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Atteso il boom di queste trasmissioni



Francoforte 31/10/2008 – L’Europa sembrava aver resistito per decenni alla trasmissione automatica, quella che facilitò la guida degli americani fin dall’inizio della storia dell’automobile e rese la motorizzazione di massa un fenomeno precoce, ma adesso anche il Vecchio Continente sembra avviato alla conversione verso le trasmissioni automatiche. Di nuovo tipo certo, sviluppate e messe in produzione da aziende europee su autovetture europee, ma comunque più docili e meno stressanti del tradizionale cambio manuale (pensiamo al traffico cittadino, dove spendiamo tanta parte del nostro tempo al volante). Quel che va detto subito è che nel settore dei cambi automatici è arrivata nell’ultimo decennio una quantità enorme di nuove tecnologie elettroniche, che dalla loro hanno anche il merito di rispondere meglio ai più evoluti standard ambientali.



La gamma di trasmissioni automatiche è alquanto variegata, include quelle classiche e quelle moderne a doppia frizione (DCT), quelle a variazione continua (CVT) e le robotizzate sequenziali che permettono, concessione alle vecchie abitudini, di scegliere tra una modalità di cambio in manuale o in automatico. Le trasmissioni a doppia frizione sono mutuate dall’esempio Volkswagen, che oggi propone i suoi cambi DSG (prodotti dalla BorgWarner) su tutti i marchi del gruppo, da Audi a Skoda, mentre i CVT a variazione continua hanno avuto nelle Case giapponesi i consensi maggiori e i robotizzati pilotati in quelle francesi (e Fiat anche). Secondo un’indagine del magazine britannico just-auto, sono però i cambi a doppia frizione DCT quelli destinati a “vincere” la battaglia delle future trasmissioni automatiche. Sono queste infatti che più di altre trasmissioni combinano efficienza consumi ed emissioni con elevate prestazioni e piacere di guida.



Il futuro dei cambi a doppia frizione e innesti diretti DCT, che preparano la marcia successiva senza far mai perdere di giri il motore e senza che il guidatore tolga il piede dall’acceleratore, sta nella possibilità di personalizzare la trasmissione secondo lo stile di guida. BorgWarner stima che la produzione di trasmissioni DCT aumenterà di cinque volte nei prossimi 6 anni, come dire il 500% in più. Nel singolo anno 2014 la sua produzione di questi cambi dovrebbe aggirarsi sulle 2,3 milioni di unità, ma è probabile che da qui ad allora altre aziende fiuteranno l’affare e si getteranno nella produzione di trasmissioni analoghe. Anche la tedesca ZF, che produce trasmissioni sequenziali per vetture di gamma alta e sportive, si aspetta il boom dei cambi DCT e la loro espansione persino in Nord America. In Giappone invece sarà più difficile togliere spazio ai cambi CVT, che oggi sono presenti sul 30% delle vetture di nuova immatricolazione, ma tutta l’Asia andrà verso le trasmissioni automatiche di vario tipo. Fonte