Il pm: "Mi sento preso in giro
qui non c'è nessun impedimento"
Processo ripreso a Milano, assente il neoministro. Il magistrato: "Dalle carte non emerge quali deleghe abbia, non si sa che ministro è". Ieri lo stop di Napolitano. Berlusconi dal Canada: "Piccola questione". E attacca Repubblica
MILANO - Nessuna concessione del rinvio per legittimo impedimento come chiesto da Aldo Brancher 1. Il pm di Milano, Eugenio Fusco, si oppone alla richiesta del neoministro al Decentramento e, anzi, dice di sentirsi "preso in giro", perché "dalla certificazione del segretario generale della Presidenza del Consiglio non emerge quali deleghe abbia il ministro Brancher, insomma non si sa che ministro è". E' l'inizio di una giornata in cui la polemica continua a infuriare. Una giornata che si conclude con Brancher che rinuncia al legittimo impedimento 2.
Il processo è ripreso oggi a Milano, dopo le polemiche 3 sollevate dalla richiesta del ministro di avvalersi della legge - approvata dal governo pochi mesi fa - per avere il tempo di "riorganizzare il dicastero". Le parole del pm ribadiscono quanto già affermato ieri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano 4, che è intervenuto sulla vicenda osservando che un ministero senza portafoglio non ha alcun bisogno di essere riorganizzato. Una vicenda che per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in questi giorni in Canada per il G8 e il G20, è "una piccola questione interna". Il premier ne approfitta per attaccare Repubblica. Al nostro inviato risponde così: "Posso risponderle in maniera fantasiosa come di solito sono fantasiosi gli articoli su Repubblica che mi riguardano che sono completamente infondati".
Nella vicenda Antonveneta Brancher è imputato di concorso in appropriazione indebita e ricettazione per denaro ricevuto da Gianpaolo Fiorani, un tempo a capo della Banca Popolare di Lodi.
Fusco, quindi, pur sottolineando l'incostituzionalità della legge rispetto agli articoli 3 e 138 della Costituzione, ha spiegato di non voler chiedere la trasmissione degli atti alla Consulta, ma nel caso in cui il giudice Annamaria Gatto decida di rivolgersi alla Corte Costituzionale, dovrà farsi carico della situazione della coimputata, la moglie di Brancher, Luana Maniezzo. In quel caso, secondo il pm, andrebbe stralciata la posizione del ministro per celebrare il processo a sua moglie. E comunque, ha ribadito, "eravamo d'accordo che il processo si sarebbe fatto dal 20 al 31 luglio, prima delle ferie, con sacrificio da parte di tutti, a cominciare da me. E bisogna farlo".
Il pm ha ricordato come il legale di Brancher, Filippo Dinacci, chiedendo il rinvio per legittimo impedimento al 7 ottobre, abbia fatto riferimento a numerosi provvedimenti legislativi finalizzati alle riforme che vedono impegnato il ministro in prima persona. "Questi, però - ha osservato Fusco - sono lavori parlamentari e proprio per questo si era deciso di fare udienze di sabato, quando queste attività non si svolgono. Non ho detto nulla e non mi sono opposto a due precedenti richieste di legittimo impedimento - ha aggiunto - ma in questo caso non è giustificato. E la verità è che Brancher doveva esserci".
Intanto il neoministro ha cancellato l'intervista in programma su Sky Tg 24 nella rubrica domenicale di Maria Latella. "Prima di dare la mia versione, devo incontrare Berlusconi".
Il premier: "Piccola questione nazionale". Nella conferenza stampa tenuta in Canada al termine del G8, il presidente del Consiglio ribadisce di non avere commenti da fare alla nota del Quirinale: "Come ha già detto il mio portavoce Paolo Bonaiuti (che in mattinata aveva attaccato "alcuni quotidiani con La Repubblica in testa" per aver attribuito "al presidente Berlusconi frasi e giudizi 5 non ha mai pronunciato, né pensato", ndr) non ho nessun commento di nessun tipo". Berlusconi invita i giornalisti a trascurare "le piccole questioni interne". Ma le domande sul caso Brancher sono inevitabili e quando un cronista gli chiede se consideri anche questa vicenda una piccola questione interna, il premier risponde: "Esattamente".
IdV: mozione di sfiducia. "Dal tribunale di Milano arriva la conferma: si è fatto nominare ministro dal presidente del Consiglio per garantirsi l'impunità ed evitare di presentarsi questa mattina all'udienza del processo che lo vede imputato per ricettazione e appropriazione indebita", commenta il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. Che annuncia: "Presenteremo una mozione di sfiducia nei suoi confronti e chiederemo a tutto il parlamento di sottoscriverla".
Il Pd per le dimissioni. Per Filippo Penati, capo della segreteria politica del leader democratico Pier Luigi Bersani, Brancher "non solo ha dato prova di voler utilizzare le istituzioni per scopi personali e tutto meno che istituzionali, ma oggi aggrava la situazione aggiungendo frasi incredibili sul Colle. Aggiungendo vergogna a vergogna". "Per questo - aggiunge l'esponente Pd - lo abbiamo detto e lo ripetiamo, chiediamo le sue immediate dimissioni". "Il compito del capo dello Stato è quello di difendere le istituzioni con gli strumenti messi a disposizione dalla Costituzione, ed è esattamente ciò che con le parole di ieri ha fatto egregiamente - sottolinea Penati - Parlare di un Colle 'manovrato' è grave e conferma uno stile di Brancher inadeguato a ricoprire il ruolo di ministro della Repubblica. Siamo curiosi adesso di vedere come reagirà la Lega, che in maniera furbetta sta provando a tirarsi fuori da una vicenda di cui fin dall'inizio è stata complice".
Calderoli: "Sulle dimissioni giudichi lui". Per il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, la scelta sulle dimissioni spetta solo a Brancher. "Io credo che il fatto di fare il ministro sia una cosa, sottoporsi agli adempimenti della giustizia un'altra: ciascuno sceglie per quello che è la sua responsabilità, penale e personale, e quindi giudichi lui che cosa deve fare".
Finiani: "L'unica soluzione è andare dal giudice". Per una volta i sostenitori del presidente della Camera sono vicini ai leghisti. E' ora, scrive sul sito di Generazione Italia Italo Bocchino, che Berlusconi intervenga con "l'unica soluzione possibile: quella di invitare Brancher ad andare immediatamente dinanzi al giudice". Altrimenti, è il monito, il governo rischia di avere "problemi" anche sul fronte "dell'agibilità parlamentare e politica". A maggior ragione, osserva Bocchino, in vista della richiesta di sfiducia dell'Idv.
Udc contro Idv. Un timore quest'ultimo che non viene condiviso da molti, a partire dall'Udc: Pier Ferdinando Casini spiega ad esempio che la proposta degli uomini di Antonio Di Pietro potrebbe avere l'effetto paradossale di ricomporre il "dissidio durissimo fra Pdl e Lega e quello interno al Pdl".
Fonte:
Repubblica