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Berlusconi mette sotto inchiesta i giudici, a cominciare dal pm De Pasquale

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    binariomorto
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    00 07/10/2010 23:52
    Berlusconi all'attacco della magistratura
    "Voglio una commissione di inchiesta"

    Il premier chiude la festa del Pdl con toni da campagna elettorale. Ma i finiani lo gelano: "Se c'è crisi, una maggioranza diversa non è uno scandalo". Bersani: "Comizio datato 1994". L'Anm: "Non ci lasceremo intimidire"

    MILANO - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha chiuso la festa del Pdl a Milano. E lo ha fatto con toni da campagna elettorale. Il comizio è stato l'occasione per confermare in pubblico quanto mostrato dalle parole private nel video di Repubblica.it: per la magistratura serve "l'immediata istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta". Perché i giudici lo vogliono "eliminare dalla vita politica". Anche su questo, sulla giustizia, "si verificherà la lealtà" dei dissidenti finiani. "Altrimenti, subito alle urne".

    Commissione d'inchiesta sui giudici. L'attacco di Berlusconi alla magistratura è stato particolarmente aggressivo: "Parlando sotto Palazzo Grazioli con i giovani del Pdl ho fatto un'oggettiva foto di quel che avviene nel nostro paese: c'è un macigno sulla democrazia, forze che usano la giustizia a fini di lotta politica, per eliminare un protagonista che a loro non va bene, forze che hanno fatto patti con chi sta in politica garantendo loro protezione e per far passare una legge che a loro non va bene". E ancora: "La Corte costituzionale è composta da quasi tutti esponenti della sinistra. "Dubitiamo dell'esistenza nel nostro Paese di una vera e compiuta democrazia. Se una legge non piace a certi pm, la impugnano e la portano alla Corte Costituzionale, che ha 11 componenti di una parte politica, e su pressione dei pm di sinistra la abroga. La sovranità in queste condizioni è trasferita dal popolo ai pm".

    Il presidente del Consiglio ha avanzato ombre anche su Oscar Luigi Scalfaro: "Sette mesi dopo la nostra vittoria delle elezioni del '94, arrivò l'azione di una certa magistratura, con un presidente della Repubblica di parte che chiamò Umberto Bossi e gli disse che io ero sull'orlo del baratro. Fu la fine del primo governo democratico che avemmo subito dopo gli inizi della nostra azione politica. Io fui assolto, ma intanto ci fu un'eversione".

    Comizio da campagna elettorale. Il premier ha elencato per decine di minuti quelli che ritiene i meriti del governo. E ha avuto parole di fuoco contro il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino accusata di essere "responsabile della spazzatura che oggi è tornata a infestare la città e la provincia. Tornerò a Napoli insieme a Bertolaso", ha annunciato il premier.

    Obiettivo dichiarato del Cavaliere è quello di raggiungere, nelle prossime elezioni la maggioranza del 51 % degli italiani. E per questo ha annunciato l'avvio di una grande campagna d'informazione "sull'operato del governo e sulle cose che l'esecutivo ha fatto, sta facendo e farà", inviando centinaia di migliaia di opuscoli a tutte le famiglie italiane e rilanciando l'azione dei "promoters della Libertà", che dovranno essere presenti - ha detto il premier - in tutte le 61 mila circoscrizioni elettorali italiane.

    Berlusconi ha usato i toni di sempre nei confronti dell'opposizione: "Il Pd è un partito diviso, senza leader e che continua ad essere tenuto in ostaggio dai deliri di un Di Pietro". Ma non ha risparmiato neanche i centristi di Casini: "Spiace vedere che un professionista della politica come lui dica le stesse cose che dice la sinistra". Ma contro DI Pietro è stato particolarmente feroce: "La riforma dell'Università era necessaria, anche perché abbiamo appreso che il leader dell'Idv ha avuto una vera laurea".

