Naufragio al Giglio: 3 morti, angoscia dispersi
Fermato il comandante. "Manovra maldestra"
La "Costa Concordia" urta uno scoglio e imbarca acqua fino a inclinarsi su un fianco.
Annegati due turisti francesi e un peruviano membro del personale.
Si teme per la sorte di 41 persone non ancora rintracciate.
Squarci di almeno 70 metri lungo la fiancata.
Il comandante accusato anche di abbandono della nave:
"Quella roccia non è sulle carte nautiche". L'equipaggio: "Ha osato troppo"
PORTO SANTO STEFANO - La Procura di Grosseto ha ordinato il fermo di Francesco Schettino, 52 anni, originario di Meta di Sorrento (Napoli), comandante della "Costa Concordia", la nave da crociera naufragata la scorsa notte a ridosso dell'isola del Giglio. Schettino è stato trasferito al carcere di Grosseto in attesa dell'udienza di convalida che dovrebbe svolgersi all'inizio della prossima settimana. I reati contestati al comandante e al primo ufficiale in plancia, Ciro Ambrosio, sono omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave Le indagini sono state svolte dal procuratore Francesco Velusio, che ha diretto personalmente le attività investigative insieme ai carabinieri e alla capitaneria di porto. La Costa Concordia è stata posta sotto sequestro, come pure la scatola nera che ha registrato le comunicazioni con la capitaneria di porto di Livorno. Il comandante Schettino ha dichiarato di aver urtato uno scoglio non segnalato dalle carte nautiche. Ma su di lui pesano le testimonianze di alcuni membri dell'equipaggio: "Quando si naviga sotto costa - ha raccontato un altro ufficiale a tmnews - non si utilizza più il pilota automatico, ma quello manuale. È quindi discrezione del comandante scegliere la distanza di navigazione dalla costa. E questa volta ha osato troppo". Sulla vicenda ha avviato un'inchiesta anche il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per accertare "dinamiche, cause eventuali responsabilità dell'affondamento".
Il pm: "Una manovra maldestra". Il procuratore Verusio ha spiegato che l'impatto sullo scoglio è avvenuto alle 21:45 di ieri "ma non è stata avvertita subito la capitaneria". Il comandante della Costa Concordia, prosegue il magistrato, "si è avvicinato molto maldestramente all'Isola del Giglio, la nave ha preso uno scoglio che si è incastrato sul fianco sinistro, facendola inclinare e imbarcare tantissima acqua nel giro di due, tre minuti". Una rotta, sottolinea il magistrato, che Schettino "ha ordinato, era al comando" e la manovra di avvicinamento all'isola del Giglio è stata "voluta". Secondo quanto risulta agli inquirenti, il comandante già verso le 23:30 avrebbe lasciato la nave. A quell'ora gran parte degli ospiti e dell'equipaggio stava ancora aspettando di essere evacuata. Gli ultimi a lasciare la Costa Concordia lo hanno fatto non prima delle 2,30-3:00 della notte scorsa. Il legale di Schettino, Bruno Leporatti, dichiara che il comandante non è stato ancora ascoltato dai magistrati. "Non c'è stato l'interrogatorio. Stiamo aspettando che il gip fissi la data dell'interrogatorio di garanzia. Ogni valutazione potrà essere fatta solo in quella sede".
Cronaca di un disastro. Uno sperone di roccia che affiora nella notte "lì dove non dovrebbe essere" e la
"Costa Concordia", nave della Costa Crociere, 4234 persone tra viaggiatori ed equipaggio, comincia a imbarcare acqua quando è al largo delle coste toscane, all'altezza dell'Isola del Giglio. Tutto accade in pochi minuti. Il comandante dirige verso l'isola e ordina l'evacuazione, ma repentinamente la nave inizia a inclinarsi sul fianco destro. Ai passeggeri è ordinato di indossare i giubbotti, scene di panico e ripetuti black-out accompagnano il difficoltoso calare delle scialuppe di salvataggio. Poco dopo mezzanotte la "Concordia", la più grande nave passeggeri al mondo ad aver mai fatto naufragio, è completamente adagiata sull'acqua, come addormentata. Le operazioni di abbandono della nave sono lunghe e complicate, tanto che alle 3 del mattino almeno un centinaio di passeggeri è ancora a bordo. Gli elicotteri dall'alto illuminano la scena per tutta la notte per aiutare le operazioni di recupero. In tanti si gettano in mare per salvarsi. Tre persone annegano, ma è presto per considerare chiuso il bilancio delle vittime. Restano da rintracciare decine di dispersi e non si può escludere che altri corpi siano intrappolati nella parte sommersa dello scafo.
