00 02/10/2010 15:56
Berlusconi sale al Quirinale
"Lunedì il nuovo ministro dello Sviluppo"

Dopo la fiducia il premier riferisce al capo dello Stato. Per Bocchino il Cavaliere "Ha perso forza attrattiva. Presto saremo determinanti anche al Senato, in Pdl lo scontento è altissimo". Feltri: "Se sono d'impiccio tolgo il disturbo"

ROMA - Dopo aver incassato la fiducia in Parlamento il premier Silvio Berlusconi è andato al Quirinale per un colloquio con il presidente della Repubblica. E a Napolitano ha assicurato che agli inizi della prossima settimana, con molta probabilità nella serata di lunedì, dovrebbe essere nominato il nuovo ministro dello Sviluppo Economico. Il nome che appare più probabile è quello di Paolo Romani, attuale viceministro con delega alle Comunicazioni: si tratta di un'ipotesi presa in considerazione già da qualche tempo, e sembra che il Capo dello Stato abbia superato le iniziali perplessità. Intanto dal capogruppo di Fli è arrivato un invito al presidente del Consiglio: "Berlusconi non può più pensare di essere un uomo solo al comando. Ora deve armonizzare. Presto saremo determinanti anche al Senato, il premier ha perso forza attrattiva''.

''Non vuole mediare personalmente? Lo faccia fare - dice Bocchino a L'Avvenire - da qualcun altro...''. Letta? Alfano? Ghedini? ''Se Berlusconi cominciasse a cenare con loro per discutere su che cosa fare -dice Bocchino- non saremmo arrivati a questo punto. Anzi, riusciremmo ad andare avanti tutta la legislatura e anche ad attuare l'intero programma. Ma se al posto di quei tre sente Storace, la Santanchè e la Brambilla, allora è quasi inevitabile che venga fuori un po' di confusione''.

"Credo - ha aggiunto il finiano - che il movimento di uscita dal Pdl andrà avanti per tutta la Legislatura perché lo scontento all'interno di quel partito e dei gruppi parlamentari è altissimo". "Penso che mentre Berlusconi fino all'altro ieri Berlusconi aveva una capacità attrattiva perché voleva far proseguire la legislatura - ha concluso Bocchino - oggi il rischio è che Berlusconi e Bossi portino il paese al voto a marzo e molti parlamentari guardano con maggiore interesse chi come Fini e Casini vuol far durare la legislatura magari facendo degli interventi sulla legge elettorale".

Il giorno dopo la fiducia, per il Cavaliere si apre anche il fronte della "stampa amica". "I giornali considerati più vicini a noi forse ci fanno più male che bene", aveva detto ieri il premier. Seccata la replica di Vittorio Feltri: "Sono stato chiamato al Giornale per ripianare i conti, ma se la mia presenza è d'impiccio me ne vado, senza polemiche", ha affermato l'attuale direttore editoriale del quotidiano della famiglia Berlusconi.

Fonte: Repubblica