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SHOAH .. il giorno della memoria!

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    ken.1979
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    SUPERMASTER
    00 27/01/2009 21:06
    Shoah

    La parola olocausto, che in greco significa "tutto bruciato", si riferiva ai sacrifici che venivano richiesti agli Ebrei dalla Torah: si trattava di sacrifici di animali uccisi e bruciati sull'altare del tempio. Solo in tempi recenti il termine olocausto è stato attribuito a massacri o catastrofi su larga scala. A causa del significato teologico che la parola porta, molti ebrei trovano inappropriato l'uso di tale termine: viene infatti considerato offensivo pensare che l'uccisione di milioni di ebrei sia stata una "offerta a Dio"; inoltre il popolo ebraico non è stato "tutto bruciato", perché un suo resto è sopravvissuto al genocidio.


    Popolazione ebraica in Europa nel 1939

    Shoah (traslitterazione esatta da שואה, ma traslitterato anche Shoa o Sho'ah), che in lingua ebraica significa "distruzione" (o "desolazione", o "calamità", con il senso di una sciagura improvvisa, inaspettata), è un'altra parola utilizzata per riferirsi all'Olocausto. Questo termine viene usato da molti ebrei e da un numero crescente di non ebrei a causa del disagio legato al significato letterale della parola olocausto. Cionondimeno è riconosciuto il fatto che la stragrande maggioranza delle persone che usano il termine olocausto non intendono tali implicazioni.

    Infine molti Rom usano la parola Porajmos o Porrajmos («grande divoramento»), oppure Samudaripen («genocidio») per descrivere lo sterminio operato dai nazisti.

    it.wikipedia.org/wiki/Olocausto#Shoah
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    ken.1979
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    SUPERMASTER
    00 27/01/2009 21:06
    Shoah



    "Mi hanno portato via i genitori, l'identità, il fratello e la sorella e i miei averi. C'è qualcosa che vogliono da me. E allora ho pensato alla mia anima. Ho detto: non riusciranno a portarmela via, la mia anima"

    Irene


    tratto da www.majorana.org/progetti/shoah/

    quì http://www.majorana.org/progetti/shoah/sommario.htm trovate cenni strorici, statistiche, Mappa dei campi di concentramento, vita nei lager, i sopravvissuti, i Giusti, approfondimenti
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    Lostrys63
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    SAGGIO
    00 28/01/2009 19:30
    SHLOMO VENEZIA
    Domenica sera ho visto in TV una sua intervista,
    è un uomo veramente straordinario...

    È un deportato sopravvissuto all'internamento nel campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. Durante la prigionia fu obbligato a lavorare nei Sonderkommando («unità speciali»), squadre composte da internati e destinate alle operazioni di smaltimento e cremazione dei corpi dei deportati uccisi mediante gas. Tali squadre venivano periodicamente uccise per mantenere il segreto circa lo svolgimento della «soluzione finale della questione ebraica» (il sistematico sterminio del popolo ebraico). Venezia è uno dei pochi sopravvissuti - l'unico in Italia, una dozzina nel mondo - di queste speciali squadre e ha raccolto le sue memorie in un libro pubblicato nell'ottobre 2007 a cura dell'editore Rizzoli dal titolo Sonderkommando Auschwitz.


    Esperienze ad Auschwitz
    Shlomo Venezia venne arrestato con la famiglia a Salonicco nell'aprile 1944 e deportato presso il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, uno dei tre campi principali che componevano il complesso di Auschwitz.[2] Durante la selezione operata dai medici nazisti per separare i deportati considerati abili al lavoro da quelli «inutili», che venivano immediatamente inviati alle camere a gas, Venezia si salvò insieme al solo fratello e due cugini. Venezia venne successivamente sottoposto al tipico (e crudele) processo subito dai deportati ad Auschwitz: rasatura, doccia, tatuazione del numero sull'avambraccio sinistro, vestizione con gli abiti da internato. Terminate le operazioni di «inserimento burocratico» Venezia venne rinchiuso in un'apposita ed isolata sezione del campo per passare il periodo di «quarantena» di 40 giorni, che avrebbe dovuto tutelare - secondo le autorità tedesche del campo - la diffusione di epidemie all'interno del lager.

