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La metamorfosi della donna-statua

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    !Serenella!
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    SUPERSUPREMO
    00 27/07/2008 20:56
    Vanessa Beecroft sorprende ancora

    A Palermo, alla Galleria d'arte moderna una mostra racconta la sessantaduesima performance dell'artista genovese, famosa a livello internazionale, che celebra i corpi delle donne. In scena, venti modelle nude e tredici calchi in gesso per riflettere sul rapporto vita-morte



    PALERMO - Alla Biennale di Venezia dello scorso anno, aveva regalato al pubblico un momento di meditativa e compassata adrenalina, allestendo nella Pescheria di Ponte Rialto una simbolica e spettacolare mattanza di corpi di donne di colore come un manifesto brutale e sfrontato dei genocidi nel Darfur. Una monumentale tela bianca stesa a terra accoglieva decine e decine di donne in pose tragiche o rassegnate su cui lei riversava ad arte, secondo una personale visione cromatica e scenografica, quasi in una danza mistica e sacrale, avanzando lentamente tra un corpo e un altro, litri e litri di liquido rosso, una densa sostanza color del sangue che ad ogni tocco faceva rabbrividire.

    Ed ora, Vanessa Beecroft, l'artista genovese famosa a livello internazionale per le sue performance e per le fotografie che ritraggono modelle seminude e immobili dai corpi statuari negli spazi delle gallerie e dei musei più prestigiosi del mondo, facendo della condizione femminile l'ampio territorio della sua ricerca e utilizzando come materiale primario il corpo della donna, torna a far parlare di sé, questa volta con una mise-en-espase nella incompiuta chiesa di Santa Maria dello Spasimo, luogo storico che nel Seicento fu lazzaretto per gli appestati, reso oggi ancora più pittoresco dagli ailanti che crescono sotto la volta priva di tetto. In scena, i corpi reali di venti ragazze nude accanto a tredici loro simulacri, a statue cioè che la Beecroft ha fatto realizzare dal calco in gesso eseguito sui corpi vivi di alcune donne, invitate ad assumere pose differenziare, ma con la caratteristica di mantenere un realismo naturale, fissato quindi nel tempo e nello spazio.



    Corpi autentici e cloni d'autore appaiono uniti in un biancore assoluto, simile al colore del lutto per i Sufi. "Le sculture sembreranno modelle dormienti - dice Riccardo Lisi - e come nella Genesi solo il respiro darà vita a ciò che appare inanimato". E' la sessantaduesima performance di Vanessa Beecroft, che indaga in stretta sinergia emotiva con il luogo che la ospita il rapporto tra vita e morte, che si è svolta il 12 luglio scorso allo Spasimo, radunando ben duemila persone, e diventa ora il tema della mostra personale "VB62" presso la Galleria d'Arte Moderna ospitata dal 17 luglio al 26 ottobre. Progetto assai singolare, per il cocktail inedito di modelle e statue, e che segna il debutto tutto siciliano della famosa performer, curato dalla Fondazione GOCA Palermo, sotto la direzione artistica di Valentina Bruschi.

    Il percorso espositivo propone le sculture, nate dalla collaborazione con maestranze locali e in particolare, con gli scultori Giuseppe Agnello, Salvatore Rizzati, Antonio Rizzo e Erika Compagnone, accompagnate da un girato senza montaggio della durata di mezz'ora, che racconta il lavoro svolto allo Spasimo e che riassume le fasi più salienti della performance, svoltasi lungo l'arco di tre ore. Dunque, "VB62", dove V e B sono le iniziali, mentre il numero 62 corrisponde alla sessantaduesima performance della sua carriera. Beecroft, infatti, intitola i suoi interventi sulla base di una numerazione progressiva in quanto - sostiene - sono da considerarsi tutte un'unica opera. La mostra, dunque, vuole rivelare l'essenza figurativa e scultorea di tutta la pratica artistica della Beecroft, nata a Genova nel '69 da madre italiana e padre inglese, ma trapiantata ormai a New York dove vive e lavora.

    Scultura e performance si attuano in questo altare sacro dell'apparire, e vengono ulteriormente stigmatizzati con la ripresa video e la fotografia, espedienti mediatici che completano da sempre l'"eternità" il suo lavoro. Costante del suo fare artistico è l'immagine della donna, perché Vanessa Beecroft fa della condizione femminile l'ampio territorio della sua ricerca, utilizzando come materiale primario il corpo stesso della donna. E' con questo mezzo che Beecroft affronta alcuni degli aspetti più controversi della realtà sociale e culturale contemporanea tra cui il rapporto con il cibo e la sessualità e l'ossessione per la bellezza e la forma fisica. Fino alle sue conseguenze più tragiche che scadono nell'anoressia. E va avanti con questo criterio dalla sua prima performance, realizzata all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove ha studiato dall'88 al '93, con cui presentava il suo "libro del cibo". In quell'occasione reclutò trenta ragazze, tra conoscenti e incontri casuali, variamente abbigliate, con una metodica attenzione per il rosso, giallo, rosa, bianco e nero, tutte donne scelte in base alla loro somiglianza a precise tipologie che l'artista mette in luce insistendo su ossessioni di natura alimentare.

    Col tempo, le pseudo-attrici delle sue performance sono diventate modelle professioniste, che vedono il coinvolgimento a regola d'arte di truccatori ed acconciatori, uno staff sui generis indispensabile per affrontare in modo diretto i temi centrali della cultura contemporanea come il corpo e la sessualità, l'identità e la molteplicità, mescolando fascino glamour alla storia dell'arte. Come sempre accade nelle complesse performance di Vanessa Beecroft, anche in VB62 si possono riconoscere, nelle pose e nella esecuzione plastica delle donne, autorevoli riferimenti alla tradizione scultorea rinascimentale siciliana.

    "Nell'ideare questo progetto - racconta Riccardo Lisi - si è sentita stimolata anche dall'eleganza barocca degli stucchi modellati da un grande palermitano, Giacomo Serpotta, oltreché da un suo notevolissimo antecedente, Francesco Laurana, che operò a Palermo per cinque anni, due secoli prima di Serpotta. Grazie alla tecnica del calco, le sculture realizzate da Vanessa Beecroft son caratterizzate da un realismo naturale e moderno. La superficie del gesso è stata trattata e lisciata fino a ricordare il nitore del marmo".

    Notizie utili - "VB62 - la mostra", dal 17 luglio al 26 ottobre, Galleria d'Arte Moderna - Complesso Monumentale di Sant'Anna, via Sant'Anna 21, Palermo.
    Orari: da martedì a domenica, dalle ore 9.30 alle 18.30. Chiusura biglietteria ore 17.30
    Informazioni: tel. +39 0918431605;
    www.galleriadartemodernapalermo.it
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    neve67
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    ADMIN UNICO

    SUPERSUPREMO
    00 05/08/2008 01:09
    fa un po' impressione sembra un cadavere mezzo mummificato