La nave in avaria
Le vittime. L'ultimo bilancio del prefetto di Grosseto parla di tre morti accertati: si tratta di due turisti francesi, Francis Servel e Jean-Pierre Micheaud, e di Thomas Alberto Costiglia Mendoza, peruviano, membro dell'equipaggio. I loro corpi si trovano all'obitorio di Orbetello e la Procura ha disposto l'autopsia. Secondo i primi esami medici sarebbero annegati. Sono stati "raccolti in mare" dai soccorritori, conferma una fonte della Asl di Grosseto, spiegando che le tre persone sono arrivate "già senza vita" sull'Isola del Giglio.
L'allarme: "Forse altre persone a bordo"
I feriti. Sono 67 le persone medicate negli ospedali di Grosseto e di Orbetello. Per 42 di queste, secondo una fonte dell'Asl di Grosseto, si è reso necessario "un ricovero, magari solo temporaneo in osservazione, mentre altri hanno riportato fratture o sono stati curati per ipotermia". Solo due sono gravi. Si tratta di un membro dell'equipaggio, un cuoco cittadino del Bangladesh trasferito a Siena con un trauma spinale e qui sottoposto a intervento chirurgico, mentre a Grosseto è ricoverata una giovane con un trauma facciale.
Il racconto di un testimone: "Soccorsi inadeguati"
Timori per la sorte dei dispersi. Dal confronto degli elenchi delle persone che erano a bordo della Costa Concordia e quelle soccorse e identificate a Porto Santo Stefano "mancano ancora 41 persone, da rintracciare". Lo ha detto il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi. "Delle 4232 persone che, secondo gli elenchi forniti, erano a bordo della nave al momento ne sono stati rintracciati 4191. La verifica fra gli elenchi va avanti: è un lavoro lungo che ritengo si protrarrà fino a stanotte". Cifre che coincidono con quelle diffuse dal portavoce della Capitaneria di Livorno, Emilio De Santos. Le persone censite a Porto Santo Stefano hanno già lasciato il centro di prima accoglienza dove hanno trovato cure mediche e si sono potuti rifocillare. Le ispezioni nella nave si sono concluse poco dopo le 12 senza che fossero recuperati altri passeggeri. Le ricerche, fa sapere il comandante Cosimo Nicastro del Comando generale della Guardia costiera, sono ora concentrate esclusivamente nella parte sommersa della nave. Operazione sospesa perché con l'oscurità mancano le condizioni minime di sicurezza per i sub. I sommozzatori, spiega la Capitaneria di porto di Livorno, hanno eseguito sopralluoghi in tutte le parti esterne della nave, con esito negativo, registrando diversi video. Dal comando provinciale dei vigili del fuoco di Vicenza sono partiti tre sommozzatori, esperti anche in operazioni speleologiche, che entreranno nella "Concordia" quando il relitto della nave sarà stabilizzato.
Monte Argentario, l'accoglienza con tè e coperte
"Quello scoglio non doveva essere lì". I vigili del fuoco hanno recuperato la "scatola nera" della Costa Concordia. La procura di Grosseto ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di naufragio, disastro e omicidio colposo, giungendo all'arresto del comandante Schettino. Per quanto riguarda le cause dell'urto della nave contro lo scoglio, le ipotesi più plausibili, secondo le stesse fonti investigative, sarebbero un "errore umano" o un guasto nella strumentazione. Prima del fermo di Schettino, a Porto Santo Stefano è giunto il direttore della Costa Crociere, Gianni Onorato, che ha incontrato il comandante.
Uno squarcio di 70 metri
A Tgcom24, il comandante
Schettino ha dichiarato: "Stavamo navigando sotto costa, lungo una rotta turistica consentita, quando la nave ha urtato su un fianco una roccia non segnalata sulla carta nautica. In teoria, lì quella roccia non ci doveva stare". Schettino è stato a lungo interrogato nella sede della capitaneria di porto all'isola del Giglio. Il comandante ha tenuto a precisare: "Gli uomini dell'equipaggio sono stati gli ultimi ad abbandonare la nave, assicurandosi prima di salvare i passeggeri".
