00 01/03/2010 12:30
Preoccupazione per un nuovo versamento non identificato nel Monzese
Il capo della Protezione civile rassicura: "Entro lunedì 'paziente' guarito"

Lambro, altre sostanze nel fiume
Bertolaso: "Tutto sotto controllo"

Giornata di proteste ambientaliste contro il disastro ecologico


MILANO - Ancora allarme sul fiume Lambro dove da quasi un'ora sono state segnale macchie di liquido non ancora identificato. Sono immediatamente intervenuti i tecnici provinciali e quelli della protezione civile. La nuova ondata di sostanza non identificata è partita da Triuggio, pochi chilometri da Monza. E mentre le chiazze oleose si avvicinano sempre più al delta del Po, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso rassicura: "Il paziente è ancora in convalescenza, e già da lunedì potrebbe essere dichiarato guarito". Il "paziente" è il grande fiume, su cui da giorni scorrono migliaia di tonnellate di idrocarburi.

LE FOTO DELLA PROTESTA

La maggior parte del carburante riversato nel Lambro martedì scorso dall'azienda Lombarda Petroli si trova ancora confinata alla diga sul Po di Isola Serafini, fra Piacenza e Cremona. Ma parte dell'olio conbustibile (il 10 per cento circa) viaggia verso l'Adriatico. Per difendere il delta sono state posizionate lungo il tratto emiliano e veneto del fiume diverse barriere galleggianti, dopo che quelle allestite nei giorni scorsi sono state in parte spazzate via dalla corrente. Anche sul rischio per la salute nel Ferrarese, dove l'acqua potabile viene prelevata dal Po, Bertolaso è ottimista: "Dai prelievi fatti - dice - sinora risultano concentrazioni di idrocarburi non preoccupanti".

Nonostante le rassicurazioni della protezione civile, la preoccupazione resta alta. La Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo per indagare sui possibili danni dell'ondata nera sul territorio. E intanto, in una jungla di accuse reciproche, si cercano i responsabili dei presunti ritardi nei soccorsi che avrebbero consentito alla gigantesca massa oleosa (almeno 2.500 metri cubi) di raggiungere il Po. Il maggiore obiettivo delle accuse è la Lombardia, "che ha fallito, non riuscendo a fermare il carburante sul Lambro", come ha detto l'assessore al Turismo della Regione Veneto, Franco Manzato.

Sul fronte della polemica sulla gestione lombarda dell'emergenza sul Lambro si registra anche l'attacco del candidato presidente della Regione del Pd, Filippo Penati, al governatore Roberto Formigoni: "Il piano di emergenza - dice - è scattato con 48 ore di ritardo". Se il Pirellone si difende sostenendo la tempestività degli interventi, Bertolaso taglia corto: "Se ci sono stati errori nei soccorsi - dice - lo accerterà la magistratura". Intanto, il prefetto di Lodi Peg Strano Materia spiega che "non ci sono stati ritardi, semmai abbiamo evitato interventi inutili".

Lunedì Bertolaso incontrerà i presidenti di Emilia Romagna e Veneto, e l'obiettivo è quello di dichiarare chiusa la fase di emergenza.

La protesta. E oggi è stato anche il giorno della protesta ambientalista sul disastro ecologico del Lambro. In mattinata una catena umana di oltre 300 persone, secondo la cifra fornita da Legambiente, ha abbracciato simbolicamente il fiume. Con cartelli, striscioni, uomini, donne e tanti bambini si sono sistemati lungo la riva e poi sono passati sull'altra riva attraverso uno dei tanti ponticelli. All'iniziativa lanciata da Legambiente e sottoscritta tra gli altri dal regista Ermanno Olmi, hanno aderito numerose associazioni ambientaliste.

Nel pomeriggio un centinaio di militanti delle associazioni ambientaliste di Monza e della Brianza si è radunato oggi pomeriggio davanti alla 'Lombarda Petroli' di Villasanta, la raffineria dalla quale ignoti sabotatori hanno provocato la fuoriuscita del gasolio. Alcuni manifestanti erano travestiti da uccelli anneriti dal petrolio, come le anatre e i cormorani che vivono lungo i due corsi d'acqua. Erano presenti delegazioni di Legambiente, dei Verdi, l'Associazione parchi del Vimercatese, Sinistra ecologia e libertà e il Partito democratico. Hanno portato la loro solidarietà anche associazioni ecologiste del cremonese. Gli ambientalisti hanno protestato anche contro il progetto di costruire ad Arcore, a pochi chilometri da Villasanata e in aree comprese nel Parco Valle Lambro, un complesso residenziale da parte dell'immobiliare della famiglia Berlusconi.

Fonte: Repubblica