    Poi il presidente del Consiglio ha ribadito le cose già dette in questi ultimi mesi: il "buon governo" da lui presieduto ha permesso di affrontare e risolvere una crisi economica che quando ha colpito l'Italia è stata contenuta e respinta, "ma che è stata così difficile da superare anche perché i precedenti governi del compromesso storico hanno incrementato allegramente il debito pubblico e hanno sempre prelevato dalle tasche degli italiani. Nonostante questo - ha ribadito - il mio governo non ha lasciato nessun italiano da solo lo Stato è ritornato a fare lo Stato, uno Stato generoso e amico dei suoi cittadini. L'esatto contrario di quello che ha fatto la sinistra".

    Il leader del Pdl ha parlato anche della lotta alla criminalità, ascrivendo all'operato del governo l'arresto di 6500 mafiosi e la confisca di centinaia di milioni di euro alle cosche. Con un presagio finale dai toni roboanti: "Noi passeremo alla storia come il governo che ha sconfitto la mafia".

    I finiani: "Maggioranza diversa non è scandalo". Reazioni immediate, a partire dai finiani: "L'Italia non ha bisogno di vedere il Parlamento impegnato in una Commissione d'inchiesta contro la magistratura, che per Futuro e Libertà è baluardo di legalità e sicurezza. Se Berlusconi ha storture da denunciare le metta nero su bianco e le invii al Csm", ha sottolineato il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà per l'Italia, Italo Bocchino. "Pertanto - ha aggiunto Bocchino - la nostra disponibilità parlamentare su questo argomento non c'è, non facendo parte del programma di governo e non avendone discusso in maggioranza. Riteniamo invece che il Parlamento debba impegnarsi presto per riformare il fisco, per combattere l'evasione, per rilanciare lo sviluppo e superare la crisi economica, per difendere i troppi posti di lavoro a rischio. Su questi temi che interessano ai cittadini e che fanno parte del programma il sostegno al governo di Futuro e libertà ci sarà sempre", ha ribadito il capogruppo. Che ha poi concluso: "Noi siamo per far durare tutta la legislatura, ma se lui fa cadere il governo perché vuole andare alle elezioni e nasce una maggioranza diversa per fare la riforma elettorale non è uno scandalo. Perché la legge elettorale - ricorda bocchino - non fa parte del programma elettorale".

    Per il leader del Pd, Pierluigi Bersani,"è chiaro che il presidente del Consiglio non si sta predisponendo a governare, ma a organizzare un nuovo scontro ideologico. La sua risposta ai problemi del Paese è un comizio datato 1994 con l'aggiunta di sedici anni di assoluta inconcludenza e di aggressione ai capisaldi costituzionali".

    Tranciante il commento di Antonio Di Pietro: "Da imputato qual è vuole una commissione d'inchiesta sui magistrati che lo stanno giudicando... un imputato che giudica i suoi giudici. Ma manco nel Burundi si trova una cosa del genere". "E io devo fare l'opposizione morbida? - ha proseguito il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, nel corso del programma In onda su La7 - io invece devo invitare il paese a svegliarsi, ad aprire gli occhi e a manifestare per evitare di farsi fregare di nuovo".

    Anche il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, ha risposto duramente alle parole del premier: "Se chi ha vinto le elezioni con cento parlamentari di maggioranza va a casa, non se la può prendere con altri, ma solo con se stesso. Che poi in Parlamento si cerchino i voti su una intesa per una legge elettorale che restituisca lo scettro ai cittadini, non ha niente a che fare con governi tecnici, ma è solo esercizio di democrazia. Comunque le chiacchiere stanno a zero: Berlusconi governi e metta il bavaglio a chi un giorno sì e l'altro pure vagheggia elezioni anticipate".

