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Meraviglie di un territorio sperduto

La spedizione di Jonathan Timberlake, responsabile del coordinamento della Royal Botanic Gardens di Kew britannica, è andata dritta al cuore del Mozambico, in Africa, sul monte Mabu. Zona inaccessibile a causa della mancanza di strade sterrate è rimasta a lungo un territorio vergine, incontaminato, non raggiungibile dall’uomo, né tantomeno segnalato sulle mappe. A causa delle difficili condizioni di accesso anche durante il devastante periodo bellico, conclusosi nel 1992, l’area attorno alla montagna è rimasta impraticabile e con ogni probabilità si è preservata proprio grazie alla distruzione delle vie di comunicazione che hanno isolato la zona nord del Paese. Soltanto alcuni profughi hanno deciso di utilizzare la selva come rifugio, senza però alterarne l’ecosistema.
La localizzazione dell’area del Monte Mabu è avvenuta solo nel 2005 per opera di uno zoologo britannico, grazie ad internet. Il bosco infatti era stato localizzato su Google Earth e da allora l’equipe della Royal Botanic Gardens di Kew ha lavorato attivamente attraverso le mappe satellitari per cercare di ricostruire una via accessibile a questo territorio completamente isolato.
Una foresta di 80 kmq circa, una biodiversità sconosciuta, un vero e proprio paradiso. L’obiettivo era proprio quello di implementare un progetto di ricerca a tutela dell’ambiente in un luogo pressoché vergine e questo è subito sembrato il posto più adatto. Ubicato tra i 1.000 e i 1.600 metri di altitudine, il bosco si può raggiungere soltanto grazie all’aiuto delle popolazioni locali, poiché nella stagione delle piogge le strade, già molto precarie, diventano fiumi in piena, mentre nella stagione secca (in estate), il capim (erba autoctona), raggiunge i due metri di altezza; rami e liane formano una vegetazione talmente fitta che è difficile da penetrare. È per questo motivo che dei 28 membri della spedizione che ha iniziato a lavorare in ottobre, hanno fatto parte anche ricercatori africani e mozambicani.

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L’arrivo a 1.700 metri di altezza è stato accompagnato dal volo di migliaia farfalle, di sesso maschile, che si erano spinte fin lassù per attirare, con le loro danze, le femmine nella stagione dell’accoppiamento. Proprio grazie a questa spedizione sono state censite almeno tre nuove specie di farfalle, nuove popolazioni di rari tipi di volatile (l’esemplare nectarinia olivace), una razza sconosciuta di serpente della specie della vipera del Gabon (famiglia atheris) e altri animali che sono ancora in fase di classificazione. Numerosi gli incontri con piccole antilopi africane, elefanti, cercopitechi dal diadema, scimmie in via di estinzione e altri mammiferi. Tra i fiori, un’orchidea poco comune, la polystachya songaniensis che si credeva esistesse soltanto in Malawi. Le altre piante sono ancora sotto studio ed è probabile, secondo Timberlake, che si arrivi a scoprirne almeno tre nuove specie.