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Città violenta: infermiera rumena in coma dopo pugno alla metropolitana

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    binariomorto
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    00 12/10/2010 14:46
    Pugno durante lite, donna in coma
    Roma,colpita al volto in stazione metro

    Per una banale lite ha colpito al volto con un pugno una donna romena, un'infermiera di 32 anni, mandandola in coma. E' accaduto all'interno della stazione metropolitana Anagnina di Roma. Il ragazzo, un pregiudicato di 20 anni, e la donna si trovavano in fila per fare il biglietto, quando tra i due è nato un diverbio. Il giovane ha colpito violentemente con un pugno il volto della donna che è caduta all'indietro priva di sensi.


    I carabinieri della Stazione di Roma Cinecittà, dopo avere raccolto le testimonianze dei presenti, hanno rintracciato e arrestato l'aggressore.

    La donna soccorsa e trasportata d'urgenza al policlinico Casilino è stata operata per le gravissime lesioni riportate al cranio ed è tuttora in coma. Il pregiudicato è stato portato al carcere romano di Regina Coeli, a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

    Legale aggressore: "Lei lo molestava"
    '"Voglio subito dire che il ragazzo non è pregiudicato. E' un lavoratore ed è una persona perbene. Il gip, su mia richiesta, ha deciso di concedergli gli arresti domiciliari'". Così precisa l'avvocato Fabrizio Gallo, legale di Alessio Burtone. L'avvocato ha riferito che il fatto è avvenuto sabato scorso e ha aggiunto che '"nel video si vede chiaramente che era la donna a inseguire il ragazzo. Alessio mi ha detto che lei gli avrebbe rivolto parole offensive e lo avrebbe provocato dicendogli 'Te la faccio pagare' e 'Ti faccio cadere quando arriva la metrò'. A quel punto l'ha colpita". "Alessio non pensava di aver fatto una cosa tanto grave. Aveva paura che fosse armata. Anche i genitori del ragazzo sono delle brave persone e sono costernati per l'accaduto. Farò un'istanza al pm per la riammissione in libertà", ha poi concluso il legale.

    Le immagini dell'aggressione

    Fonte: tgcom


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    binariomorto
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    00 15/10/2010 14:38
    Maricica, rischio di morte cerebrale
    "Stiamo effettuando gli esami"

    I medici del Policlinico Casilino dove l'infermiera è ricoverata, da ieri parlano di "coma irreversibile". Il difensore di Alessio Burtone: "Nel processo avremo difficoltà a difenderci. La crudezza dell'ultima immagine, quella in cui il mio assistito se ne va, è orribile"

    "Assenza dell'attività elettrica cerebrale su tutte le derivazioni emisferiche". E' il bollettino medico diramato dal Policlinico Casilino, dove è stata attivata la Commissione per l'accertamento della morte cerebrale di Maricica Maricica Hahaianu . L'infermiera romena di 32 anni era stata colpita con un pugno, venerdì scorso, al termine di una colluttazione alla stazione della metropolitana Anagnina, a Roma. La donna è entrata in coma dopo la caduta a terra. Pochi giorni dopo, l'aggressore, Alessio Burtone, ha chiesto perdono in una lettera alla famiglia.

    LE FOTO - IL VIDEO LA LETTERA

    "Nel processo avremo difficoltà a difenderci. La crudezza dell'ultima immagine, quella in cui il mio assistito se ne va, è orribile. La difesa sarà difficile. Le lesioni non sono state provocate del pugno sono derivate dalle caduta successiva al colpo, non dal pugno sulla tempia destra. Il reato contestato sarà quindi omicidio preterintenzionale e non volontario", afferma l'avvocato Fabrizio Gallo, difensore di Alessio Burtone. "La situazione purtroppo è precipitata. La signora è in coma irreversibile, penso non ci sia nulla da fare - aggiunge - Cambia il quadro probatorio: si passa da lesioni gravi, che non consentono una custodia cautelare, a omicidio preterintenzionale. A quel punto la situazione del ragazzo può aggravarsi. Il pm potrebbe richiedere, in caso di morte della ragazza, una nuova misura cautelare".