    I magistrati: "Non ci faremo intimidire". Reazioni anche da parte dei magistrati. "Non possiamo che ribadire la forte preoccupazione per i continui attacchi che rischiano di delegittimare un'istituzione dello Stato". Così il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, replica alle dure parole del premier Silvio Berlusconi contro la magistratura e contro il pm Fabio de Pasquale definito "un famigerato". "A De Pasquale va la solidarietà e la vicinanza dell'intera magistratura. I magistrati non si lasceranno comunque intimidire e - conclude il presidente dell'Anm - continueranno ad applicare la legge secondo i principi della Costituzione".

    "Le denigrazioni, da chiunque provengano, si qualificano da sole", ha affermato il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, riferendosi sia alla dichiarazione di Berlusconi, che ha definito "famigerato" il pm milanese De Pasquale sia alle parole pronunciate dal capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri sul procuratore aggiunto Armando Spataro. Edmondo Bruti Liberati, infine, ha ribadito "piena fiducia e sostegno a tutti i magistrati dell'ufficio. In particolare, il sostituto procuratore De Pasquale ha gestito e continuerà a gestire procedimenti per reati contro la pubblica amministrazione e contro l'amministrazione della giustizia con l'alto livello di professionalità che ancora di recente ha trovato riconoscimento in tutti i gradi di giudizio fino alla sentenza definitiva".

    Fonte: Repubblica


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    00 08/10/2010 00:19
    Csm, per giudice del caso Mills
    chiesta pratica di tutela

    Il procedimento è stato proposto dalla maggioranza dei consiglieri al comitato di presidenza. De Pasquale era stato attaccato da Berlusconi nel comizio improvvisato sotto Palazzo Grazioli, ripreso nel video pubblicato da Repubblica.it, e nel suo intervento alla festa Pdl di Milano

    ROMA - Una pratica a tutela del pm del processo Mills Fabio De Pasquale è stata chiesta al Comitato di presidenza del Csm dalla maggioranza dei consiglieri di Palazzo dei marescialli, i 16 togati e il laico eletto su indicazione del Pd Glauco Giostra. La richiesta prende le mosse dagli attacchi del presidente del Consiglio al magistrato, prima nel comizio improvvisato del 29 settembre, ripreso nel video pubblicato in esclusiva da Repubblica.it, e poi nell'intervento alla festa del Pdl a Milano, durante il quale il pm è stato definito "famigerato". Non hanno firmato la richiesta il laico del Pd Guido Calvi, che è il presidente della Prima Commissione (quella competente sulle pratiche a tutela delle toghe), e tutti i laici eletti su indicazione della maggioranza.


    I firmatari scrivono che le "gravissime" affermazioni del premier "minano la credibilità delle istituzioni e rischiano di delegittimare la magistratura tutta". E invitano il vice presidente Michele Vietti a rappresentare al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alle istituzioni e all'opinione pubblica, il "forte disagio" vissuto dalla magistratura ogni qualvolta vi siano dichiarazioni accusatorie da parte di esponenti politici. Nell'ultimo paragrafo della pratica richiesta - la cui apertura dovrà essere ora autorizzata dal comitato di presidenza del Csm - si sottolinea che le dichiarazioni del premier stigmatizzate dal Csm sono sì quelle contro de pasquale, ma inserite in un clima di "attacco alla magistratura" più generale.

    Secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo dei Marescialli, "la decisione di richiedere la pratica a tutela è arrivata dopo quattro giorni di riflessione e confronto, con il tentativo di trovare la via migliore". Si era tentata anche la strada di un documento unitario, una lettera che il comitato di presidenza avrebbe dovuto trasmettere al capo dello Stato Giorgio Napolitano, che del Csm è presidente, per rappresentargli il "disagio" dei magistrati per le dichiarazioni di Berlusconi, ritenute infondate e denigratorie. Ma i cinque consiglieri di centrodestra non hanno firmato la richiesta. Per lo stesso motivo non è stata percorribile neppure la strada di una risoluzione di carattere generale sulla dignità della magistratura.

    Fonte: Repubblica