Ufo sopra Petrozavodsk, il 20 settembre del 1977, gli agenti segreti erano intervenuti violentemente per far tacere i testimoni e confiscare tutte le evidenze del fatto (foto, vetri fusi dal calore dell'Ufo a bassa quota).
(Pubblicato il 05 febbraio 2003 12:06 )
fonte: la Repubblica
KGB
(Komitet Gosudarstvennoi Bezopasnosti, Comitato per la sicurezza dello stato, 1954-1991). Organismo di polizia politica dell'Urss, che sostituì il disciolto Mdv (Ministerstvo Vnutrennikh Del, ministero degli Affari interni, 1946-1953) guidato da L.P. Berija (1899-1953). Creato in pieno processo di ristabilimento della legalità socialista che accompagnò la destalinizzazione come organismo autonomo posto sotto il controllo del Politbjuro, si occupò sia di spionaggio e controspionaggio sia di investigazione e sorveglianza all'interno dell'Urss. Durante gli anni di L. Breznev (1964-1982) estese la rete informativa fino a contare 300.000 uomini, concentrandosi sull'individuazione e la repressione del dissenso. Prima di diventare a sua volta segretario del Pcus J. Andropov (1982-1984) ne fu per lungo tempo alla guida (1967-1982). Sotto M. Gorbacëv (1985-1991) il suo ruolo venne ridimensionato e dopo il fallito colpo di stato dell'agosto 1991, quando si dimostrò diviso e incapace di intervenire, fu sciolto da B. El'cin insieme ad altre istituzioni comuniste.
KGB, soldi da Mosca, comunismo
Nel corso del processo al partito comunista del ’23 fu imputato al suo segretario, Bordiga, di aver preso soldi da Mosca e di essersi messo così al servizio di una potenza straniera. Da comunista, Bordiga poté rispondere: sì, l’Internazionale che ha sede a Mosca ci finanzia come partito in quanto parte di un movimento internazionale del proletariato con identici ed unitari fini; ci finanzia con danaro proletario per un fine proletario di cui noi stiamo al servizio. Noi, OCI, diremmo la stessa cosa, dinanzi alla classe prima ancora che dinanzi ad un tribunale, se ci soccorressero le stesse condizioni di allora e, sin d’ora, dichiariamo di lavorare per una centrale internazionale, con quattrini internazionalmente gestiti, quale che ne possa essere, un domani, la sede operativa. Restiamo a servizio della stessa causa del partito di Livorno, e tanto basti.
Il PCI togliattiano non nascondeva i suoi legami con Mosca, "patria del socialismo", salvo il fatto di mettere la sordina sui soldi che affluivano copiosamente a Botteghe Oscure. La causa del "socialismo" era dichiarata la stessa, per il PCI come per il PCUS. Con la differenza, rispetto ai tempi di Lenin, che all’Internazionale si era sostituito uno Stato e che i diversi partiti di obbedienza sovietica si presentavano come altrettanti partiti "nazionali", ognuno intento a costruire, con le sue forze, una propria versione di socialismo nazionale in un solo paese. Perciò, solidarietà dichiarata con lo Stato-mamma del "socialismo realizzato", ma sordina sui giri contabili presi da quello Stato e rivendicazione di un proprio autonomo progetto nazionale. Appoggio incondizionato allo stato "sovietico" in quanto "faro" del socialismo, ma per il resto una "via nazionale italiana" al socialismo in salsa mediterranea. Non c’è più alcun’Internazionale da cui dipendere, ma un "comunismo nazionale" italiano che trova in Mosca il suo principale punto di appoggio, lo rispetta e rende ad esso quei servizi che possano servire alla causa "comune" sì, ma innanzitutto nazionale.
In anni successivi il PCI si trovò, già con Togliatti, a consolidare il suo inserimento negli ingranaggi del capitalismo italiano ed a farsene parte. Il rapporto con Mosca diventava via via meno stringente nello stesso tempo. Il filo con Mosca veniva mantenuto, ma in misura sempre più labile ed "indipendente" (vale a dire dipendente dagli interessi e dalle sorti del proprio capitalismo nazionale). Con Berlinguer si passa allegramente, così, dal riconoscimento che l’URSS è portatrice di un "sistema nuovo", "socialista", che continua a fungere da faro per i diversi "autonomi" partiti comunisti mondiali, al famoso "strappo" da Mosca per mettere definitivamente fine alla stessa ideologia "comunista" nazionale sino ad invocare per il PCI il rassicurante "ombrello NATO" da cui oggi siamo tutti riparati per bene.