    Dopo solo 20 giorni di «quarantena» Venezia fu assegnato al Sonderkommando di uno dei grandi crematori di Birkenau, composto principalmente da giovani prigionieri di robusta costituzione ed in buone condizioni fisiche, a causa dello sforzo fisico richiesto dal lavoro: l'eliminazione delle «prove» di quello che stava avvenendo.

    Come ebbe a dire Primo Levi - deportato presso il campo di Auschwitz III - Monowitz e autore di Se questo è un uomo - l'istituzione di queste squadre speciali rappresentò il più grave crimine del nazionalsocialismo, perché le SS cercarono attraverso il Sonderkommando di scaricare (o quantomeno condividere) il crimine sulle vittime stesse.

    Shlomo Venezia, dopo la liberazione, divenne tra i più importanti portavoce della tragedia dell'Olocausto. Ospite in trasmissioni televisive, nelle scuole, nelle manifestazioni a ricordo della Shoah, egli rivolge il suo interesse ai giovani come portavoci futuri dell'immane tragedia che si abbatté sull'Europa tra il '40 e il '45. Sua è questa toccante testimonianza:

    « Altre volte mi hanno chiesto, per esempio, se qualcuno sia mai rimasto vivo nella camera a gas. Era difficilissimo, eppure una volta è rimasta una persona viva. Era un bambino di circa due mesi. All'improvviso, dopo che hanno aperto la porta e messo in funzione i ventilatori per togliere l'odore tremendo del gas e di tutte quelle persone - perché quella morte era molto sofferta - uno di quelli che estraeva i cadaveri ha detto: “Ho sentito un rumore”. Normalmente quando uno muore, dopo un po' finché non si assesta, il corpo ha dentro dell'aria e fa qualche rumore. Abbiamo detto: “Questo poverino, in mezzo a tutti questi morti, comincia a perdere il lume della ragione”. Dopo una decina di minuti ha sentito di nuovo. Abbiamo detto: “Tutti fermi, non vi muovete”, ma non abbiamo sentito niente e abbiamo continuato a lavorare. Quando ha sentito di nuovo, ho detto: “Possibile che senta solo lui? Allora fermiamoci un po' di più e vediamo cosa succede”. Infatti, abbiamo sentito quasi tutti un vagito da lontano. Allora uno di noi sale sui corpi per arrivare laddove veniva il rumore e si ferma dove si sente più forte. Va vicino e, insomma, là c'era la mamma che stava allattando questo bambino. La mamma era morta e il bambino era attaccato al seno della mamma. Finché riusciva a succhiare stava tranquillo. Quando non è arrivato più niente si è messo a piangere - si sa che i bambini piangono quando hanno fame. Il bambino era quindi vivo e noi l'abbiamo preso e portato fuori, ma ormai era condannato. C'era l'SS tutto contento: “Portatelo, portatelo”. Come un cacciatore, era contento di poter prendere il suo fucile ad aria compressa, uno sparo alla bocca e il bambino ha fatto la fine della mamma. Questo è successo una volta in quella camera a gas. Ci sono tanti racconti, ma io non racconto mai cose che hanno visto gli altri e non io. »


    La sua esperienza ha spinto Roberto Benigni a chiamarlo come consulente, insieme a Marcello Pezzetti, per il film La vita è bella.
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    Lostrys63
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    SAGGIO
    00 28/01/2009 19:36


    Questo è Shlomo.
    Per anni si è tenuto il suo dolore dentro
    solo quando sono divenuti uomini
    ha raccontato aia suoi figli
    la sua terribile esperienza.
    Mi chiedo che cosa succederà
    quando tutti questi sopravvissuti
    non ci saranno più.
    Spero solo che la gente riesca
    a non dimenticare ugualmente l'Olocausto
    e non faccia come quell'ignobile vescovo
    che ha addirittura negato l'esistenza delle camere a gas.