    Il legale di Burtone ricostruisce l'episodio. "Come sono andate le cose: il testimone (il proprietario del bar, ndr) ha detto che tutto è iniziato per una fila per un biglietto, un diverbio banale. Il ragazzo è passato avanti. A un certo punto la ragazza, che si era sentita offesa da questa prepotenza, ha iniziato a inveire dandogli dei ceffoni e insultandolo. Questo dice il gestore del bar - prosegue il penalista - Il ragazzo ha detto 'falla finita' e se ne è andato. La ragazza lo ha inseguito, ha continuato a inveire e gli ha dato, mi pare, un calcio da dietro. Lui va dritto, lei ha continuato a provocarlo e lo ha invitato a fermarsi dicendo 'ti faccio vedere io'. Se si fosse limitata ai ceffoni all'interno del bar...".

    A fare visita a Maricica, oggi, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, appena tornato dalla Cina.

    Fonte: Repubblica


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    binariomorto
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    00 15/10/2010 23:40
    Morta donna romena colpita in metro Roma

    Aggressore: sono stato sfortunato, non volevo
    Accusa diventa omicidio preterintenzionale


    ROMA - E' morta Maricica Hahaianu, l'infermiera romena di 32 anni colpita con un pugno venerdì scorso al termine di una colluttazione alla stazione della metropolitana Anagnina, a Roma. "E' stato ufficializzato il decesso, dopo le 6 ore canoniche perché l'encefalogramma era ancora piatto. Ora hanno staccato la spina. Abbiamo firmato con i parenti, il decesso alle 15". Lo ha detto l'avvocato di Maricica, Alessandro Di Giovanni che si trova all'ospedale Policlinico Casilino, insieme al marito Adrian e al fratello Giovanni".

    AGGRESSORE, IO SFORTUNATO SEMBRA UN FILM - "Sono stato sfortunato, non volevo... mi sembra di vivere un film". Questa è la frase detta da Alessio Burtone al suo legale Fabrizio Gallo riferita dallo stesso avvocato sotto casa del ragazzo. "Alessio da quando ha saputo che la donna era in coma irreversibile ha avuto un malore - ha raccontato il legale - abbiamo chiamato un medico che ha constatato che ha avuto problemi psicofisici da stress emotivo e gli ha dato dai farmaci ansiolitici. Tutta la famiglia sta molto male, abbiamo sperato fino alla fine...".

    ACCUSA AGGRESSORE E'OMICIDIO PRETERINTENZIONALE - "E' già stato contestato l'omicidio preterintenzionale". Lo ha riferito il legale di Alessio Burtone, Fabrizio Gallo,interpellato sul cambiamento del capo di accusa per il suo assistito dopo il decesso della ragazza romena. In merito all'ipotesi che il ragazzo, attualmente agli arresti domiciliari, sia incarcerato Gallo ha aggiunto: "E' possibile".

    ALEMANNO, PURTROPPO MIRACOLO NON E' AVVENUTO - "Ho appreso con grande dolore la notizia della morte di Maricica. Purtroppo il miracolo in cui speravamo ancora oggi pomeriggio non è accaduto". Lo afferma, in una nota, il sindaco di Roma Gianni Alemanno. "Saremo vicini in ogni modo alla famiglia della vittima e con ancora più forza ribadisco che - ha concluso - è inaccettabile che l'omicida rimanga ancora agli arresti domiciliari".

    FRATELLO, VOGLIAMO AGGRESSORE IN CARCERE - "Vogliamo giustizia, vogliamo che l'aggressore vada in carcere". A dirlo, in lacrime, in una intervista in esclusiva al Tg2, è Giovanni Petroiu, fratello della romena colpita al volto da un pugno. "Siamo distrutti .. nei nostri cuori, nella nostra testa. Siamo in una grandissima difficoltà - afferma in un italiano un po' stentato -. Preghiamo sempre, siamo andati anche al Vaticano. Siamo dalla mattina alla sera in ospedale. Anche mio cognato è distrutto, è una cosa terribile. Non abbiamo parole. Lei lavorava come infermiera, era felice, era una grandissima donna, buona di cuore, di tutto".