La Costa Concordia avrebbe impattato nelle rocce Le Scole, un'area a poco meno di un chilometro dalla costa. In una nota della Costa Crociere, si afferma che la nave è sbandata di diversi gradi rispetto alla rotta e per questo il comandante avrebbe deciso di avvicinarsi il più possibile alle coste dell'isola del Giglio. Secondo Costa Crociere, il passaggio tra l'isola del Giglio e Porto Santo Stefano è un itinerario consueto quando si vuole mostrare ai passeggeri il tratto di costa. Il comandante Schettino avrebbe spiegato agli inquirenti che la rotta era corretta e che la Costa Concordia avrebbe avuto un margine di 12 miglia, tra est e ovest, che le consente tanto il passaggio al largo dell'isola, quanto, com'è avvenuto stanotte, all'interno.
"Non è corretto dire che la nave fosse fuori rotta - ha confermato anche il direttore generale di Costa Crociere -. E' stato un evento imprevedibile aggravato da una non prevedibile inclinazione della nave". La nave viaggiava "da Civitavecchia a Savona, come fa 52 volte l'anno", ha aggiunto Onorato, "ha urtato contro uno scoglio e a seguito di questo evento il comandante ha valutato i primi danni, ha deciso di mettere in sicurezza la nave e ha dato ordine di evacuazione. Solo le analisi tecniche ci diranno che cosa è successo". "Credo sia giusto - ha continuato Onorato - che sia l'autorità competente a fare questo tipo di analisi. Noi possiamo soltanto collaborare. La nave ha sistemi sofisticati sia per tracciare le rotte, sia per capire che cosa è successo, grazie a sistemi che sono qualcosa di più di una scatola nera".
Il direttore Onorato ha difeso il comandante Schettino: "E' con noi da 11 anni. Al momento della collisione era sul ponte di comando". Nulla da eccepire sulle operazioni di salvataggio. "Le procedure di sicurezza previste in questi casi sono state eseguite nei tempi corretti", ha affermato ancora il direttore Onorato. E "corretta" è stata anche "la decisione del comandante di evacuare la nave Concordia quando ha ritenuto che ci fossero le condizioni di sicurezza".
"Il comandante ha osato troppo". Fin qui la posizione della compagnia. Ma dall'equipaggio si è levata l'accusa gravissima di un errore umano: "Eravamo troppo vicini alla costa". Intervistati da tmnews in uno dei residence di Grosseto dove sono ospitati, alcuni membri dell'equipaggio hanno apertamente puntato il dito contro il comandante Schettino. "È stato sicuramente un gravissimo errore umano - ha affermato un ufficiale dell'equipaggio - la rotta era quella di sempre, ma quando si naviga sotto costa non si utilizza più il pilota automatico ma quello manuale. È quindi a discrezione del comandante scegliere la distanza di navigazione dalla costa e questa volta ha osato troppo. A quel punto non c'è stato più nulla da fare". Parole pesantissime, su cui in queste ore gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza. "Stiamo sentendo tutti i membri dell'equipaggio che ci possono aiutare a capire quanto accaduto", ha confermato il procuratore di Grosseto.
Fonti investigative citate dall'Ansa riferiscono che l'urto contro lo scoglio che ha squarciato la chiglia della Costa Concordia è avvenuto probabilmente alcune miglia prima dell'isola del Giglio. La nave, pur imbarcando acqua, ha proseguito la navigazione e solo successivamente ha invertito rotta puntando verso il porticciolo Giglio. Nella prima segnalazione fatta alla Capitaneria di Porto, è stato, infatti, riferito che la nave "imbarcava acqua". L'equipaggio ha probabilmente immaginato, in un primo momento, di poter gestire l'emergenza. Quando ciò è parso impossibile, il comandante avrebbe ordinato di cambiare rotta e di dirigere verso l'Isola del Giglio. Proprio l'avvicinamento alla terraferma, - secondo molti soccorritori - ha impedito che l'incidente avesse conseguenze ancor più tragiche e che la nave si inabissasse.
Fonte:
Repubblica