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Ma c'è il dubbio che la tavola sia finita o non. Per Lucco-Villa si tratta di una "tavola incompiuta, ferma a quell'elaborazione grafica che Bellini sfruttava sotto ogni dipinto, prima di coprirlo e velarlo con il colore". Per altri "la perfezione grafica del segno, delineato sopra uno strato pittorico assai consistente (non su una preparazione di fondo)", fa pendere per un'opera finita. La prima "Presentazione al Tempio" del 1460-1464, copertina della mostra, dalla veneziana Fondazione Querini Stampalia, è il famoso dipinto con una composizione quasi identica ad un quadro di Mantegna al Museo statale di Berlino, sollevando il primo dei tanti aspetti incerti delle due opere, datazione e quindi precedenza dell'invenzione.

Su di un fondo scuro che non ammette distrazioni, Bellini raffigura sette personaggi a mezzo busto delimitati da una balaustra, nessuno con l'aureola, ma pieni di senso sacro. Gesù Bambino è tutto stretto, dal collo alle punte dei piedi, da fasce come una piccola mummia da cui emerge solo parte di una manina. Il visetto allarmato si rivolge verso Maria perché sente che altre mani stanno per prenderlo in consegna. Sono quelle del vecchio Simeone a cui il Signore ha promesso che non sarebbe morto prima di tenere fra le mani il figlio di Dio.

Nel dipinto di Mantegna, il giovane a destra sarebbe l'autoritratto del riccioluto pittore e la donna all'estremità sinistra sua moglie. Al centro il vecchio Jacopo Bellini. Giovanni ha aggiunto alle estremità l'autoritratto a destra e la propria madre a sinistra e avrebbe sostituito il Mantegna con Gentile Bellini, suo fratello, grande ritrattista. La piena umanità di Gesù torna in un'altra "Presentazione", del 1490-1500 (da Vienna). Per farne un ovale è stata segata.

Bellini elimina anche gli attributi tradizionali dei santi. Così nella "Madonna col Bambino e le Sante Caterina e Maddalena", dalle Gallerie, il riconoscimento avviene solo per l'aspetto fisico. Nasce la "Sacra conversazione" a mezzo busto, su fondo scuro. Questa iconografia, ambientata poi in un paesaggio, aprirà "allo straordinario successo del tema nel primo quarto del Cinquecento". Altre novità nella Madonna dal Louvre: il Bambino cammina sul davanzale e in corrispondenza di Pietro con le chiavi è il bel corpo dal volto dolce di un Sebastiano nudo e non trafitto.

Nell'ultima sala due piccoli "Cristo porta croce" dimostrano lo "strettissimo dialogo con la pittura di Giorgione", mentre l'"Ebbrezza" è stata considerata da Roberto Longhi "la prima opera della pittura moderna" (alimentando equivoci con Lotto e Tiziano). Prototipo moderno per quel portare i quattro protagonisti in primissimo piano con Noè nudo e disteso per terra, che sta per rotolare fuori del quadro e occupa tutto lo spazio. Al centro Cam, il figlio che vuol mettere alla berlina il padre in un momento di debolezza, che guarda le nudità e chiama a condividere lo spettacolo i fratelli Sem e Jafet che invece guardano altrove e cominciano a coprire le nudità del padre con un manto color cremisi. Purtroppo rimane indimenticabile il sogghigno di Cam, più che i figli amorevoli.

Notizie utili - "Giovanni Bellini". Dal 30 settembre all'11 gennaio 2009. Roma. Scuderie del Quirinale.
A cura di Mauro Lucco e Giovanni C.F. Villa.
Promossa da Azienda speciale Palaexpo, Comune di Roma, Regione, Fondazione Roma, Zètema. Allestimento Mauro Zocchetta con Lucio Turchetta. Catalogo Silvana editoriale.

Orari:
Da domenica a giovedì 10:00-20:00;
Venerdì e sabato 10:00-22:30.
Biglietterie aperte rispettivamente fino alle 19:00 e alle 21:30.
Biglietto: intero 10 euro, ridotto 7,50.
Informazioni e prenotazioni: singoli, gruppi e laboratori d'arte 0639967500; scuole 0639967200. Fonte

Goffredo Silvestri