    MARITO, LEI HA SALVATO VITE,NESSUNO LA SUA - "Mia moglie, più volte, ritirandosi a casa dopo il lavoro, mi diceva 'siamo riusciti a salvare una vita'. Purtroppo stavolta nessuno è riuscito a salvare lei". Sono le parole di Adrian, marito di Maricica Hahaianu, la donna in fin di vita dopo essere stata colpita con un pugno alla stazione metro Anagnina di Roma, riferite dal suo legale Alessandro Di Giovanni. Per i familiari di Maricica sono ore di angoscia e di attesa straziante al Policlinico Casilino di Roma. Con gli occhi gonfi per il pianto, Adrian, un uomo dagli occhi azzurri e la carnagione chiara, ha lasciato l'ospedale a bordo di una Bmw assieme al cognato, alla nipote, e alla sorella della moglie, la quale aveva avuto in mattinata un malore ed è soccorsa dal personale medico. La Bmw li ha ripostati a casa, in attesa di conoscere il destino di Maricica, che per i medici sembra ormai segnato. Si attende comunque, intorno alle 21:00, lo scadere delle sei ore previste dalla legge, al termine delle quali potrebbe essere decretata la morte clinica della donna.

    CESSATA ATTIVITA' CEREBRALE - Nessuna speranza per Maricica Hahaianu . Non è più tempo di miracoli per l'infermiera di 32 anni: per i medici del policlinico Casilino, dove la donna si trova ricoverata in rianimazione da venerdì scorso, non ci sono più speranze. Il pugno con il quale la donna è crollata a terra esattamente una settimana fa gli è stato fatale. Per Alessio Burtone, il giovane di 20 anni autore dell'aggressione, si profila un'accusa più grave: quella di omicidio preterintenzionale. Il capo di imputazione verrà modificato nel momento in cui i medici ufficializzeranno il decesso della donna. La procura di Roma, ieri, ha presentato ricorso al tribunale del riesame per chiedere l'emissione della custodia cautelare in carcere. Dal canto suo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che si è recato in visita al policlinico Casilino ha chiesto "al procuratore che questo assassino venga portato in carcere e non agli arresti domiciliari". Il sindaco è tornato a parlare anche del video che riprende gli attimi della colluttazione culminata con il pugno in pieno volto sferrato da Burtone. In merito alle polemiche sul mancato intervento dei passanti Alemanno ha dichiarato che "guardando bene il video si tratta di due o tre persone che possono anche essere cadute in un equivoco perché vedevano solamente una persona a terra e non avevano visto la colluttazione. Adesso spetta agli inquirenti valutare se c'é stata un'omissione di soccorso. Dopo un minuto comunque le persone si sono raccolte.

    Poi c'é l'atteggiamento di questo sottufficiale di Marina - ha proseguito Alemanno - che è stato veramente encomiabile. Mi auguro che gli vengano dati tutti i riconoscimenti che merita dopo il suo atteggiamento". E quella di oggi è stata certamente la giornata più dolorosa per i familiari di Maricica che sono rimasti fuori al reparto di rianimazione sperando in un miracolo. Adrian, il marito della donna, è rimasto in attesa anche se fin dalle prime ore della mattina, dal consueto bollettino medico, era chiaro che le condizioni della donna erano oramai compromesse. Il marito, accompagnato anche dal suo avvocato, Alessandro Di Giovanni, si é intrattenuto a parlare per alcuni minuti con il sindaco e con l'ambasciatore romeno. "E' consapevole che non c'é nessun risentimento di tipo razziale o di intolleranza - ha riferito il sindaco ai cronisti -. C'é solo risentimento verso un pazzo che ha fatto questo gesto". Intanto gli amici di Burtone, ragazzi del quartiere Cinecittà, si dicono convinti che Alessio "non l'abbia fatto apposta". "Non è un assassino, lui e la sua famiglia sono brave persone", raccontano.

    Quando nel pomeriggio i carabinieri sono arrivati presso la sua abitazione per il consueto controllo tra molti serpeggiava il timore che potessero portarlo via. "L'ho visto nascere - dice dispiaciuta un'anziana signora del suo palazzo - spero non lo portino in carcere, è un ragazzino, non se lo merita". Poi, mentre la famiglia si è chiusa nel silenzio attorno ad Alessio, il suo difensore dice che il giovane "non sta bene, non tanto per la paura del carcere, ma per i rimorsi. Gli è crollata addosso una cosa più grande di lui".

    Fonte: ANSA