00 30/07/2008 00:15
Cuil, ricerche in piena privacy


Il nuovo motore di ricerca, lanciato da ex dipendenti di Google, dichiara di poter indicizzare il triplo delle pagine di 'Big G'. E aggiunge una particolare attenzione alla privacy degli utenti, di cui non memorizza i dati. Ma la G di Mountain View resta salda al top: l'articolo di Ernesto Assante da Il Venerdì

Certo, al giorno del debutto ha avuto qualche problema per l'eccessivo numero di contatti. Ma Cuil, il nuovo motore di ricerca lanciato ieri da tre ex di Google, sembra avere almeno una carta, per la precisione un jolly, da spendere nel tempo di ovvio rodaggio: la privacy.

A differenza dei vari altri motori di ricerca, Cuil non conserva i dati dei suoi utenti. Niente cookies, niente indicizzazione di Ip o altro. L'azienda dichiara che "le ricerche che fai sono affar tuo, non nostro". E questo potrebbe far breccia nel cuore di molti, ammesso che le dichiarazioni vengano rispettate. Assieme all'algoritmo di ricerca sviluppato da Anna Patterson, questa aggressività di lancio potrebbe persino far dimenticare la figuraccia della falsa partenza. Il numero dichiarato di pagine indicizzate da Cuil è di 120 miliardi, più di Google, che farebbe di questa nuova creatura del web il primo motore di ricerca al mondo.

La nostra esperienza di navigazione è stata interessante ma forse l'abitudine a Google distrae un po' dall'efficiacia del risultato finale. Il layout grafico del motore, a colonne, è un'idea che può portare la sua fetta di successo. La contestualizzazione delle ricerche, che producono risultati multimediali correlati, è un piacevole diversivo e potrebbe rappresentare un eccellente spunto evolutivo.
Cuil nasce nel 2005. Il nome significa "conoscenza" in gaelico, e suona un po' come cool, intrigante in inglese. Tre dei quattro fondatori della società hanno lavorato per Google, il nuovo motore ha ottenuto un venture capital di 33 milioni di dollari. Quello che ha attratto gli investitori è che Cuil indicizza le pagine con costi pari un decimo di quelli di Google.
Per adesso il servizio offerto è palesemente provvisorio, ma il mercato delle ricerche è quello che darà vita a più battaglie nelle prossime incarnazioni del web. Imparare ad utilizzare più sistemi di ricerca del resto non farà male ai navigatori. Che sono sul web proprio per scoprire nuovi modi di pensare. O forse, addirittura nuovi mondi.

Fonte: kataweb