00 07/10/2010 14:00
Rai4, scontro Garimberti-Masi su Freccero
"Lo hanno esautorato", ma il dg smentisce

I consiglieri di opposizione Rizzo Nervo e Van Straten denunciano provvedimenti che toglierebbero ogni autorità al creatore del quarto canale della tv pubblica. Il direttore generale: "Non è vero", ma il presidente lo gela: "Porre rimedio all'errore commesso"

ROMA - Non c'è pace in Rai e stavolta la denuncia del caso che riguarda l'ex direttore di Rai2 Carlo Freccero, parte direttamente dai due membri del consiglio di amministrazione della Rete, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten. "Con un colpo di mano, tenendo all'oscuro il consiglio di amministrazione che non aveva nulla deliberato in proposito, il direttore generale ha esautorato dalla direzione di Rai4 Carlo Freccero affidando a un altro dirigente le deleghe editoriali e amministrative", spiegano. Ma Masi smentisce tutto: "Nessuna esautorazione: Freccero continuerà a gestire direttamente Rai 4".

La denuncia di Rizzo Nervo e Van Straten. Al centro dello scontro ci sono quattro lettere con le quali, secondo Rizzo Nervo e Van Straten, Masi avrebbe deciso le nuove collocazioni di dirigenti di prima fascia. "A Carlo Freccero, già direttore di Rai2, presidente di Raisat, ideatore di Rai4 e artefice del successo di quella rete - continuano a spiegare Rizzo Nervo e Van Straten -, veniva comunicato che avrebbe operato nell'ambito della direzione Rai Premium, da cui dipendono anche Rai4 e Rai Movie, le cui deleghe editoriali e amministrative venivano però affidate al dottor Lorenzo Vecchione estendendo la delega anche ai canali Rai Ragazzi, Rai Premium e Rai Extra".

A luglio di quest'anno, dopo la vittoria di Paolo Ruffini sulla Rai riguardo la direzione di Rai 3 e lo stop alle nomine dei direttori di Rai 2 e di Rai News, Freccero aveva rivendicato la direzione della struttura Rai Premium affermando che la struttura orfana di Ruffini gli spettasse di diritto visto che coordinava la rete che dirigeva e Rai Movie.

Il 30 settembre però il direttore generale, dopo il processo di fusione in Rai di Raisat, aveva affidato all'avvocato Giuseppe Gentili, direttore generale di quella società, l'incarico di assistente del direttore generale, "senza che quel dirigente ne fosse stato prima informato e in assenza di una delibera consiliare", continuano i consiglieri.

Il direttore generale aveva quindi affidato al dottor Pasquale D'Alessandro la delega editoriale e amministrativa del canale Rai5, anche questa di competenza consiliare. "Oltre all'annullamento dei provvedimenti abbiamo chiesto al presidente Garimberti di porre in atto le iniziative più idonee per restituire al consiglio quei poteri che gli sono garantiti dalla legge e dallo statuto", concludono Rizzo Nervo e Van Straten.

La risposta di Masi. "Nessun colpo di mano, nessuna esautorazione di Carlo Freccero nè di nessun altro dirigente". E' netta la risposta di Masi alla denuncia dei due consiglieri d'opposizione. Secondo il dg, i suoi sono solo "atti assolutamente temporanei, tecnici, e del tutto conseguenti alla fusione di RaiSat nella capogruppo Rai".
"Atti che - precisa ancora Masi - lasciano la situazione assolutamente identica a quella degli ultimi 14 mesi. Nessuna esclusione di Freccero che continuerà a gestire direttamente Rai 4 e al quale il dg ribadisce stima per il lavoro svolto in questi anni in azienda".

Garimberti: "Porre rimedio all'errore commesso". Rizzo Nervo e Van Straten prendono atto ma il problema, dicono, resta: "Al di là del "burocratese" che caratterizza ormai i comunicati del direttore generale, resta il fatto che Masi ha assunto alcuni provvedimenti senza averne i poteri". Un punto di vista che sembra confermato dal presidente della Rai, Paolo Garimberti, quando dichiara: "Lo statuto e la legge parlano chiaro. Non ci sono concessioni, ci sono prerogative del Direttore Generale e prerogative del Consiglio di Amministrazione. E tra quelle del Cda ci sono la nomina e la collocazione dei dirigenti di primo e secondo livello. E' stato commesso un errore, vi si deve tempestivamente porre rimedio".

Fonte: Repubblica