Di fronte all’attuale campagna sul "dossier Mitrokin" -che, col giudice Casson, non esitiamo a considerare un polpettone parziale di cose o già abbondantemente note a tutti o di segreti, come a noi risulta da fonti certe, in mani dello Stato interessate ad usarli come armi di ricatto e non alla loro divulgazione-, è insorta la Rossanda. A lei il merito di aver irriso ai puri e semplici denegatori del contenuto di questo dossier, da Bertinotti in giù. Sì, ella dice, rapporti di collaborazione informativa, e non solo, e finanziaria c’erano, non ci prendiamo in giro. In un mondo diviso in due campi avversi, ella prosegue, era inevitabile che il PCI giocasse la carta alternativa della potenza più utile alla propria causa. Ma va reso onore a Togliatti di aver usato questa carta per il "socialismo italiano" e non per un sordido servizio a pro di una potenza straniera. Abbiamo anche chiuso volontariamente gli occhi sui crimini dello stalinismo, ma, data la situazione di fatto negli equilibri inter-statali, questo era un passo obbligato. Abbiamo contribuito ad assassinare la vecchia guardia bolscevica, a soffocare le rivolte di Berlino, Budapest e Praga, ma, alla fin fine, abbiamo affermato, nonostante e grazie a ciò, una "sinistra italiana". Ineccepibile come dichiarazione di anticomunismo.
Simili dichiarazioni hanno una loro logica ed una loro "dignità", se vogliamo, borghesi. Molto più al di sotto si collocano le contorsioni di un Cossutta, preoccupato di mostrare di aver le mani pulite da ogni compromissoria subordinazione passata, politica e finanziaria, con Mosca. L’uomo che, in un ultimo sussulto di stalinistica dignità, si era contrapposto allo "strappo" del PCI con Mosca in quanto equivalente ad uno strappo col comunismo, gareggia oggi coi suoi accusatori nel rinnegare ed infangare tutto ciò che possa arieggiare alla parola stessa del comunismo. Se mai il KGB l’avesse dovuto usare, il posto per lui adatto sarebbe stato quello di clown nel Circo di Mosca!
Ma non siamo alla fine. La nuova dirigenza ex-PCI, forgiatasi al tempo dello "strappo" con l’URSS e la definitiva ricucitura con la borghesia italiana, può tranquillamente adire ad una commissione d’inchiesta sul tema presieduta, all’occorrenza, dal gladiatore Cossiga. Essa non ha certamente nulla da nascondere in materia e può rivendicarne il pieno riconoscimento. Siamo arrivati al punto che non è più solo l’amerikano Kossiga a poter vantare i "valori" dell’Occidente e dei suoi gladiatori; il non meno amerikano Veltroni li rivendica apertamente contro l’idea stessa di comunismo, per definizione "incompatibile coi principi di libertà" e, se si vuol parlare di gladiatori, chi meglio del governo D’Alema li ha messi in campo nella guerra contro la Jugoslavia? Avete bisogno di ulteriori prove? Non dubitate, verranno. Caso mai erano le masse ad essere ubriache di "comunismo"; noi le abbiamo disintossicate e lobomotizzate. Onore al merito! Questa e non altra era l’eredità togliattiana che andava spesa, checché ne pensino le Rossande (e su questo Veltroni ha, schifosamente, ragione).
"Ma se dobbiamo indagare sui rapporti tra PCI e KGB indaghiamo allora anche su quelli tra DC e CIA", abbozza qualcuno. Non ce n’è alcun bisogno: siete tutti ormai della stessa pasta.
I proletari degni di questo nome, dinanzi a simili oscene manfrine, ristabiliranno il criterio del ’21: proletariato rivoluzionario internazionale, Internazionale Comunista, un unico esercito inquadrato per un’unitaria lotta socialista internazionale. Abbiamo, in passato, creduto a Mosca? Sì, e ce ne pentiamo non in nome dell’anticomunismo veltroniano e del falso comunismo dell’ex-PCI, ma in quello del comunismo autentico. Ve ne dispiace? Vi seppelliremo tutti!
fonte
se avete la pazienza di leggerlo tutto, è una cosa interessante, altrimenti vi capisco