Quattro gatti, un freddo cane e due squadre alla ricerca della loro anima dopo le incertezze vissute in campionato a Palermo, dove si è visto il peggior Milan della stagione, e a Bergamo, dove la Lazio ha perso non solo la partita ma anche la propria migliore espressione di sé.
Basta anche questa Coppa Italia per pochi intimi a ritrovare la motivazione, anche se alla fine a sorridere è solo la Lazio che conquista una qualificazione ostinata e non facile contro un Milan cui Shevchenko e Ronaldinho non bastano.
Non una partita incredibilmente bella, ma neppure la solita noia cui il gelo notturno e il deserto di pubblico potrebbe far pensare: primo tempo che stenta a creare spettacolo e che offre un paio di begli interventi di Dida e qualche spunto di Shevchenko ora imbeccato da Ronaldinho ora da Kaka. Grande occasione per l'ucraino in avvio, e splendida risposta di Muslera.
Pur con le idee confuse Sheva le tenta tutte per convincere tecnico e tifosi di meritare più occasioni e i compagni lo aiutano: il finale di tempo è bellissimo con due conclusioni micidiali di Flamini, che da una parte mette sul fondo, e Pandev, che dall'altra si vede respinto il suo tiro da Dida.
Il Milan nel secondo tempo si complica la vita con l'espulsione di Emerson (doppia ammonizione) che lascia il campo in un clima di grande fair play dopo un intervento davvero fuori misura: ma la Lazio non ne sa approfittare immediatamente. E Sheva si inventa un gol da fuoriclasse che rompe gli equilibri: grandissimo tiro nell'angolino con un controllo di palla che è difficile capire se sia più bello per la potenza o per la precisione.
La Lazio, che pure aveva concluso di più e meglio verso la porta avversaria, si scuote, soprattutto grazie a Zarate, tenuto inizialmente in panchina da Rossi che gli aveva preferito Rocchi: il Milan arretra, pasticcia, e la partita di grande efficacia di Dida non basta più. Fallo di Favalli in area su Pandev e Zarate trasforma: poi ai supplementari è lo stesso Zarate a inventarsi il raddoppio con un delizioso dribbling che ubriaca Jankulovski e costringe Dida a un intervento decisivo per il tap-in di Pandev.
Ronaldinho, che colpisce un palo su punizione, si prende le ultime responsabilità in una partita che ha visto la Lazio giocare forse con maggiore convinzione, per lo meno nei momenti decisivi.
Esce il Milan e la Lazio passa ai quarti dove aspetta Torino o Fiorentina.
Matteo Priano / Eurosport
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