00 12/08/2009 15:42
La Cei: sentenza vergognosa. L'Anm: no a critiche generiche

La sentenza del Tar del Lazio che ha stabilito che l'ora di religione a scuola deve restare fuori dagli scrutini e nella determinazione dei crediti, non manca di suscitare polemiche. La decisione infatti "danneggia la laicità" ed è sintomo del "più bieco illuminismo che vuole la cancellazione di tutte le identità", sostiene la Cei che respinge quanto stabilito dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio. Monsignor Diego Coletti, presidente della Commissione episcopale per l'educazione cattolica, ha spiegato ai microfoni di Radio vaticana che "la laicità è danneggiata da questa sentenza perché per laicità si intende la giusta neutralità di una comunità civile che però dovrebbe essere preoccupata di valorizzare tutte le identità, ciascuna secondo il proprio peso e rilevanza culturale, presenti su un dato territorio".

"Così si cade nel più bieco e negativo risvolto dell'illuminismo" - Al contrario, "se per laicità si intende l'esclusione dall'orizzonte culturale formativo civile di ogni identità si cade nel più bieco e negativo risvolto dell'illuminismo che prevede che la pace sociale sia garantita dalla cancellazione delle diversità e delle identità, mentre io credo che uno Stato sanamente laico deve preoccuparsi di far emergere e rispettare e di mettere in rete caso mai e di far crescerete tutte le identità, soprattutto quelle di altro profilo culturale".

La Cei: intervenga il ministro - Non sarà comunque la Chiesa a fare ricorso contro la sentenza del Tar del Lazio. Per la Cei il problema è in primo luogo del ministero dell'Istruzione in quanto viene messa in discussione una sua direttiva, quindi si conta sulla mobilitazione "di quei settori della società civile che non condividono questa sentenza".

"Sentenza pretestuosa" - Ai microfoni della Radio Vaticana, mons. Coletti ha rilevato come la sentenza risulti particolarmente pretestuosa: "I crediti, il valore generale del giudizio sull'alunno, vengono dati in base alle scelte del singolo studente, il ministro Fioroni ha anche sottolineato che c'è la possibilità di avere crediti per corsi di danza caraibica. Figurarsi se il 92% delle famiglie italiane che sceglie di avvalersi della religione cattolica, se questo non debba rientrare nel computo della valutazione sull'alunno sarebbe davvero una cosa strana. Tanto più che si tratta di scelte responsabili". Più in generale mons. Coletti ha osservato: "Non si tratta di un insegnamento che va a sostenere scelte religiose individuali: ma di una componente importante di conoscenza della cultura di questo Paese, con buona pace degli irriducibili laicisti e purtroppo dobbiamo dire con buona pace anche dei nostri fratelli nella fede di altre confessioni cristiane".

L'Associazione nazionale magistrati: solo critiche generiche - Ma per l'Anm, le critiche della Cei all sentenza del Tar del Lazio sono solo critiche generiche. "E' legittimo che i provvedimenti giudiziari possano essere criticati e noi non possiamo che ribadirlo - ha detto infatti Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati -, purché le critiche siano espresse nel rispetto di chi emette i provvedimenti. Colpiscono, nel giudizio espresso da monsignor Diego Coletti, quelle critiche che suonano solo come affermazioni generiche nei confronti di tutta la magistratura, e questa è una cosa che sentiamo molto".

"Non accettiamo critiche a tutto campo" - Palamara, che spiega di "non voler alimentare nessuna polemica", aggiunge però che "come magistrati ci impegniamo e continueremo ad impegnarci sempre, pur tra le enormi difficoltà in cui lavoriamo, a rendere il servizio giustizia nell'interesse dei cittadini". "Per questo - prosegue - riteniamo di non meritare critiche che a tutto campo finiscono per essere lette come un attacco nei confronti di tutti i magistrati, facendo leva su un tema sensibile come quello del rapporto tra cittadini e magistratura, che dev'essere caratterizzato dalla fiducia". Fonte